Ansia da separazione: sintomi, cause e cura

Ansia da separazione_ sintomi cause e cura

Articolo scritto dalla Dr.ssa Maria Iannibelli 

L’ansia non è solo una cosa da grandi, anche i bambini possono provarla e manifestarla in determinate situazioni. In momenti della giornata e/o settimana attraverso comportamenti differenti rispetto a quelli che siamo abituati a vedere negli adulti con difficoltà ansiose. 

Alcuni bambini risultano avere delle grosse difficoltà nel momento della separazione con i genitori. Manifestano tutta una serie di sintomi comportamentali e/o somatici che rendono difficile la separazione. 

La caratteristica principale dell’ansia da separazione è una paura eccessiva, talvolta mascherata da comportamenti di chiusura e ritiro. Il bambino manifesta l’ansia da separazione quando si allontana e/o percepisce un’imminente separazione dai familiari a cui è profondamente legato, ossia le sue figure di riferimento. L’esordio si colloca in età prescolare/scolare, la prevalenza diminuisce dall’infanzia all’adolescenza e l’età adulta ed è maggiormente diffusa nei bambini con meno di 12 anni. 

1. Sintomi dell’ansia da separazione 

Il bambino con ansia da separazione è spaventato e/o ansioso in situazioni che implicano la separazione dalle sue figure di attaccamento, la gravità di tale ansia e/o paura è però inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo dell’individuo. Ricorrono paure relative al fatto che i propri genitori possano avere degli incidenti e/o che possano verificarsi eventi catastrofici che potrebbero determinare una separazione definitiva. L’idea è che questi siano costantemente a rischio per cui spesso vengono messi in atto comportamenti di controllo verso i propri familiari quali continue telefonate per sapere dove sono e cosa stanno facendo. Oltre alla preoccupazione relativa alla figura di attaccamento, l’ansia da separazione implica che il bambino sia preoccupato per se stesso e per la possibilità che un evento imprevisto (perdersi, avere un incidente, essere rapito) possa allontanarlo per sempre dalle sue figure di riferimento. L’ansia da separazione si manifesta inoltre attraverso comportamenti di evitamento quali rifiuto di uscire e/o stare da soli, i bambini spesso non vogliono andare a scuola per paura della separazione. Inoltre si può avere difficoltà a dormire fuori casa o in generale senza avere vicino le figure di attaccamento. Tra i bambini sono comuni somatizzazioni quali mal di stomaco, battito cardiaco accelerato, sudorazione, vertigini e fiato corto, tra gli adolescenti sono più comuni sintomi come mal di testa, mancanza d’aria, palpitazioni e attacchi di panico; le somatizzazioni tendono infatti a variare con l’età. 

2. Le cause dell’ansia da separazione

L’ansia da separazione può manifestarsi dopo un evento di vita stressante come la malattia di un familiare, un cambio scuola o un trasloco in una zona diversa, la morte di una persona cara o di un animale domestico, un evento che ha comportato per un certo periodo di tempo una separazione dalle figure di attaccamento. Sperimentare lievi livelli di ansia da separazione fa parte del normale sviluppo del bambino, infatti tra i 18 e i 24 mesi i bambini possono mostrare normali livelli di ansia da separazione mentre compiono i primi passi verso l’esplorazione e richiedono quindi la vicinanza del genitore in cerca di sicurezza. 

3. Come superare l’ansia da separazione

È normale che il bambino manifesti disagio al momento della separazione con il genitore, le tempistiche e il livello di intensità con cui compare tale disagio possono variare da bambino a bambino. In queste situazioni ciò che può aiutare è spiegare al bambino che l’ansia è un meccanismo fastidioso ma non pericoloso, che si attiva in situazioni di pericolo e che ha una durata limitata nel tempo. Parlare al bambino di come spesso non deve essere necessariamente presente un pericolo ma che a volte basta semplicemente un pensiero per far si che l’ansia compaia e faccia diventare pericolosa la situazione ai nostri occhi. Inoltre può essere utile dirgli che è normale provare paura quando la mamma o il papà si allontanano, provando a comprenderlo e aiutandolo ad esprimere ciò che prova. Una buona strategia potrebbe essere quella di rinforzare il bambino quando riesce a superare questi momenti così brutti facendo notare che di fatto non è successo niente; mostrare tranquillità al momento della separazione perché i bambini sono molto attenti alle emozioni dei genitori e supportarlo nell’esplorazione. 

Se nonostante gli sforzi dei genitori l’ansia del bambino tende a rimanere stabile nel tempo al punto di interferire con le normali attività della vita quotidiana, potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista. 

4. Come migliorare l’ansia da separazione con la terapia psicologica

Il riconoscimento precoce dell’ansia da separazione permette una corretta presa in carico e di conseguenza riduce il rischio che essa determini lo sviluppo di difficoltà importanti da parte del bambino. La terapia cognitivo comportamentale è il trattamento di elezione per l’ansia da separazione e prevede il coinvolgimento dei genitori la cui partecipazione è fondamentale all’interno dell’intero percorso, questo varia a seconda dell’età del bambino. 

5. Terapia cognitivo comportamentale per l’ansia da separazione

I modelli clinici cognitivo-comportamentali assumono che il bambino manifesti ansia in determinate situazioni stimolo secondo le rappresentazioni cognitive che ha di tali situazioni. Tali rappresentazioni cognitive includono aspettative molto catastrofiche e pericolose in merito alla situazione. 

Diversi programmi di tipo cognitivo-comportamentale hanno dimostrato una buona efficacia nel lavoro terapeutico con bambini e adolescenti con disturbi d’ansia. Esistono delle differenze tra i diversi programmi a seconda delle difficoltà ansiose, vi sono però degli elementi comuni a tutti i tipi di trattamento e quindi anche al trattamento dell’ansia da separazione. 

Innanzitutto è previsto un momento di psicoeducazione rivolta sia ai bambini che e ai genitori dove viene spiegata la relazione tra i pensieri, le emozioni e i comportamenti; successivamente ci si concentra sul riconoscimento e sulla gestione delle proprie emozioni per prendere confidenza con le proprie risposte ansiose e trovare possibili modalità di gestione. In seguito si aiuta il bambino a riconoscere il ruolo che i propri pensieri hanno sulle risposte ansiose e come le rappresentazioni cognitive distorte siano coinvolte nelle manifestazioni di ansia, solo successivamente si aiuterà il bambino a lavorare sulle proprie distorsioni cognitive in modo da poter poi favorire l’esposizione sia immaginativa che in vivo; in questo modo il bambino potrà mettere in pratica le abilità emotive e cognitive apprese. 

Tutti i programmi prevedono che gli interventi siano infine focalizzati sulla prevenzione delle ricadute e quindi sulla preparazione alle nuove sfide che il futuro riserverà al bambino. 

Stai attraversando un momento difficile? Prenota una sessione e inizia ora a risolvere i tuoi problemi, attraverso l’aiuto della Dr.ssa Maria Iannibelli.

I nostri link preferiti