Comportamenti passivo-aggressivi: cosa sono e come gestirli

Comportamenti passivo-aggressivi

Articolo scritto dalla Dr.ssa Rossella Cirrone

Nei vari contesti di vita ci sarà capitato di imbatterci in persone che faticano a descrivere chiaramente quali siano le proprie opinioni e che non manifestano apertamente i loro bisogni e sentimenti. Il rapporto con queste persone è spesso complesso e carico di tensione a causa delle modalità manipolatorie e tendenti alla “non azione” di esprimere rabbia ed ostilità. In molti casi è possibile identificare queste modalità come comportamenti passivo-aggressivi. In questo articolo comprenderemo insieme a riconoscerli e comprendere le strategie per gestirli.

1. Cosa sono i comportamenti passivo-aggressivi?

I comportamenti passivo-aggressivi furono identificati per la prima volta dal colonnello William Menniger che durante la Seconda Guerra Mondiale osservò dei soldati che al loro rientro non palesavano verbalmente la loro rabbia ma la manifestavano attraverso la procrastinazione e un sabotaggio passivo dell’esecuzione degli ordini. Il comportamento passivo-aggressivo è infatti definito come un“modo deliberato e mascherato di esprimere sentimenti di rabbia”(Long & Whitson, 2008).
Si manifesta dunque come un comportamento legato all’espressione deficitaria dei propri bisogni e delle proprie emozioni. La modalità di gestione più adeguata di espressione di sé è l’assertività. Definiamo il comportamento assertivo come la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie opinioni ed emozioni. La persona assertiva riconosce infatti i propri diritti e quelli altrui senza prevaricare sugli altri o essere prevaricato, riuscendo a manifestare il proprio disaccordo pur mostrandosi aperto verso il punto di vista dell’interlocutore. Distinguiamo la condotta assertiva dai comportamenti passivi e dai comportamenti aggressivi. La persona che mette in atto comportamenti passivi non esplicitano i propri desideri e le proprie opinioni, non difendono i propri diritti nel tentativo di evitare il conflitto temendo il giudizio degli altri allo scopo di allentare l’ansia e neutralizzare il senso di colpa provocato dai contrasti. Nel lungo periodo si ottiene una auto-squalifica progressiva ed una estrema difficoltà nella gestione delle relazioni a causa della rabbia e della frustrazione. Il comportamento aggressivo è invece tipico delle persone che tendono a prevaricare sugli altri ritenendosi sempre nel giusto tentando di soddisfare unicamente i propri bisogni con l’obiettivo di averla vinta a tutti i costi. Sono state inoltre riscontrate delle sottocategorie come il comportamento aggressivo-passivo e il comportamento passivo-aggressivo.

2. Comportamenti passivo-aggressivi: I segnali che ci aiutano a riconoscerli

Il comportamento passivo-aggressivo è tipico di quelle persone che mostrano un comportamento passivo con persone che considerano più forti, come un superiore nell’ambiente di lavoro, mentre tendono ad essere aggressive con le persone che considerano più deboli. Il sentimento predominante è la rabbia repressa che, quando accumulata, corre il rischio di divenire esplosiva. 

Il clima è dunque determinato dal malumore della persona e i comportamenti tipici riguardano il mettere il broncio, il procrastinare le consegne sabotando in maniera indiretta l’autorità utilizzando quella che viene definita aggressività passiva. È inoltre consueto riscontrare un comportamento tipico da “cecchino” ossia la tendenza a “lanciare frecciatine” per colpire l’altro nascondendosi dietro al sarcasmo. Anche risposte come “Come vuoi…”o “Fai tu” sono tipiche di questo schema comportamentale. È dunque possibile che si assuma uno stile artificioso e poco autentico in cui ciò che fa e dice non corrisponde effettivamente ai veri sentimenti della persona assumendo un intento manipolativo

3. Come gestire i comportamenti passivo-aggressivi

Una strategia utile per affrontare questo particolare tipo di aggressività è determinata dalla regola delle 3 A: Attend, Assess, Address (Anchisi & Gambotto, 2020). La regola si declina in questi tre passaggi fondamentali per stabilire una relazione condivisa e costruttiva con un’altra persona per poter fare emergere il punto di vista dell’altro con chiarezza e orientarlo verso una negoziazione che soddisfi entrambi. Il primo passaggio è determinato da Attend che ci indica di ascoltare, osservare e prestare attenzione al fine di capire quali siano i sentimenti dell’altro e lo portino ad agire come sta facendo. Il secondo è Assess che indica di pensare alla spiegazione più probabile tratta dalle osservazioni del primo passaggio ed esprimere empatia verso l’interlocutore. Infine il terzo passaggio, Address, ci aiuta a guidare l’altro verso una soluzione.

4. Come superare i comportamenti passivo-aggressivi

Superare la tendenza ad utilizzare uno stile passivo-aggressivo è possibile. Sono stati elaborati opportuni training di assertività per far sperimentare ai partecipati come manifestare al meglio il proprio punto di vista, come fare richieste in maniera adeguata o rifiutare le richieste degli altri oltre che a gestire il conflitto. Questi training posso essere svolti in gruppo ma la psicoterapia individuale rimane sempre un canale privilegiato per affrontare al meglio ed in maniera individualizzata le problematiche derivanti dal comportamento passivo aggressivo. Tra i principali modelli di psicoterapia con efficacia evidence based per le problematiche inerenti all’assertività riscontriamo la Terapia Relazionale Emotiva Comportamentale (REBT) e l’Acceptance And Commitment Therapy (ACT).

4.1. Terapia Relazionale Emotiva per il trattamento del comportamento passivo-aggressivo

Questo tipo di psicoterapia aiuta la persona a riconoscere e gestire i pensieri disfunzionali su di sé e su gli altri e la distorsioni che ne derivano in merito alla percezione dei propri bisogni valutando modalità alternative di risposta.

4.2. L’Acceptance and Commitment Therapy per il trattamento del comportamento passivo-aggressivo

Attraverso questo tipo di psicoterapia la persona impara a riconoscere e orientare il proprio comportamento in direzione dei propri valori riuscendo a comprendere quando la fusione con i pensieri diventi un ostacolo permettendo alla persona di riorientarsi con flessibilità all’esplorazione del contesto in maniera funzionale, al fine di dar voce a ciò che rende la propria vita ricca e degna di essere vissuta.

Conclusione

In questo articolo abbiamo compenso insieme cosa siano i comportamenti passivo-aggressivi e quali siano le problematiche da esso derivanti. Riconoscerne i segnali ci aiuta a gestire questi comportamenti attraverso la regola delle 3A utile a orientare la persona verso l’azione e agire positivamente sul clima negativo e ostile generato da questa tipologia di stile comunicativo. Il riconoscimento dei segnali principali sarà utile anche alla persona che mette in atto questo stile comportamentale al fine di scegliere il trattamento più adatto a sé.

Stai attraversando un momento difficile? Prenota una sessione e inizia ora a risolvere i tuoi problemi, attraverso l’aiuto della Dr.ssa Rossella Cirrone.

I nostri link preferiti