Articolo scritto dalla Dr.ssa Elena Olivo
1. Cosa sono i conflitti interpersonali?
Il conflitto interpersonale è una situazione che può presentarsi quando tra due o più persone emergono delle divergenze che riguardano interessi, valori personali, aspettative, bisogni. Un conflitto può arrivare a provocare nelle persone l’espressione forte di svariate emozioni come la rabbia o paura. Questo avviene quando il livello di conflittualità è molto alto. Ciò che si prova nei momenti di conflitto è sempre soggettivo e può portare a provare anche altri sentimenti come ad esempio la delusione.
È però importante sapere che il conflitto è qualcosa di naturale ed inevitabile e se affrontato con consapevolezza apre le porte all’intimità e alla completezza di una relazione. I conflitti interpersonali possono permettere un confronto profondo che va oltre ad aspetti compiacenti, che possono mettersi in atto quando si teme di mettere a repentaglio la relazione. L’altra faccia della medaglia infatti è che il conflitto, se ben gestito, permette di sperimentare la paura del cambiamento e della rottura ma anche il piacere di percepire che l’altro c’è anche oltre le incomprensioni.
Entrare in conflitto permette la sperimentazione della fiducia reciproca, la comprensione dei limiti (come spesso può essere utile agli adolescenti), fa capire che seppur in disaccordo, si può star bene nella relazione che si sta vivendo, e questo vale sia per i rapporti con i familiari che con partner o amici.
Un aspetto importante è che la ripetizione di determinati conflitti con partner o amici può essere un campanello d’allarme. Se qualcosa non sta più funzionando nella relazione, va elaborato e compreso, questo per dirsi quanto è talvolta utile allontanarsi da certe dinamiche e relazioni che possono essere disfunzionali, nocive e pericolose.
La famiglia è il primo luogo dove si impara cos’è il conflitto, cosa implica per sé discutere e come reagiscono gli altri al nostro modo di litigare e di far pace.
Indubbiamente il conflitto interpersonale è un motore di crescita che aiuta l’individuo ad orientarsi meglio nelle relazioni e starci bene in funzione di ciò che desidera.
2. Conflitti Interpersonali: i segnali
Non tutti i disaccordi si evolvono in conflitti, soprattutto nelle fasi iniziali, la possibilità di trovare un accordo con l’altro, di essere ascoltato e compreso può sembrare ancora possibile e per alcuni possono esserci aspettative positive di risoluzione.
Friedrich Glasl ha spiegato i conflitti con nove stadi dell’escalation e ad ogni stadio corrisponde una specifica intensità.
I primi tre stadi riguardano una tensione dovuta ad una contrapposizione di motivazioni. In questa fase il conflitto è innescato da come si comunicano le motivazioni e da quanto essere minacciano il proprio sé. Gli atteggiamenti difensivi dell’altro sono letti e interpretati come ostili. Ci si fossilizza perciò sulle proprie motivazioni, chiudendo il canale comunicativo e allontanandosi da una possibile mediazione positiva ed equilibrata.
Successivamente si nota come il motivo della discussione viene spesso messo in secondo piano, poiché si è ormai arrivati al deterioramento della comunicazione efficace e si è passati ad atteggiamenti svalutanti dell’altro e di ciò che pensa. È in questa fase che viene superato il confine, ormai non più visibile, tra attaccare il contenuto del discorso e attaccare colui che parla.
Gli ultimi stadi dell’escalation sono caratterizzati da agiti aggressivi volti a danneggiare l’altro. Il contenuto del conflitto è passato ormai quasi in secondo piano e prevalgono logiche di potere e sopraffazione intellettuale, emotiva o fisica dell’altro.
3. I conflitti interpersonali: le cause
Spesso i conflitti sono causati da aspetti caratteriali o vissuti che si rifanno ad esperienze negative passate. Altre motivazioni sono legate prevalentemente all’ambito lavorativo, potrebbero riguardare il negare delle richieste o risorse che potrebbero migliorare la qualità del clima aziendale. Molto frequenti sono anche le lotte di potere e il desiderio di affermazione personale per mezzo di prevaricazioni.
Talvolta si può intendere il conflitto erroneamente secondo la logica “vincitore-vinto”. Questo pregiudizio può quindi condurre a collisione tra persone in assenza di una visione più equilibrata “io sono ok – tu sei ok”.
4. Come affrontare i conflitti interpersonali
È tuttavia fondamentale sapere che ad ogni livello è possibile disinnescare l’escalation facendo attenzione alla modalità comunicativa e a ciò che si desidera comunicare.
Quando ci esprimiamo comunichiamo sempre “cosa dico” ovvero il contenuto ma è soprattutto il “come lo dico” che svela il tipo di relazione tra gli interlocutori. Quest’ultimo messaggio fa capire all’interlocutore ma anche a chi ascolta, che tipo di intimità c’è con il destinatario del messaggio e come viene considerata la loro relazione.
Un disaccordo a livello di relazione interessa contenuti nascosti o deducibili, non direttamente espressi), inconsapevoli e difficili da riconoscere e porta ad una disputa. Questo perché molto spesso un disaccordo sul piano della relazione si innesca perché ci sono dei bisogni inascoltati.
Inoltre molte volte il destinatario può compiere alcuni “errori di ricezione” o attribuzioni di significato. Il messaggio viene interpretato in base alle credenze che si hanno di sé, i pregiudizi sull’altro e la storia della relazione.
5. Come risolvere i conflitti interpersonali?
Tra le strategie utilizzate ci sono l’evitare di entrare in conflitto o abbandonare la conversazione. Queste modalità sono infruttuose e non permettono di poter parlare delle motivazioni e di dar voce al malessere. Entrambe possono generare una sensazione di impotenza e portano con sé implicitamente l’idea che non si può essere capiti o anche semplicemente ascoltati.
La compiacenza è una soluzione accomodante in cui, si frena il proprio vissuto emotivo e si nascondono i propri bisogni dietro un’accettazione passiva della volontà altrui.
Mentre, quando gli interlocutori sono spaventati possono intimorire l’altro. Questo capita prevalentemente quando si adottano strategie competitive di risposta al conflitto, la persona utilizza la comunicazione solo come mezzo per ottenere il suo obiettivo e potrebbe utilizzare toni alterati o modalità aggressive che allontanano l’altro da lui per paura del confronto.
Questi modi di affrontare i conflitti sono frutto di caratteristiche personali ma anche di esperienze e vissuti in cui non è stato possibile esprimersi liberamente.
La scelta delle strategie dipende da molti fattori tra cui quelli inconsapevoli. Per questo motivo è opportuno sempre cercare di comprendere cosa in noi scatena dei malcontenti e cosa potrebbe innescare un conflitto. Chiedersi come ci possiamo spiegare e come possiamo far valere le nostre motivazioni ma domandarci anche quali sono le ragioni dell’altro e ascoltarlo.
6. Come gestire i conflitti interpersonali con l’Analisi Transazionale
Per gestire un conflitto è opportuno evitare di andare alla ricerca di colpevoli e colpe e definire in modo esplicito l’obiettivo comune. È importante avere consapevolezza delle proprie emozioni e saper cogliere i messaggi relazionali che l’altro ci sta inviando.
Disinnescare implica sapersi ascoltare e fare attenzione a ciò che l’altro ci vuole comunicare. Questi sono dei processi fondamentali per prevenire il conflitto o per trovare un compromesso. Oppure si può passare alla negoziazione che significa approfondire il problema, riconoscere la validità di entrambi i punti di vista e porsi in un’ottica di risoluzione che soddisfi le parti in causa (Io sono OK, tu sei OK).
Un conflitto può risolversi se si crea un clima sereno e favorevole, dove i partecipanti hanno un atteggiamento di apertura e vicinanza così da permettere di sentirsi liberi di esprimersi. È importante aver chiaro il problema da risolvere ed essere orientati ad affrontarlo e risolverlo, comunicando in modo limpido aspetti di contenuto e di relazione. L’ascolto deve essere reciproco ed è opportuno formulare critiche costruttive non giudicanti.
Imparare a gestire il conflitto promuove le cosiddette “life skills“, ossia le abilità cognitive, emotive e relazionali, potenziando la propria autostima e assertività.
È quindi importante capire come si vive il conflitto e quali sono la cause scatenanti o come noi reagiamo sia verbalmente che a livello comportamentale ed emotivo. Conoscerci e conoscere il nostro modo di entrare nei conflitti, innescati da noi o altri, ci aiuta ad affrontarli e a capire come meglio esprimersi per farci comprendere dall’altro e far valere ciò che pensiamo e sentiamo.
Prova a riflettere sulle cause che solitamente ti portano a entrare in conflitto o ad evitarlo. Qual è il tuo modo di litigare e cosa della comunicazione con l’altro ti fa arrabbiare?
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