Articolo scritto dalla Dr.ssa Marta Giner Alventosa
L’essere umano è una specie che si caratterizza per essere conviviale e sociale, eppure ci sono tante persone che temono gli altri e non riescono a godersi appieno questa esperienza.
Se anche tu ti senti a disagio in situazioni sociali e di condivisione con gli altri, leggendo questo articolo capirai meglio cos’è l’ansia sociale, come gestirla, e come la terapia cognitivo comportamentale può aiutarti.
1. Ansia sociale: cos’è?
Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, a grandi linee, i criteri per parlare di ansia sociale sono:
- paura o ansia marcata davanti a situazioni sociali, nelle quali si è esposti al possibile giudizio degli altri; ad esempio avere una conversazione, incontrare persone sconosciute, essere osservati mentre facciamo qualcosa, ecc;
- il timore di manifestare sintomi di ansia che saranno valutati negativamente come umilianti o imbarazzanti; inoltre si teme che queste manifestazioni porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per le altre persone;
- quando le situazioni sociali temute sono evitate oppure sopportate con paura o ansia intense, ovvero sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione;
Questo vuol dire che, chi soffre di ansia sociale, può potenzialmente sentirsi a disagio in situazioni quotidiane come il lavoro (scuola o università), o in situazioni amicali e sentimentali.
Una delle strategie che queste persone possono adottare, come abbiamo visto prima, è evitare le situazioni che si temono. Non si rendono conto, però, che facendo ciò si precludono esperienze piacevoli per la propria vita a causa della paura dell’eventuale possibilità di “fare una figuraccia”, o che si noti che il loro stato d’ansia. Non solo, così facendo, si negano anche la possibilità di imparare ad affrontare le situazioni temute.
2. Ansia sociale: come gestirla
L’ansia è un’emozione di base, cioè è presente in tutti gli esseri umani indipendentemente dalla nostra cultura di appartenenza. Funziona come un segnale di allarme indicandoci che siamo davanti un pericolo.
Il problema, nel caso dell’ansia sociale, è che questo allarme funziona come i rilevatori di fumo che, talvolta, si accendono in assenza di fumo facendoci pensare che c’è un pericolo che in realtà non esiste.
L’ansia, quindi, ci aiuta ad affrontare le situazioni, per cui non bisogna preoccuparsi se davanti certe situazioni sociali proviamo ansia: è del tutto normale! Anzi, non è realistico pensare che possiamo vivere senza provare qualche volta quest’emozione. Come è noto, è una dell’emozioni di base (come la gioia d’altronde) per cui fa parte della nostra eredità biologica.
Ad esempio se abbiamo un discorso da fare, l’ansia ci spronerà a studiare e prepararci. Possiamo aiutarci con piccoli trucchi per non farle prendere il sopravento:
- Tecniche di respiro o rilassamento prima di iniziare il nostro discorso;
- Immaginarci la platea nuda, in mutande (in qualsiasi situazione imbarazzante) per distogliere così l’attenzione dai nostri segnali fisici di ansia.
L’importante non è non provare ansia, ma fare in modo che questa non sia così intensa da farci evitare determinate situazioni. Se, invece, da almeno sei mesi ti trovi in questa situazione forse è arrivato il momento di chiedere aiuto.
3. Terapia cognitivo comportamentale per l’ansia sociale
Secondo le linee guida NICE, il trattamento psicologico da scegliere, per aver dato dimostrate prove di efficacia in casi di ansia sociale, è la terapia cognitivo comportamentale.
La terapia cognitivo comportamentale ritiene che non sono gli eventi a farci provare determinate emozioni ma il nostro pensiero che agisce da filtro tra la realtà e le nostre emozioni e comportamenti.
Nel caso dell’ansia sociale, ciò vuol dire che, ad esempio, non è il fatto di dover parlare in pubblico che mi provoca ansia, ma il pensiero che sarà terribile, che chi mi ascolta si accorga che divento rossa durante il mio discorso.
È importante iniziare il percorso terapeutico con una prima parte di psico educazione per utilizzare un linguaggio condiviso tra paziente e terapeuta. Imparare cos’è l’ansia sociale e gli elementi chiave dell’approccio cognitivo comportamentale è il primo paso per dare un nome e affrontare le nostre difficoltà.
Per il trattamento dell’ansia sociale, poi, il percorso prevede tre aree di intervento principali:
- Gestione fisica dell’ansia con tecniche di respiro e di rilassamento: il correlato fisico dell’ansia è spesso intenso, creando disagio a chi ne soffre. Allievare quest’aspetto aiuta ad affrontare al meglio i successivi step del percorso terapeutico;
- Identificare pensieri e schemi disfunzionali che fanno sì che le situazioni sociali vengano percepite come minacciose e riformularli in un modo più funzionali;
- Esposizione graduale alle situazioni temute.
In questo articolo, abbiamo visto che l’ansia è un’emozione necessaria e utile nella nostra vita, ma che in certe circostanze sociali può tramutarsi in ansia sociale creando disagio e portando a chi ne soffre a evitare situazioni che altrimenti si goderebbero.
Ci sono piccoli trucchi che possono aiutarci a gestire meglio la normale ansia, ma quando questa è molto intensa e sproporzionata per la situazione in cui ci troviamo è bene cercare aiuto.
La terapia cognitivo comportamentale è l’approccio più efficace per l’ansia sociale agendo tanto sulle manifestazioni fisiche come cognitive e comportamentali.
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