Articolo scritto dalla Dr.ssa Loredana Salerno
Sul tema della coppia e, specificatamente, sul COME nasce una coppia, esistono molti luoghi comuni, un approccio sostenuto da un pensiero popolare, spesso utilizzato per giustificare o condannare situazioni e scelte sbagliate.
È proprio vero che si piglia chi si somiglia o che gli opposti si attraggono? Perché siamo attratti dallo stesso tipo di persona?
Quanto la nostra scelta è consapevole e quanto istintiva?
La scelta del partner in realtà segue delle regole biologiche e psicologiche ben precise che giocano un ruolo fondamentale all’interno del rapporto di coppia. Come sosteneva Johann Wolfgang Goethe, esiste una “sottile affinità chimica in virtù della quale le passioni si attirano e si respingono, si associano, si neutralizzano e poi si separano e ricompongono un’altra volta”
1. Le motivazioni del processo evolutivo
Secondo le teorie evoluzionistiche, sul piano biologico la scelta del partner avviene in base alle caratteristiche che garantiscono maggior possibilità di sopravvivenza per sé e per la prole. In quest’ottica si privilegiano le caratteristiche indicative di salute, giovinezza e fertilità, abbinate a tratti fisici specifici: per le donne un viso femminile e sorridente, toni di voce armoniosa, fianchi e seni ben definiti per trasmettere calore, sensualità, sensibilità, capacità di accudimento. Per gli uomini caratteristiche in grado di comunicare potenza fisica e affidabilità, per trarne senso di protezione e sicurezza.
2. Le motivazioni psicologiche e sociali
Nella scelta del partner possono configurarsi due esigenze diverse e contrastanti. Entrambe hanno la finalità di assicurarci gli obiettivi di vita che ci siamo preposti sia a livello consapevole che inconscio:
- La prima è quella di completarci attraverso il partner che diventa così il mezzo per la realizzazione dei nostri desideri insoddisfatti grazie alle capacità che possiede e che a noi mancano; è colui che ci completa e al quale spesso deleghiamo anche la risoluzione di problemi e conflitti. A volte le dinamiche relazionali che si instaurano possono riprodurre lo schema relazionale genitoriale: la ricerca inconscia di qualcuno capace di curare le ferite inferte o sopperire alle carenze di un genitore distanziante o assente.
- la seconda è quella di confermarci: il partner condivide i nostri stessi ideali, i valori, lo stile di vita. Con lui ci si sente meno soli e più forti in un mondo che a volte sembra ostile. In questa seconda possibilità incidono anche fattori quali il tipo di educazione e religione, il luogo in cui si vive, la cultura di appartenenza, come ha dimostrato uno studio dell’Università della California. Lo studio, pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology della American Psychological Association, evidenzia anche similitudini fisiche tra partner attuali e quelli avuti in passato. Il motivo per cui gli ex hanno caratteristiche fisiche simili non ha però a che fare con il fatto che rappresentano realmente il nostro “tipo ideale”. Piuttosto lo studio ha scoperto che in realtà è una questione di circostanze ambientali.
3. Che tipo di relazione hai?
Sulla base del processo di attrazione e scelta che viene a costituirsi si configurano due tipi di relazione che possono definirsi complementare o simmetrica.
- La relazione complementare costituisce una modalità ad “incastro”, in cui i due partner nella loro diversità si completano. Potrebbe sembrare la relazione perfetta ma, purtroppo, quando la complementarità si estremizza, la relazione può diventare tossica per uno o per entrambi i partner.
- La relazione simmetrica può essere rappresentata metaforicamente da due specchi che si guardano o da due binari paralleli che mai si congiungono. Questo tipo di relazione, pur alimentando freddezza e aumentando le distanze, consente di preservare autonomia personale e una considerazione rispettosa per lo spazio dell’altro.
Per garantire un buon funzionamento della coppia è necessaria l’alternanza di complementarietà e simmetria relazionale in modo da assicurare calore, vicinanza e scambio ma anche autonomia e rispetto reciproco.
4. Quando e perché scatta la scintilla
Anche la ricerca scientifica ha accolto i presupposti sopra esposti di natura biologica, psicologica e sociale confermando che esistono fattori precisi che permettono di essere attratti maggiormente da alcune delle persone con le quali veniamo a contatto.
Questi fattori sono:
4.1 Vicinanza
La vicinanza costante nella nostra vita ad una persona ci porta ad attribuire alla stessa persona la capacità di esserci, di assicurarci una presenza stabile. Il ripetersi di un determinato stimolo infatti induce a farlo sembrare sempre più familiare e per questo più piacevole e confortante. Questo aspetto legato alla sensazione di conforto e rassicurazione nasce dal senso di sicurezza che scaturisce in presenza di qualcosa/qualcuno di conosciuto e prevedibile. Tale dinamica si verifica in ogni ambito della nostra vita e ha come effetto conseguente la diminuzione o evitamento totale dell’ansia che potrebbe generare la presenza di situazioni nuove o cambiamenti anche minimi a volte. Nel caso appunto di una nuova conoscenza quindi si ha l’effetto di abbassare la guardia…
Tuttavia, da sola la vicinanza non determina automaticamente l’attrazione: ecco perché sono necessarie anche le altre componenti.
4.2 Somiglianza
Il detto che gli opposti si attraggono non è così certo quando si parla di coppia. La condivisione di opinioni, esperienze e stili di vita gioca sicuramente molto più a favore dei processi di scelta del partner.
4.3 Attrazione reciproca
Soprattutto nella prima fase il sentirsi al centro delle attenzioni e oggetto di desiderio stimola una certa attrattiva che predispone all’avvicinamento e alla scelta dell’altro.
4.4 Attrazione Fisica
Last but non least, l’attrazione fisica è sicuramente un fattore fondamentale di desiderio di conoscenza. L’immagine corporea e determinate caratteristiche fisiche attrattive inducono desiderio di contatto fisico e focalizzano l’attenzione sull’altro.
5. E se mi innamoro di continuo?
Alcune persone soffrono dell’incapacità di fermarsi in una relazione di coppia, vivono continuamente e sistematicamente amori tanto travolgenti quanto di breve durata. Freud offre un’interpretazione di questa modalità amorosa distinguendo due tipi d’innamoramento: l’innamoramento narcisistico e quello analitico. Il primo nasce dall’amare nell’altro una parte di sé, sia essa reale, negata o realizzata. Il secondo è determinato da un processo di proiezione sull’altro di vissuti primari che evocano le figure genitoriali.
Le persone che si innamorano continuamente, incastrate in un loop continuo di colpi di fulmine senza in alcun modo evolvere in una condizione di innamoramento e, da questo, a una relazione più stabile, nutrono la propria affettività in una modalità esasperata dalla ricerca di dinamiche di conferma e compensazione. Inevitabile conseguenza è l’insinuarsi di un senso di solitudine, melanconia e, in alcuni casi, depressione. Per raggiungere una relazione gratificante e rispondente ai bisogni dei partner è necessario che la prima fase si evolva passando dal colpo di fulmine all’innamoramento e da questo all’amore. Esistono infatti bisogni primari che non possono essere ignorati affinchè una relazione di coppia risulti efficace.
6. I bisogni primari
Qualunque sia la motivazione alla base, la scelta del partner dovrebbe avvenire dunque nel rispetto di specifici bisogni primari:
- Bisogno di attaccamento: capacità di amare rimanendo “fedeli a se stessi”;
- Bisogno di identità sessuale: riconoscimento e accettazione della propria pulsione sessuale;
- Bisogno di autostima: capacità di trovare conferme positive nei propri vissuti riconoscendo le proprie capacità e il proprio valore;
- Bisogno di agire la sessualità: riconoscimento e accettazione dei vissuti sessuali.
Appare chiaro dunque che le dinamiche messe in atto nella scelta del partner sono meccanismi difficili da controllare, il cui fine è sempre soddisfare i nostri bisogni primari attraverso la relazione, restituendo un senso di completamento, a discapito a volte di altri valori. In aggiunta esiste anche una correlazione con il momento di vita che stiamo attraversando poiché se l’innamoramento ha a che fare con uno stato del Sé alla ricerca di qualcosa fuori da Sé, per innamorarsi bisogna essere nella condizione soggettiva adatta.
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