Articolo scritto da Dr.ssa Francesca Mancini
La demenza ha come maggiore fattore di rischio l’età. L’innalzamento dell’età media della popolazione pone nuovi obiettivi sanitari. La popolazione anziana al di sopra dei 60 anni ha raggiunto il 12% della popolazione mondiale, toccando la quota di 900 milioni. In Italia l’indice di vecchiaia è di 161 ultrasessantenni ogni 100 giovani minori di 15 anni. In questo articolo cercheremo di inquadrare vari aspetti della demenza ed eventuali aspetti di prevenzione o di trattamento, tra i quali il Memory Training, che sta fornendo strumenti protettivi da poter prendere in considerazione
Gli argomenti in dettaglio che verranno trattati sono: le varie forme di demenza, prevalenza nella popolazione, la dignità della persona, i vari trattamenti, le varie terapie non farmacologiche maggiormente utilizzate, neuroplasticità e basi neurobiologiche del Memory Training, i vari tipi di Memory Training e in cosa consiste.
1. Cos’è la Demenza
Attualmente nel mondo si stimano 55 milioni di persone affette da una qualche forma di demenza, e si immagina più che raddoppiata la stima entro il 2050, mentre secondo alcune proiezioni si immagina triplicata nei Paesi industrializzati. Le varie forme di demenza, compresa l’Alzheimer, rappresentano la settima causa di morte nel mondo. Nei Paesi industrializzati la prevalenza è circa l’8% degli ultrasessantenni e il 20% degli ultraottantenni. Fattore di rischio oltre all’età è il sesso femminile. In Italia attualmente si stimano circa un milione di persone affette da demenza, di cui 600.000 malate di Alzheimer, coinvolgendo nella cura totale di questi soggetti circa 3 milioni di persone. Tutto questo comporta evidenti costi sociali importanti sul piano economico, umano ed organizzativo.
Il quadro delle malattie degenerative che implicano demenza è complesso. Le demenze possono essere di vario tipo e riconducibili a tre grandi categorie: la patologia di tipo Altzheimer, la patologia vascolare e la patologia di tipo “misto”. Oltre a queste tre grandi categorie esistono molte altre cause di danni alla struttura cerebrale di tipo degenerativo, infettivo, tossico o traumatico.
2. Demenza: vari trattamenti
Gli approcci terapeutici per le varie forme di demenza sono di tipo medico farmacologico e psicosociale e implicano il definire percorsi assistenziali per una gestione integrata della malattia. Obiettivo principale è il miglioramento della qualità di vita della persona malata e di chi se ne prende cura.
Le terapie non farmacologiche maggiormente utilizzate devono tenere conto, oltre che della diagnosi, del profilo neuropsicologico personale e dello stadio della malattia. Nelle fasi precoci possono essere utili la stimolazione cognitiva, l’introduzione agli ausili esterni, colloqui di sostegno e psicoterapia, Reality Orientation Therapy, terapia di reminiscenza e terapia di rimotivazione. Utili in tutte le fasi della malattia sono: attività motoria, gentlecare, arteterapia e, nelle fasi più moderate, la terapia di validazione.
3. Memory Training per la Demenza: basi neurobiologiche
Fin dalla fine del secolo scorso è stato dimostrato che nel cervello esistono cellule capaci di sostituire i neuroni danneggiati mostrando una capacità di modificazione e riorganizzazione del cervello. Questa caratteristica di neuroplasticità comporta la possibilità che alcune cellule nervose acquisiscono la capacità di rispondere a delle nuove esigenze, se necessario. Altro elemento fondamentale è la ridondanza; ciò sta ad indicare che le cellule nervose a disposizione sono numericamente molto numerose rispetto alla loro funzionalità. Questo si mostra nella capacità di alcune cellule di rimpiazzarne altre non più funzionali per normale deterioramento di invecchiamento o per lesione.
Molto importante è il concetto di riserva naturale del cervello, che si basa sul principio che una stessa funzione può essere svolta da più circuiti, per cui, tanto più una persona si è mantenuta attiva e tanto più avrà incamerato risorse che in caso di danno le saranno utili e la qualità di questi circuiti alternativi sarà legata alla stimolazione avuta.
È stato quindi verificato un effetto neuroprotettivo dell’esercizio e della ricchezza degli stimoli nei confronti del danno degenerativo.
3.1. Vari tipi di Memory Training
Il Memory Training fa parte dei trattamenti cognitivi e può essere svolto in vari ambiti in rapporto alla demenza. In questo articolo spiegheremo l’ambito di prevenzione del deterioramento cognitivo; tuttavia dobbiamo specificare che esistono training di gruppo fatti in ambito riabilitativo nella fase iniziale della malattia che hanno dato buoni risultati nella ricerca, e Procedural Memory Training, in cui l’obiettivo è l’esercizio e il recupero di memorie procedurali nelle autonomie delle persone con demenza
4. Memory Training: prevenzione
Negli ultimi anni sono comparse realtà sanitarie che hanno proposto corsi di Memory Training e che rappresentano uno dei più importanti interventi di prevenzione primaria del decadimento cognitivo. Questi percorsi sono costituiti da una decina di incontri per piccoli gruppi di persone (massimo 8) prevalentemente ultrasessantenni con l’intenzione di potenziare la memoria e vari aspetti cognitivi, in modo da creare una prevenzione per il deterioramento cognitivo e per l’insorgenza della demenza.
Le attività proposte sono di vario tipo per stimolare i vari aspetti della memoria quali: attenzione uditiva, memoria visiva, memoria verbale, fluenza verbale, orientamento spaziale, capacità di astrazione ecc…
Il clima degli incontri deve essere positivo, disteso, privo di giudizi, deve essere favorito l’interscambio all’interno del gruppo e ciascun partecipante deve essere messo nella condizione di poter scegliere il proprio grado di partecipazione. L’alta socializzazione del gruppo è utile ad introdurre l’elemento ludico degli esercizi, che li rende stimolanti e piacevoli.
I risultati delle varie iniziative di Memory Training sembrano concordare sul miglioramento delle capacità intellettive e di tutte le funzioni esecutive dei partecipanti, ma anche su benefici secondari e soddisfazione degli utenti per il miglioramento del proprio stato psichico.
Conclusioni
Seguire una dieta sana ed equilibrata, una attività fisica regolare e stimoli cognitivi e relazionali adeguati sono, secondo approfonditi studi scientifici, i tre pilastri utili a ridurre il rischio di sviluppare una demenza.
Possiamo quindi concludere che il Memory Training sembra essere un elemento di prevenzione primaria molto utile ed efficace. Visto l’andamento demografico della popolazione e visti l’impatto del funzionamento cognitivo sul benessere della persona anche negli ultimi anni di vita e l’impatto socio-economico che ha il deterioramento mentale, è prevedibile e auspicabile l’aumento di questi Training in tutto il territorio nazionale come profilassi per la terza età.
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