Articolo scritto dal Dr. Andrea Silva
L’uso e gli effetti dell’alcol vengono spesso sottovalutati. Di fatto è socialmente accettato e condiviso, quasi come una bevanda come un’altra ed è di facile accesso anche per minori, a cui dovrebbe essere vietato ma, a cui, molto spesso, non viene nemmeno richiesto un documento al momento dell’acquisto, che può essere eseguito anche in un comune supermercato, con prezzi davvero accessibili a chiunque. Eppure, non solo l’alcool è una sostanza che altera la coscienza, come alcune altre droghe ma, può produrre diversi e dannosi effetti collaterali, compreso lo sviluppo vero e proprio di una dipendenza.
1. Effetti e rischi
Si beve per rompere il ghiaccio verso gli altri, ma ci si abitua in fretta a consumi forti, illudendosi di ‘reggere’. L’abuso porta al rischio di gastriti, ulcere, epatiti, cirrosi e si stima che, calcolando anche suicidi e incidenti stradali, le sostanze alcoliche uccidano circa 20 mila persone ogni anno in Italia e ben 3 milioni nel mondo.
In Italia, dai dati emersi attraverso il ministero della salute nel 2020, in piena pandemia di COVID-19, si è rilevato che sono quasi 9 milioni i consumatori di alcol a rischio e circa il 9% degli incidenti stradali, sono causati da un guidatore che ha abusato di alcool.
Le categorie di persone più vulnerabili e a rischio sono gli anziani e i minori.
Negli ultimi anni si è diffuso anche un allarmante fenomeno sociale tra i giovani: il “binge drinking” (assunzione di numerose unità alcoliche in un breve arco di tempo).
Nel 2019 questo fenomeno ha riguardato circa il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, mentre nel 2020 la percentuale per la stessa fascia di età è salita al 18,4%.
L’alcol, poi, è (indirettamente) la prima causa di morte tra i giovani al di sotto dei 24 anni, i cui decessi sono prevalentemente legati all’uso o abuso di alcol alla guida.
L’alcool è una droga a tutti gli effetti: dà dipendenza, assuefazione, problemi di astinenza (con tremori, aritmie, allucinazioni) e, in casi estremi, decesso.
2. Definizione di droga
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità La droga è ogni sostanza che:
Ha potere psico-attivo: altera il funzionamento del sistema nervoso centrale
Dà dipendenza psichica: bisogno di assumere la sostanza
Dà dipendenza fisica: la sua mancanza provoca disturbi fisici = sindrome di astinenza
Dà assuefazione: per ottenere lo stesso effetto bisogna aumentare la dose
Implica pericolosità individuale e sociale e familiare
L’alcol altera il funzionamento della nostra mente: produce in un primo tempo sensazioni di euforia ma poi induce l’addormentamento, poiché in realtà è un
sedativo del sistema nervoso centrale; la sua assunzione protratta nel tempo induce
assuefazione e provoca dipendenza.
Quindi l’alcool è una droga e crea sia sintomi di dipendenza psicologica, che di dipendenza fisica.
3. Sintomi da dipendenza da alcool
3.1 Sintomi da dipendenza fisiologica
- Incapacità di controllare l’assunzione di sostanze psicotrope o cibo
- attività o comportamenti finalizzati a procurarsi la sostanza
- modificazioni sostanziali nel: carattere, umore e capacità cognitive (memoria, concentrazione, attenzione, comprensione, capacità logiche visuo -spaziali)
3.2 Sintomi di dipendenza fisica:
- TOLLERANZA AGLI EFFETTI DELL’ALCOL
- CRAVING (desiderio irresistibile a ripetere l’esperienza dell’assunzione della sostanza di cui si è stati dipendenti
3.3 Sintomi di astinenza
- Tremori
- Nausea/ vomito
- Crisi epilettiche
- Allucinosi
- Delirium tremens
4. Fattori di rischio e fattori protettivi
Se è vero che una buona fetta di adulti e anziani non segue un modello di consumo moderato e che avrebbe la necessità di un intervento sociosanitario di prevenzione, sono i giovani compresi tra gli 11 e i 24 anni quelli più soggetti all’abuso di alcool. Quest’ultima fascia di età è anche quella più suscettibile ai cambiamenti e alle problematiche socio-relazionali che spesso sono le cause che determinano in loro l’abuso di alcool.
Vediamo quindi in breve quali sono i fattori di rischio che possono avvicinare i giovani all’uso e soprattutto abuso di alcool.
4.1 Fattori di rischio
- Difficoltà scolastiche o lavorative
- Difficoltà relazionali
- Morte di un coetaneo soprattutto per cause violente
- Aspettative eccessivamente elevate (interne o esterne)
- Percezione di freddezza, ostilità, rifiuto. Conflittualità elevata nei genitori.
- Eccessiva ingerenza o invischiosità familiare
- Mancanza di chiarezza sui ruoli familiari, incapacità a riconoscere l’autorità genitoriale
Vediamo ora invece quali sono quei fattori che possono invece essere protettivi e che possono pertanto indirizzare i giovani ad una maggior consapevolezza e capacità gestionale delle proprie problematiche senza farli incorrere a soluzioni drastiche e inadeguate come l’abuso di alcool.
4.2 Fattori protettivi
Famiglie che siano in grado di:
- Creare relazioni caratterizzate da accettazione, calore e affetto
- Favorire l’autostima, le competenze cognitive e morali
- Favorire l’ascolto e la comprensione reciproca, il dialogo e il confronto
- Non incoraggiare competitività e comportamenti aggressivi
- Trasmettere e valorizzare la distinzione dei ruoli che ogni componente occupa nell’ambito familiare come risorsa unica e irripetibile
- Educare alla responsabilità delle proprie azioni, come risultato di scelte ragionate e consapevoli
- Educare al rispetto dell’autorità e delle regole
- Promuovere uno stile educativo attento, autorevole e coerente
- Capacità di relazionarsi correttamente nei vari ambiti di vita dei figli(scuola, oratori, ambiti sportivi, etc.) creando alleanze educative
Scuole, oratori, società sportive, agenzie educative ecc… che siano in grado di:
- Fornire strumenti per riconoscere i propri limiti e le proprie risorse, per autodefinirsi mediante il rispecchiamento e il confronto
- Responsabilizzare e favorire la ricerca attiva di una soluzione dei conflitti, evitando forme di controllo umilianti ed intimorenti, ma ponendo il conflitto come un’opportunità di crescita
- Impedire che condotte rischiose vengano associate a sensazione di adeguatezza, competenza, riconoscimento ed accettazione da parte del gruppo
- Educare alla prosocialità, all’attenzione per gli altri; promuovere un clima di solidarietà e fiducia reciproca
- Dare compiti di responsabilità e premiarli
- Promuovere l’autostima sottolineando e valorizzando capacità
- Conoscere il territorio e informare sui servizi disponibili, favorendone l’accesso
- Creare possibilità di analisi di ruolo e stile dell’”educatore” che si deve pensare come possibile modello
5. Cause Genetiche e/o socio-ambientali
Grazie ai rapidi progressi tecnologici sulle analisi genetiche, oggi è diventato più facile individuare basi biologiche di disturbi complessi vari; infatti molti medici prendono spesso in considerazione il profilo genetico di una persona, nonché alcuni fattori di rischio familiari e ambientali per curare patologie complesse come l’ipertensione o i tumori.
Così la scienza oggi è arrivata ad individuare anche dei fattori genetici che rendono vulnerabili alla dipendenza da alcolici e che potrebbero portare allo sviluppo di terapie mirate, aiutando le persone a rischio a fare scelte più consapevoli per la propria vita.
Quindi i geni possono avere un ruolo importante nel determinare protezione o suscettibilità rispetto all’alcool. Chiarire i processi biologici in grado di favorire e rafforzare la dipendenza all’alcool aiuterà senz’altro a rendere più efficaci le terapie esistenti e o a svilupparne di nuove, ma le predisposizioni genetiche non sono mai un destino ineluttabile. I geni possono interagire con specifiche condizioni ambientali tossiche, determinate da abusi o carenze, creando alcuni problemi per alcuni portatori ma non per altri. Nessuno diventa alcolista senza aver fatto qualche scelta sbagliata
Quindi il problema alcol, come abbiamo visto può svilupparsi per varie ragioni e quindi va affrontato in diversi contesti sia a livello preventivo che curativo.
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