Come Riconoscere i Segni di Un Disturbo Alimentare

COME RICONOSCERE I SEGNI DI UN DISTURBO ALIMENTARE

Articolo scritto dalla Dr.ssa Maria Iannibelli

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) presentano un’alterazione del funzionamento cognitivo alla quale seguono una serie di comportamenti finalizzati al controllo del peso che, a loro volta determinano una compromissione della sfera psicosociale e conseguenze significative relative alla salute fisica.

Il cibo e la forma fisica sono diventati per molti giovani dei veri e propri nemici, perciò la diffusione di tali disturbi è diventata una vera e propria epidemia.

I DCA colpiscono tutte le classi sociali e culturali, sia le donne che gli uomini. L’età di esordio si verifica maggiormente tra i 10 e i 30 anni con picchi relativi alla fascia di età compresa tra i 14 e i 18 anni.

1. Quali sono i Disturbi Alimentari?

  1. Anoressia nervosa
  2. Bulimia nervosa
  3. Binge-eating disorders 
  4. Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo
  5. Disturbo della ruminazione
  6. Pica
  7. Night eating syndrome
  8. Disturbo della nutrizione e dell’alimentazione non specificati

I principali disturbi della nutrizione e dell’alimentazione riscontrati all’interno della popolazione generale sono: 

  1. Anoressia nervosa
  2. Bulimia nervosa
  3. Binge eating disorder

2. Anoressia Nervosa

L’anoressia nervosa è caratterizzata dalla paura intesa di ingrassare a cui è legata una persistente restrizione nell’assunzione di cibo, un comportamento che favorisce la perdita di peso e un’importante alterazione della percezione del proprio corpo e del proprio peso. 

Tale condizione determina un peso corporeo inferiore al minimo atteso e la presenza di comportamenti compensatori e/o vomito autoindotto legato al rifiuto di alimentarsi. 

Per definire se la persona ha un peso significativamente basso, viene utilizzato l’indice di massa corporea che mette in relazione il peso all’altezza. 

3. Bulimia Nervosa

La bulimia nervosa, come l’anoressia, presenta un’eccessiva preoccupazione per l’aumento di peso e una percezione distorta del proprio corpo e della forma fisica.

Tale condizione presenta abbuffate compulsive, vale a dire che l’individuo ha la sensazione di perdere il controllo e di non riuscire a smettere di mangiare assumendo così, in un periodo limitato di tempo, una grossa quantità di cibo. 

Alle abbuffate seguono poi condotte compensatorie (vomito autoindotto, digiuno, attività fisica eccessiva, uso eccessivi di lassativi e diuretici) volte a prevenire l’aumento di peso. 

Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano almeno una volta alla settimana e devono essere presenti da almeno tre mesi. 

La persona affetta da bulimia ha un peso corporeo che varia tra una condizione di modesto sottopeso e modesto sovrappeso. Questi nascondono le loro abitudini alimentari perché se ne vergognano perciò le abbuffate avvengono in solitudine.

4. Binge Eating Disorder

Il binge eating disorder, come la bulimia, si caratterizza per la presenza di abbuffate durante le quali si ha la sensazione di perdita di controllo. Tale quadro però, non presenta condotte compensatorie perciò i soggetti affetti da tale disturbo possono sviluppare obesità. 

Alle abbuffate seguono sensi di colpa e problemi nel rapporto con il cibo e con se stessi.

Questa condizione presenta almeno un’abbuffata a settimana per un periodo di almeno tre mesi.

Il binge eating disorder riguarda la tarda adolescenza, la prima età adulta e, a differenza della bulimia e dell’anoressia, anche la tarda età adulta.

5. Fattori di rischio 

La comunità scientifica propone un modello causale bio-psico-sociale secondo cui la natura di questi disturbi è determinata da diversi fattori che, interagendo tra loro, determinano la comparsa e il mantenimento dei disturbi.

Fattori coinvolti:

Genetici, la presenza di un parente di primo grado affetto da un DCA o da un disturbo d’ansia, un disturbo dell’umore o disturbo ossessivo-compulsivo aumenta il rischio di sviluppare un disturbo del comportamento alimentare;

Socioculturali, l’ideale di magrezza diffuso nei Paesi occidentali da oltre cinquant’anni, per cui una donna tanto più è magra, tanto più è intelligente, vincente e competente ha un forte impatto sullo sviluppo di tali condizioni;

Psicologici, la bassa autostima, l’impulsività, l’ideale di magrezza mai soddisfatto, le aspettative esasperate, le forme infantili di dipendenza sono tratti psicologici che predispongono allo sviluppo di un DCA ;

Ambientali, situazioni familiari particolari, conflitti non risolti, separazioni, lutti, perdite, caratteristiche specifiche dei genitori e clima familiare, esperienze sessuali e nuove richieste ambientali sono fattori che aumentano il rischio di sviluppare un disturbo alimentare. 

Conclusioni

I fattori sopracitati possono interagire tra loro e determinare la predisposizione, la comparsa ed il perpetuarsi del disturbo. È importante tenere presente che grazie ad un appropriato trattamento gran parte delle complicazioni che tali quadri presentano può regredire e la persona può ritornare ad avere una regolare e corretta alimentazione. L’approccio più efficace per la gestione dei DCA è quello multidisciplinare e integrato.

Se sei in difficoltà, evita le autodiagnosi e rivolgiti ad un professionista, la psicoterapia è il primo passo per riprendere in mano la tua vita.

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