Ansia e Paura del Futuro: Inizia, con Pochi Piccoli Passi, a Vivere uno Stile di Vita Mindfulness

oto ansia e paura del futuro

Articolo scritto dalla Dr.ssa Noemi Maccariello

Ti è mai capitato di avere gli stessi pensieri o preoccupazioni che occupano gran parte delle tue giornate (o nottate)? Oppure, avere pensieri o preoccupazioni differenti, ma riconducibili ad un’unica grande preoccupazione, il futuro?

Non temere, non sei l’unica persona, è un fenomeno più diffuso di quanto tu possa immaginare. Complice sarà sicuramente stata la scia di incertezze e di senso di precarietà e di impermanenza in cui ci ha travolti lo stato emergenziale della pandemia. Oltre a quest’ultimo, i motivi potrebbero essere di diversa natura, legati a fattori esterni o interni a noi. Quelli esterni, per esempio, potrebbero essere rappresentati da  un lavoro instabile o che non ci soddisfi pienamente, da relazioni affettive incerte, difficoltà economiche; i motivi più interni a noi potrebbero essere insicurezza, paura di non essere all’altezza,di non farcela o di non essere abbastanza. 

1. Ansia preparatoria verso il futuro

Inizio con lo svelarti che non c’è nulla di patologico nel pensare al domani o nel provare una certa ansia, definita “preparatoria”, in quanto ci permette di arrivare a quel domani “pronti” e non totalmente sprovvisti, come per esempio studiare anticipatamente per un esame, per arrivare al fatidico giorno sicuri di se stessi. Oppure, un altro esempio calzante attiene al quando dobbiamo affrontare un viaggio, e prepariamo tutti i bagagli pensando a cosa ci potrebbe essere utile e cosa no, cercando di anticipare anche l’esperienza che andremo a vivere: “avrò caldo o avrò freddo? Andrò in piscina oppure no? Meglio portare l’abito elegante per andare  in quel lussuoso ristorante o meglio restare più casual?”.

Formulare questo tipo di pensieri ed immagini di vita prossima, ma non ancora appartenenti al tempo presente, spesso ci fa sentire agitati o in ansia, ma è quel tipo di attivazione che ci permette di fare concretamente delle cose, in maniera funzionale e di compiere delle azioni di senso, dove il “fare” è un fare pieno e consapevole e che favorisce il raggiungimento di un obiettivo.

2. Quando il futuro diventa minaccioso

Le difficoltà iniziano quando subentrano altri tipi di meccanismi e di pensieri che ti risucchiano totalmente, come in un vortice senza fine e che hanno come conseguenza un blocco oppure il fare tante cose per non fare niente. I vissuti sottostanti possono essere molteplici: ansia, paura, angoscia, senso di fallimento, scarsa autostima, demotivazione, affaticamento fisico e mentale, stress, difficoltà nel sonno, attenzione labile.

Non che il pensare sia sempre necessariamente negativo. Può rivelarsi molto produttivo, in quanto è il frutto delle nostre sensazioni e delle nostre percezioni. Ma alcuni frutti sono buoni e altri no. Se proviamo molta preoccupazione, paura o angoscia, ciò rappresenta un terreno fertile per un pensare che è del tutto inutile, improduttivo e dannoso.

Da un punto di vista organico, il nostro organismo, allerta il sistema nervoso con  risposte di attacco, fuga o immobilizzazione, legate al nostro primordiale istinto animale e che si attivano di fronte ad uno stimolo percepito come pericoloso. Ovviamente questo meccanismo ha permesso la sopravvivenza della specie, ma adattarsi, sopravvivere non vuol dire vivere, e tanto meno vivere bene.

Il futuro, quindi, può essere vissuto come qualcosa di minaccioso, di sconosciuto che ci incute paura e angoscia e di fronte al quale, l’organismo attiva le suddette risposte di sopravvivenza, facendoci sperimentare una costante condizione di stress, sia a livello psicologico che fisiologico.

3. Come fare quindi per interrompere la “radio non stop thinking” ed essere liberi dai pensieri, dalle preoccupazioni e dalle relative invalidanti ansie? Come fare a rompere gli automatismi del pensiero?

Dovremmo imparare a diventare consapevoli di cosa “sentiamo” e non solo di cosa pensiamo, vivendo in modo “mindful”. Non hai bisogno di investire un sacco di tempo e sforzi per prepararti a smettere di pensare. 

Il primo grande passo è il porre la “PIENA ATTENZIONE” :

  1. Porta l’ attenzione alle azioni automatiche del quotidiano. Prova a non dare niente per scontato , anche la più semplice azione, come lavare i piatti o guidare la macchina. Esempio, mentre lavi i piatti, poni l’attenzione sulla consistenza della spugna, sulla temperatura dell’acqua, sull’effetto che l’acqua o la schiuma del detersivo ti generano sulla pelle. Guarda ciò che fai, ascolta le sensazioni dentro di te, divieni consapevole.
  2. Porta l’attenzione sul respiro: la semplice azione di far caso al respiro ne favorisce l’autoregolazione, nel caso, per esempio, stai trattenendo aria o se sei in affanno. Ora, adesso, mentre sei in ufficio o sulla poltrona, chiudi gli occhi, raddrizza la schiena e fai un respiro, prendi atto del suo entrare ed uscire. Se arriva qualche pensiero, torna al respiro, ed espirando, tira fuori le tensioni e immagini i pensieri come il suono di una radio che diventa sempre più flebile e lontana.
  3. Poni attenzione al tuo corpo: sei rilassato o teso, dove senti la tensione? Più in superficie, spalle, schiena, gambe o qualche fastidio interno, mal di pancia, battito cardiaco accelerato o di altro tipo? Bene, prendine atto, senza giudicare, semplicemente riconoscendo ciò che senti e porta il respiro in quell’area, e lascia andare fuori, inspira ed espira, e lascia andare le tensioni.
  4. Poni attenzione al tuo camminare: allo scopo di assaporare davvero i passi che fai mentre cammini, consenti alla tua mente di lasciar andare qualsiasi preoccupazione o progetto. Inspiri ed  e fai un passo. Continua a fare passi a ritmo di inspirazione ed espirazione, se la tua mente vaga, riportala sul tuo respiro. Concediti anche solo 20 secondi.

Ti consiglio, inoltre, quando farai queste semolici azioni, di rallentare il ritmo, ricorda che esiste solo il presente, perché il passato e il futuro sono soltanto nella nostra mente; accenna un sorriso, scioglie le tensioni nella mandibola e nelle tempie, favorendo un senso di rilassamento.

Con la pratica della consapevolezza puoi rimanere radicato nel momento presente, dove la vita e tutte le meraviglie sono reali e disponibili per te. All’inizio può servirti un po’ di tempo prima di riuscire a rinunciare a pensare, dovrai prefiggerti un impegno verso te stesso, per tornare a te.

Concludo con le parole di un grande maestro buddista e di meditazione, Thich Nhat Hanh:

“Con l’atto d’inspirare consapevolmente entri in te.

Il tuo corpo sta respirando, 

e il tuo corpo è la tua casa.

 In ogni respiro puoi tornare a te”

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