Articolo scritto dalla Dr.ssa Anna Innocenzi
Tra i disturbi di personalità, il Borderline (BPD) è il più comunemente osservato nell’attività clinica e viene diagnosticato prevalentemente (75% circa) nelle donne. Oltre ad essere il più comune è anche tra i più difficili di trattamento perché si tratta di un disturbo di relazione, che non permette al soggetto di stabilire rapporti di amicizia, amore o affetto stabili nel tempo. Essendo la relazione terapeutica un “legame” tra due persone, questo rappresenta la prima resistenza, perché la persona con BPD metterà in atto una serie di interferenze, difese e tecniche di auto-sabotaggio nel rapporto verso il terapeuta e la terapia, compromettendone la sua efficacia e facendo insorgere delle risposte emotive nel terapeuta (fastidio, rabbia ecc) spesso difficili da gestire, se non si utilizza uno sguardo di “compassione” e consapevolezza verso il paziente. Questo vale anche per le persone che cercano di avere relazioni con un BPD, perché parenti ed amici non sanno come comportarsi, si trovano davanti a crisi di pianto, scoppi d’ira e si sentono “Amati follemente” e dopo poche ore “Odiati e allontanati”. Cerchiamo di conoscere che vuol dire avere un Disturbo Borderline di Personalità e come rapportarsi con loro.
1. Cos’è il DBP – Criteri
Noi terapeuti utilizziamo un libro chiamato DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) per fare diagnosi nell’ambito della salute mentale. I criteri per formulare la diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità (BPD) sono i seguenti:
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- Sforzi frenetici per evitare un reale o immaginario abbandono
- Pattern di relazioni interpersonali instabili ed intense, che si alternano tra idealizzazione e svalutazione
- Alterazione dell’identità: immagine di sé criticato/attaccato e continuamente instabile
- Impulsività in almeno due aree che possono essere potenzialmente dannose per sé stessi (es: abuso di sostanze, abbuffate di cibo, sesso, spese, guida spericolata ecc)
- Comportamenti impulsivi, minacce di suicidio ricorrenti o comportamenti autolesivi
- Instabilità affettiva dovuta a una notevole reattività dello stato d’animo (es intensa rabbia o ansia che possono durare da alcune ore a qualche giorno)
- Sentimento cronico di vuoto
- Rabbia inappropriata, intensa e scoppi d’ira (es litigi fisici costanti, dimostrazioni di cattivo umore, rabbia frequente ecc
- Ideazione Paranoide in relazione a stress o sintomi dissociativi gravi
2. Relazioni Interpersonali Instabili: come si relaziona il DBP con le persone intorno
Mette in atto una serie di Tecniche Manipolatorie, in maniera automatica e non con la consapevolezza di voler fare del male all’altro, ma per far avvicinare l’altro a sé e non sentire la sensazione di vuoto, solitudine o abbandono (ad es. utilizzando frasi seducenti o idolatrando l’altro)
- Crea relazioni affettive brevi, ma intense, comunicando all’altro necessità di protezione e bisogno
- L’altro (amico, parente o amante) passa da “Salvatore” a “Malvagio” in poco tempo
- Non riesce ad essere empatico rispetto ai bisogni e problemi personali dell’altro
- Non riconosce l’altro come identità a sé, perché ha difficoltà a lavorare sui confini fisici, emotivi e psicologici e quindi lo vede come un “suo pezzo”, qualcuno che può riempire il suo vuoto interiore
- Vuole ricevere sempre attenzione dagli altri
- Spesso dice bugie, omissioni o false verità
- Delega gli altri le responsabilità delle proprie scelte o decisioni, così che se va bene è merito degli altri e se va male è colpa loro
- Quando una relazione si interrompe è sempre colpa dell’altro
- Minacce o Tentativi di suicidio sono utilizzati spesso in maniera manipolatoria per far avvicinare gli altri, o soprattutto quando percepisce il vuoto interiore, o la paura di essere abbandonato
- Vive spesso relazioni conflittuali e burrascose, spesso si sente incompreso e maltrattato da tutti
- Utilizza spessa il lamento ed il vittimismo per “agganciare” nuovi amici/amanti visti come potenziali “Salvatori”, l’importante è non rimanere mai da soli
3. Cosa Prova chi ci entra in relazione
- Si sente manipolato
- Si sente costretto a rinunciare ai suoi bisogni personali per stare su quelli dell’altro
- Si sente spesso in uno stato di “tensione o allarme” non sa cosa potrebbe succedere da un momento all’altro ne come potrebbe reagire l’altro
- Non sente mai di fare abbastanza per farlo stare meglio, o fargli passare il malessere, insieme a quella sensazione di vuoto incolmabile
- Si sente sovraccaricato di compiti e usato assumendosi tutte le responsabilità dell’altro
- Spesso si sente intrappolato in questa relazione in cui prova diversi stati emotivi contrastanti
4. Cosa non fare entrando in relazione con un DBP
La disregolazione emotiva, La paura dell’abbandono e l’instabilità nel creare rapporti interpersonali stabili è difficile da gestire, per chi vive attorno a chi soffre di disturbo Borderline di Personalità. E’ importante evitare le forme di rassicurazione, o far capire alla persona che ne soffre di avere una malattia o un problema. Spiegare alla persona che i suoi comportamenti non sono sani incrementa nell’altro una fortissima rabbia e incomprensione, aumentando in lui i suoi pensieri paranoici e generando odio che può manifestarsi attraverso comportamenti aggressivi, rischiando di passare da “soccorritore” a “persecutore”. Sarebbe meglio chiedere se i comportamenti che mette in atto gli piacciono oppure no. Importante è anche evitare di utilizzare la minaccia dell’abbandono/di andarsene, ma lavorare sul dialogo, non in fase di crisi o aggressività, ma in maniera calma e comunicando le proprie emozioni l’un l’altro.
5. Come relazionarsi con una personalità Borderline e come aiutarla
- Conoscere il disturbo (la sintomatologia – i criteri sopra descritti e come si manifesta)
- Essere consapevoli degli alti e dei bassi (momenti in cui sembra funzionare, ad altri di crisi acuta, senza sentirsi in colpa o sbagliati, ma imparando a gestire le crisi attraverso le indicazioni di uno specialista)
- Inviare la persona da uno psicoterapeuta, con cui inizierà un percorso e/o valutazione psichiatrica
- Conoscere e Gestire le dinamiche interpersonali del Borderline (ad es. non cadendo nelle trappole della manipolazione o ricerca di attenzioni)
- Prendersi cura di sé e chiedere un aiuto ad uno specialista in caso di fragilità o fatica
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