Articolo scritto dal Dr. Stefano Buonfantino
L’abuso sessuale è un fenomeno certamente grave e complesso, per poterlo analizzare è necessario prendere in considerazione diverse prospettive, a mio avviso le principali sono: il contesto socio-culturale di riferimento, vissuto individuale della persona abusata, relazioni familiari.
1. Abuso sessuale
Provando a darne una definizione ampia si può intendere l’abuso sessuale come ogni tipo di contatto sessuale non consensuale.
Purtroppo può capitare che tale comportamento venga messo in atto da una persona
intima o anche un partner e può includere l’utilizzo di gravi insulti, il rifiuto di utilizzare
metodi contraccettivi, causare deliberatamente dolore fisico durante i rapporti sessuali,
tutto ciò senza il consenso del partner. E’ un crimine sessuale che sottende anche un
abuso di fiducia, potere e autorità dell’abusante nei confronti della vittima, e può causare
gravi conseguenze a breve o lungo termine su di essa.
2. Contesto socio-culturale e vissuto individuale della persona abusata
Per quanto riguarda il contesto italiano, gli ultimi 50 anni sono stati pregni di trasformazioni e cambiamenti nella visione e nel ruolo della donna nella società, dal punto di vista giuridico, lavorativo, sessuale, familiare, personale, “morale”. Tuttavia i segni della cultura passata, di certi meccanismi che sono stati purtroppo radicati per molti anni, si vedono ancora oggi. Basti vedere il linguaggio ad esempio usato in maniera diffusa sui social network, in cui vige l’illusione dell’impunità e troviamo espressioni verbali estremamente aggressive e sessualmente esplicite e violente a danni in genere di donne dello spettacolo, politiche, o personaggi di cronaca. Ciò è specchio di un contesto culturale dove in Italia per tanti anni questi comportamenti sono stati tacitamente accettati, favorendo così la oggettivazione del corpo femminile e quella mancanza di senso di empatia di base da parte degli uomini verso le donne, che può portare a volte all’estrema conseguenza di un abuso sessuale o addirittura uno stupro.
Il linguaggio alla lunga diventa specchio del comportamento che abbiamo nei confronti degli altri e può consolidare la costruzione di stereotipi e pregiudizi; tanto è leggero l’atteggiamento con cui un insulto viene scagliato, tanto pesanti e profonde saranno le conseguenze.
Per portare un esempio concreto: Agosto 2017: su Facebook – sotto la pagina de “Il resto del Carlino” – che pubblicava la notizia su uno stupro di gruppo, un ragazzo ha commentato: “Lo stupro è peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma e diventa un rapporto normale”. Poi ha rimosso il post.
In Italia solo nel 1994 la deputata Giovanna Melandri propose di trasformare lo stupro in un reato contro la persona, che prima di allora era considerato come reato contro la moralità e il buon costume.
Consiglio a tal proposito la visione del vide Processo per stupro 1978 in cui un avvocato difensore di uno stupratore espresse l’inquietante concetto che se la “vittima di violenza sessuale fosse rimasta a casa di fianco al caminetto tutto ciò non le sarebbe mai successo”.
Per quanto riguarda il vissuto della persona abusata, che già vittima di un evento fortemente traumatico si trova a dover fronteggiare le immense difficoltà dovute al contesto e al giudizio altrui, le problematiche psicologiche possono in questo caso essere:
- attacchi di panico,
- rabbia,
- senso di inadeguatezza e autodenigrazione,
- incredulità e disgusto,
- impotenza,
- senso di fallimento.
Il senso di sè viene stravolto, possono mettersi in atto anche meccanismi di difesa profondi come la dissociazione o la rimozione rispetto all’evento; da qui nasce anche la difficoltà nel denunciare certi atti, ci si blocca e tutto fa paura. Le vittime stesse possono essere portate a minimizzare o negare ciò che hanno subito, soprattutto se ciò accade all’interno di una coppia.
L’abuso all’interno di una coppia di lungo corso può avere conseguenze ancora peggiori perchè in questo caso è forte anche il legame di dipendenza con l’abusante, così come quando le vittime sono anche i figli, come vedremo nel prossimo paragrafo.
3. Abuso sessuale intrafamiliare
Quando affrontiamo il tema dell’abuso sessuale intrafamiliare e le vittime in questione sono figli piccoli, è di fondamentale importanza accogliere la rivelazione del bambino quando cerca di comunicare qualcosa, valorizzando la fiducia e le aspettative che il bambino pone nella persona a cui rivela il fatto, qualunque sia l’istituzione a cui appartenga. Come spiegato nel manuale di intervento psicosociale “L’abuso sessuale intrafamiliare” curato da Angelo Carini, è necessaria l’interazione e la sinergia multidisciplinare tra figure diverse come insegnanti di scuola, psicologo, pediatra, centri d’aiuto territoriali, tribunale e polizia eventualmente.
Per quanto riguarda il lavoro psicoterapeutico e di valutazione col bambino, è importante tener conto di segnali come i seguenti che possono indicare un abuso sessuale:
- 1) la bambina/il bambino ha paura, in particolare, di alcune persone o di alcuni luoghi;
- 2) paura irragionevole di una visita medica;
- 3) rappresentazione tramite disegno di atti sessuali;
- 4) repentine alterazioni emotive e comportamentali;
- 5) conoscenza e consapevolezza della sessualità adulta in età precoce;
- 6)tentativi di agiti sessuali anche con altri bambini.
Laddove possibile, mi preme sottolineare anche l’utilità di un percorso terapeutico familiare (sistemico relazionale), il che non vuol dire ripristinare un nucleo familiare che può facilmente essere devastato da un evento del genere, quanto più fare in modo che ogni componente della famiglia possa raggiungere una sufficiente spiegazione rispetto ai fatti accaduti e alla propria posizione. Gli obiettivi più nello specifico potrebbero essere:
- 1) Rompere il tabù del silenzio che ha permesso il formarsi e il protrarsi della situazione incestuosa
- 2) ripristinare la competenza genitoriale
- 3) riformulare la struttura relazionale familiare
- 4) affrontare il tema della sessualità individuale
4. Strumenti di aiuto e contatti per l’abuso sessuale
Un percorso terapeutico a orientamento psicoanalitico relazionale può aiutarti ad affrontare tale problematica. Gli approcci evidance based indicati per il trattamento del trauma da abuso sessuale sono la terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma e l’EMDR.
Se stai vivendo una situazione di violenza, è importante che tu ti rivolga al numero verde 1522, attivo 24 ore su 24, in cui potrai ricevere sostegno immediato e tutte le informazioni essenziali, come ad esempio i centri anti-violenza disponibili sul tuo territorio ed eventualmente ricevere uno spazio di rifugio e accoglienza.
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