Articolo scritto dalla Dr.ssa Chiara Carangelo
“Dafne” è un film del 2019, dalla regia italiana di Federico Bondi. Il tema principale della trama è quello che riguarda la personale modalità di accettazione della perdita della madre da parte di Dafne, una ragazza di trentacinque anni con la Sindrome di Down. La storia della protagonista si intreccia con quella degli altri personaggi, in modo particolare con quello del padre, che sembra avere delle difficoltà psicologiche rispetto all’elaborazione del lutto. La storia di Dafne è quella di chi ha perso una persona importante della sua vita (in questo caso la mamma) e inevitabilmente vive emozioni e sentimenti differenti che la portano con coraggio e forza ad affrontare ciò che è accaduto. Il lutto, ovvero la perdita di una persona che muore, rappresenta un momento molto intenso e forte nella vita delle persone che attraversano delle fasi per poi giungere all’accettazione della perdita stessa e ad una conseguente ridefinizione di se stessi e del proprio modo di essere nel mondo. Alla luce delle vicende degli attori di questa storia, possiamo individuare quattro fasi del processo di elaborazione del lutto (Bowlby, 2001).
1. Le quattro fasi del lutto
1.1 Prima fase : Dafne è confusa
La prima fase che caratterizza la vicenda di Dafne è quella nella quale lei stessa di sente stordita e molto confusa. La notizia della morte della madre, avvenuta improvvisamente durante una vacanza, la lascia immediatamente stordita e attonita; la sua mente ha bisogno di tempo. In questa prima fase, che può durare da alcune ore a una settimana, è possibile osservare confusione, stordimento e una sorta di anestesia emozionale che non permette di capire cos’è veramente accaduto.
1.2 Seconda fase: Dafne si rende conto che mamma non c’è più
In questa fase Dafne, avverte in modo molto forte la perdita della mamma ed esprime la sua profonda tristezza e la sua rabbia soprattutto piangendo. Questa fase, che può durare anche molto tempo, è caratterizzata dallo struggimento e dalla colpa; c’è ancora una forte ricerca di chi non c’è più ed emergono le emozioni in modo intenso.
1.3 Terza fase: Il padre di Dafne
I vissuti e le emozioni del padre di Dafne, rappresentano la terza fase che è quella caratterizzata dall’accettazione della perdita con un conseguente disinteresse rispetto alla vita e rispetto alle consuete attività. In questo momento vi è un abbassamento dell’attività fisiologica; sembra che la tristezza permei tutti i giorni e che non si ritrovi più energia per continuare a vivere.
1.4 Quarta fase: In cerca di un nuovo mondo
Dafne è riuscita con la sua forza e la sua semplicità a superare il momento triste della morte della mamma. L’ultima fase nel processo di elaborazione del lutto riguarda una nuova consapevolezza e una riorganizzazione rispetto a se stessi e rispetto alla propria vita; si va incontro alla possibilità di acquisire nuove competenze, nuove ruoli, nuove relazioni. E’ presente in questa fase una ridefinizione di sé in termini cognitivi ed emotivi; anche se la sofferenza e la tristezza per la perdita non sono eliminate, c’è la possibilità di ricominciare una nuova esistenza, sviluppando una nuova relazione mentale con la persona perduta sapendo che ogni legame significativo non può finire, ma può trasformarsi.
2. Soggettività e lutto
Dafne appare una persona semplice e autentica; la sua energia, l’attenzione per gli altri , l’amore per la vita e per il suo papà le hanno permesso di ritrovare il senso e il significato di ciò che è accaduto; la piccola scatola che racchiude “il soffio” della mamma rappresenta per lei un ricordo speciale da condividere ed è proprio nel dialogo e nella relazione, che lei stessa trova un modo per esprimere ciò che sente. Nel processo di elaborazione del lutto ogni persona vive una personale esperienza che appare differente a seconda delle caratteristiche di personalità , delle soggettive modalità interpretative del mondo, della cultura, della religione. Può accadere anche che di fronte ad un lutto si possano incontrare difficoltà e disagi che non permettono di superarlo o che ci fanno soffrire in modo molto intenso ed apparentemente insormontabile.
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