Bambini e Mondo Digitale: Consigli Per i Genitori

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Anna Marchesi

Umberto Galimberti, nel suo nuovo saggio “Il libro delle emozioni” parla di “sorvegliare il futuro dei nativi digitali”  (U. Galimberti, “Il libro delle emozioni”, 2021). Nonostante, infatti, i bambini e i ragazzi sembrino oggi molto più veloci e capaci di noi adulti di muoversi all’interno di questa nuova realtà, è importante ricordare che cambiamenti così rapidi possono comportare grandi rischi, ed è responsabilità del mondo adulto fornire loro gli strumenti cognitivi, ma, soprattutto, emotivi, per orientarsi e non smarrire la propria identità all’interno della rete. 

1. Cosa sono le tecnologie digitali?

Le tecnologie digitali sono le tecnologie che consentono gli scambi di informazioni in tempo reale tra utenti, le più diffuse sono ad esempio la tecnologia mobile e la tecnologia social. Ciò ha avuto un impatto così forte sulla nostra vita che si parla di una vera e propria rivoluzione digitale. Gli italiani infatti trascorrono in media 6 ore al giorno online, tra navigazione in internet e su YouTube, social media, streaming, musica e videogiochi. 

2. Chi sono i Nativi Digitali?

Il mondo digitale, che comprende l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche come internet e i social network, condiziona il nostro modo di pensare e di sentire. Questo accade agli adulti, che sono considerati “immigrati digitali” e, a maggior ragione, ai bambini, che sono detti invece “nativi digitali”. Giuseppe Riva nel suo libro “Crescere e apprendere nel mondo dei nuovi media” parla di Generazione Y (G. Riva, “Crescere e apprendere nel mondo dei nuovi media”, 2019 ), cioè di coloro che sono nati e cresciuti quando la tecnologia era già diffusa, dal 2000 in poi. Il 2002 è considerato infatti l’anno di inizio della cosiddetta Era digitale. In questi bambini quindi l’uso della tecnologia avviene fin dalle prime fasi della crescita e questo incide sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. 

Aspetti cognitivi: per quanto riguarda l’aspetto cognitivo, vi sono senza dubbio degli effetti positivi, in quanto per i bambini nativi digitali la tecnologia è trasparente e immediata e sviluppano un maggior numero di schemi cognitivi, cioè modelli di organizzazione della realtà, rispetto agli adulti. Ma possono esserci risvolti negativi, come una diminuzione del pensiero problematico in favore di un pensiero di tipo binario, cioè basato su opposti (sì/no, mi piace/non mi piace). Spesso sembra che manchino loro le risorse per gestire tutta la libertà e la scelta che questo nuovo mondo offre e gli strumenti per dare il giusto valore alle cose. 

Aspetti emotivi: dal punto di vista emotivo, questi bambini appaiono meno capaci di gestire, di comprendere e di riconoscere le emozioni proprie e altrui. Le emozioni vengono sempre più spesso sperimentate in modo mediato, attraverso i social network, le chat e i servizi di messaggistica istantanea, e questo comporta un maggiore distacco emotivo, da cui può derivare il cosiddetto analfabetismo emotivo: non hanno parole per descrivere le emozioni proprie e altrui e mancano di controllo su di esse. In tali condizioni, diventa quindi molto difficile per loro gestire le emozioni negative. Ciò, con l’arrivo del periodo dell’adolescenza, può comportare gravi conseguenze come bullismo, disturbi alimentari, tossicodipendenze e alcolismo. In più, il maggiore utilizzo delle tecnologie in svariati aspetti delle nostra vita quotidiana, comporta una riduzione dei processi di socializzazione reali, che può condurre a fenomeni di de-realizzazione, cioè di deficit nella percezione della realtà e diminuzione del contatto con essa. 

3. Educazione digitale

A fronte di tali cambiamenti, quindi, è estremamente importante che i genitori, ma in generale tutti gli adulti e la scuola, si assumano il compito di educare bambini e ragazzi alle emozioni e ai sentimenti, per formare adulti che saranno in grado di gestire la complessità del mondo in cui viviamo oggi. I media offrono una quantità di informazioni che oltrepassa la nostra capacità di percezione emotiva. Gli strumenti di comunicazione basati sulle immagini coinvolgono direttamente l’aspetto emotivo, ma non vi è il tempo per un’adeguata elaborazione. È sicuramente positivo avere libero accesso all’informazione, ma è necessario possedere gli strumenti per interpretarla, per questo è importante fornire ai bambini e ai ragazzi adeguati metodi di ricerca e capacità di discernere, quindi di giudicare e di decidere, così che non siano fruitori passivi di contenuti uguali per tutti, ma possano formarsi un proprio giudizio personale. È fondamentale, oltre a trasmettere conoscenze, coltivare le capacità di comprensione, di ragionamento e di giudizio critico. Ciò è possibile ponendoci per primi come esempio di un corretto utilizzo del digitale e, in generale, di uno stile di vita improntato ai valori dell’autoconsapevolezza, autocontrollo ed empatia.  Non dobbiamo sottrarci al nostro ruolo di educatori, ma operare per avvicinare i bambini, fin da piccoli, alla dimensione culturale, senza imporre, ma proponendo esperienze artistiche, lettura di storie, fiabe, poesie, racconti mitologici, che costituiscono i linguaggi e le narrazioni con cui affrontiamo il mondo, ponendo attenzione a trovare contenuti che siano in linea con il vissuto emotivo del bambino in quel momento di vita. È necessario quindi avere cura del livello di maturazione emotivo-sentimentale dei bambini: condividere le nostre emozioni con loro e invitarli a raccontarsi, a parlarne, a confrontarsi, permette di aumentare la loro consapevolezza dei propri stati emotivi e delle modalità con cui si relazionano. Fornire inoltre ai bambini e ai ragazzi momenti e spazi di concentrazione, di silenzio e di solitudine permette loro di coltivare le capacità di riflessione e di approfondimento e sviluppare l’interiorità. 

In conclusione, quindi, per contrastare i rischi che il mondo virtuale porta con sé, come  l’esagerato individualismo e il senso di vuoto generati dai falsi legami costruiti in rete, l’analfabetismo emotivo e il disorientamento, è fondamentale guidare i giovani verso percorsi orientati alla costante ricerca di senso e significato e alla scoperta delle proprie potenzialità.  

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