Articolo scritto dalla Dr.ssa Benedetta Ghimenti
Ci sono poche cose su cui le persone possono concordare all’unanimità, una di queste è che fare il genitore è un lavoro duro e non sempre facile. Sarebbe bello ci fosse un manuale già pronto da studiare prima dell’arrivo dei figli, ma purtroppo nessuno è mai riuscito a scriverlo. Per questo motivo, quando i genitori si trovano di fronte al difficile compito di crescere al meglio i propri figli spesso possono dubitare delle proprie decisioni e dei propri metodi. La domanda dolorosa che molti genitori si pongono soprattutto in un momento di crisi della crescita del figlio è: sono un cattivo genitore?
Questa domanda porta con sé preoccupazione, delusione, tristezza. La risposta è che, probabilmente, il genitore perfetto non esiste, ma che ci sono tanti modi per migliorarsi come genitori e più in generale come persone.
1. Il genitore perfetto non esiste
Viviamo in una società che mira a renderci perfetti dove viene data importanza al fatto di non commettere errori e al mostrare le parti migliori di sé, il tutto amplificato dall’uso dei social network . Questo fa sì che anche nell’aspetto della genitorialità si cerchi di raggiungere uno standard impossibile di genitore perfetto.
Winnicott, famoso psicoanalista, già nella prima metà del 900 affermò che la madre perfetta non esiste, ma che esiste la madre “sufficientemente buona” . Questo tipo di mamma è quella che sbaglia, che ha dei momenti di difficoltà, ma che è consapevole dei propri sentimenti e dei propri limiti (potremmo fare lo stesso discorso per i papà!).
Quindi, se vi siete posti la domanda sul se siete dei buoni genitori o meno siete già sulla strada giusta. Mettersi in discussione, non dare per scontato di fare tutto bene con i nostri figli ci rende dei genitori più attenti e vicini ai bisogni dei nostri bambini.
2. Non c’è un unico modo di fare i genitori
Il manuale del perfetto genitore non esiste, perché non esiste un unico modo di essere genitori. Prima di tutto, un bambino generalmente ha una coppia genitoriale che lo cresce e lo educa o, anche nelle famiglie monogenitoriali, il bambino ha più punti di riferimento adulti durante la sua crescita.
Quando pensiamo alla coppia genitoriale, dobbiamo pensare a una squadra in cui ognuno porta qualcosa di diverso, ha le sue peculiarità, i suoi punti di forza e di debolezza. Questo significa che ogni genitore, con le sue caratteristiche, insegnerà al figlio più alcuni valori rispetto agli altri, sarà più attento ad alcuni aspetti e meno ad altri.
Per il bambino avere modelli diversi da cui apprendere e con cui relazionarsi significa poter formare una personalità complessa e unica a partire proprio dalle differenze che riconosce nei propri genitori.
3. Come mai ci sono diversi tipi di genitori?
Ognuno di noi, prima di essere genitore, è stato un figlio e ha visto come la sua mamma e il suo papà lo hanno cresciuto e quali valori gli hanno lasciato. A volte un genitore con i propri figli vorrebbe ricreare un ambiente simile a quello in cui è cresciuto, altre volte invece vuole fare tutto l’opposto. Per esempio, se ho avuto una mamma poco affettuosa e l’affetto, quando ero piccola mi è mancato, cercherò di dare ai miei figli tutto il calore del mondo. Il rischio è però quello di esagerare.
Conclusioni
I figli in alcuni momenti della loro crescita metteranno i loro genitori di fronte a delle difficoltà, per alcuni può essere quando sono molto piccoli, per altri quando sono in età scolare o in adolescenza. Ci possono essere dei momenti in cui i genitori sentono di perdere il controllo e di non riuscire a capire qual è il modo giusto di relazionarsi al loro figlio, nonostante l’amore che li lega a lui.
Se questo periodo è intenso o perdura nel tempo rivolgersi a un professionista per capire come mai è così difficile essere il genitore che vorremmo essere, soprattutto in particolari momenti della crescita del bambino, può essere un modo per migliorarsi come genitori e come persone e i benefici ricadranno inevitabilmente anche sui figli.