Articolo scritto dalla Dr.ssa Grazia Munciguerra
Ti sei mai chiesto come una coppia nasce? Come è possibile che due individui così diversi, o cosi uguali, riescano a trovarsi e formare una coppia? Qualcuno afferma che la nascita di una coppia sia una casualità, mentre altri sostengono con fermezza che l’altro si sceglie. Inoltre, così come esiste un ciclo di vita individuale, esiste un ciclo vitale della coppia che parte dall’incontro tra due sconosciuti. Vedremo in quest’articolo come, dal nulla o forse no, si sceglie quella persona e nessun’altra.
1. L’incontro
Ogni rapporto di coppia emerge dall’incontro di due individui diversi, che arrivano da due mondi diversi, che riflettono idee, speranze, illusioni ed elementi della propria storia personale che a volte possono essere punti d’incontro nella coppia mentre altre l’esatto opposto. Dopo un’iniziale fase di innamoramento, in cui si valuta la possibilità di creare una storia “seria” e formalizzata, la coppia si stabilizza e il legame si approfondisce. Da due individui si crea una diade in cui entrambi si influenzano e vengono influenzati dalla stessa relazione.
Il legame di coppia si stabilisce grazie al legame di attaccamento con le figure significative della nostra vita: i nostri genitori. La relazione che siamo riusciti a stabilire con i nostri genitori crea un imprinting, ovvero un modello per le future relazioni, appunto. È un imprinting percettivo quello che ognuno di noi assimila in quanto il modello non è solo frutto della relazione con i nostri genitori, ma deriva anche da cosa abbiamo osservato nella relazione che i nostri genitori esprimono tra loro. Da qui l’idea che nell’incontro, gli innamorati portano in dono all’altro sia il proprio vissuto individuale, che la propria storia familiare.
2. Il proprio vissuto
Ti sarai probabilmente chiesto perché hai scelto quella persona e non un’altra. È vero che spesso la scelta del partner rimanda a dei bisogni che sentiamo abbiano necessità di essere soddisfatti, come quelli di sicurezza o di mera conservazione della specie; ma è anche vero che nell’altro, individuiamo parti di noi stessi che però non riusciamo a vedere in noi stessi, anche se sono presenti. L’altro le impersonifica completamente, e nell’innamoramento ci diamo la possibilità di amare ciò che non riusciamo ad amare in noi, e che molto spesso rifiutiamo. Grazie all’altro riusciamo però ad avvicinarci a tutti questi elementi rifiutati, e cominciamo ad amarli. È possibile dunque che la scelta dell’altro possa avvenire per diversità: amare qualcosa di diverso da me. Tutto questo diminuisce, man mano che all’innamoramento si sostituisce l’amore vero e proprio, in cui è possibile individuare cosa appartiene a noi e cosa all’altro.
3. La costruzione del noi
Dalla simbiosi e dall’idealizzazione, in cui l’altro nell’innamoramento diventa tutto ciò che si desidera e anche di più, si passa alla fase della differenziazione, chiamata anche fase del risveglio: si individuano le differenze, le particolarità di ognuno ed è anche la fase più delicata. Il partner non è più idealizzato, ma ora è visto sul piano concreto. Una volta che entrambi i partner hanno i piedi ben saldi a terra, c’è la cosiddetta fase della sperimentazione: ognuno deve riconoscersi come individuo a prescindere dalla coppia e sperimentarsi all’esterno come parte della coppia anche essendo un individuo. Quando ogni fase è stata attraversata positivamente, i partner si riavvicinano, sapendo di poter contare l’uno sull’altro, di avere le capacità di poter esprimere se stessi e la propria individualità nella coppia fino a giungere all’amore maturo, quello in cui l’altro è visto per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti. Ed è questo il momento in cui il NOI è più forte e più sentito da entrambi i partner.
4. La storia familiare
Anche la storia familiare può influenzare la nascita di una coppia e l’incontro speciale tra due individui. Come?
Le relazioni familiari possono creare un mito sulle relazioni tra i partner per cui sono già definite le aspettative. In queste, è già descritto come una relazione può e deve evolvere e soprattutto anche gli elementi che deve avere. È vero che l’individuo può scegliere di andare contro il mito familiare, ma spesso non ne è consapevole per cui si affida ad esso. Uno dei miti sulla relazione potrebbe essere che il partner uomo è il cosiddetto “principe azzurro” per cui tutto ciò che va contro questo mito non è contemplato. La storia familiare porta dunque ad un’attenzione selettiva indotta che porta a considerare solo ed esclusivamente quegli elementi che si legano al mito e a rifiutare tutti gli altri aspetti che potrebbero invece contrastarlo. È bene però divenire consapevole di questo mito (e il relativo mandato familiare associato, ovvero il ruolo che il membro della famiglia deve interpretare per sostenere il patto familiare) per evitare che esso possa influenzare la relazione che è in essere.
Conclusioni
Una coppia dunque nasce in un incontro in cui ogni individuo porta con sé, la propria storia personale e i propri miti familiari. È un processo delicato che fa mettere in gioco entrambi i partner, non solo un incontro casuale tra due sconosciuti. Come senti di aver scelto il tuo partner?
Inoltre, ogni fase del ciclo di vita della coppia, dall’incontro fino alla costituzione del noi, può portare con sé delle crisi che possono mettere a dura prova l’equilibrio tra i due partner.