Articolo scritto dalla Dr.ssa Laura Bravi
La depressione affettiva stagionale (SAD – Seasonal Affective Disorder), indicata impropriamente anche come depressione d’inverno, è una malattia ricorrente, facente parte del Disturbo Depressivo Maggiore, che insorge principalmente all’inizio dell’autunno: ha infatti origine e sviluppo durante i mesi invernali per poi scomparire all’insorgere della primavera e dell’estate. Vediamo nello specifico di cosa si tratta e quali sono le sue caratteristiche.
È noto ormai da molto tempo come le variazioni ambientali legate all’alternarsi delle stagioni possano influenzare il nostro comportamento e il nostro umore. Quando si accorciano le giornate e la luce solare diminuisce, gli individui possono sperimentare sentimenti di tristezza e perdita delle energie. Questo è stato riscontrato dallo stesso Rosenthal nel 1984, che insieme ai suoi colleghi medici descrisse i criteri diagnostici del cosiddetto “Disturbo Affettivo Stagionale”, caratterizzato da depressione in autunno ed in inverno e periodi di maggiore benessere in primavera ed estate.
La gravità delle manifestazioni cliniche di questo disturbo è altamente variabile e soggettivo, in quanto è possibile che le persone possano avere anche forme più leggere di SAD, conosciute come “sotto-sindromi”.
Esiste anche una forma estiva o primaverile del disturbo, che si presenta in una bassa percentuale delle situazioni (circa il 3%): in questo caso il disturbo svanisce nei mesi invernali.
1. Depressione affettiva stagionale: quali sono i sintomi?
L’insieme della sintomatologia del disturbo affettivo stagionale è abbastanza varia, ma tendenzialmente si presenta con: sonnolenza eccessiva, variazioni del tono dell’umore, stanchezza e necessità di ricorrere al cibo con più frequenza. Molte persone possono riscontrare, ansia, irritabilità, eccessiva distrazione e deficit di attenzione.
Inoltre, essendo un tipo di disturbo depressivo maggiore, chi ne soffre può manifestare altri sintomi associati, come ad esempio mancanza di interesse nelle attività quotidiane, diminuzione delle frequentazioni sociali, sensazione di inutilità, disperazione, difficoltà di concentrazione, difficoltà a prendere decisioni anche banali, diminuzione del desiderio sessuale, agitazione, fino, nei casi più gravi, a pensieri suicidari.
I sintomi di SAD che si riscontrano nel periodo invernale includono più frequentemente: sentirsi depressi per la maggior parte dei giorni, sonno eccessivo / difficoltà a svegliarsi al risveglio, nausea e tendenza a mangiare eccessivamente (spesso con un desiderio maggiore di carboidrati ) cosa che può essere collegata ad un aumento di peso.
Invece i sintomi I sintomi di depressione stagionale estiva, ovvero i sintomi di SAD con esordio nelle stagioni calde (primavera o estate), solitamente includono: Insonnia, scarso appetito, perdita di peso, aumento di irritabilità, difficoltà di concentrazione, agitazione o ansia, crisi di pianto.
2. Possibili cause della depressione affettiva stagionale
Ad oggi non si può sapere con estrema certezza quali siano le cause della SAD, anche perché queste sono altamente influenzate dalla soggettività di ogni situazione. Possiamo ipotizzare che influiscano nel verificarsi del disturbo più variabili, sia di natura fisiologica che psicologica.
Cause fisiologiche: Sembra che ridotti livelli di serotonina e di melatonina abbiano una considerevole influenza nel determinare una condizione di apatia, tristezza, perdita di energia, sonnolenza, isolamento sociale e di tutti quei sintomi che contraddistinguono il disturbo affettivo stagionale.
In pratica, la diminuzione dell’irradiazione del sole causerebbe un calo della serotonina, sostanza chimica cerebrale che ha un ruolo determinante sul tono dell’umore: quando si abbassa di conseguenza si possono sperimentare tristezza ed altre emozioni negative. Qualcosa di similare avviene con la melatonina, ormone naturale che svolge un determinato ruolo nel sonno e nell’umore e che, con il cambio di stagione, può disequilibrarsi. Risulta, infatti, che chi vive lontano dall’equatore soffra più frequentemente di disturbo affettivo stagionale.
Cause psicologiche: è probabile che chi soffre di SAD abbia una predisposizione personale verso i disturbi dell’umore. A volte si riscontra una predisposizione genetica: da valutare, infatti, se in casa ci sono stati altri casi simili, persone che hanno sofferto di depressione o di altri disturbi mentali.
Ovviamente poi influiscano oltre alle componenti genetiche anche i tratti temperamentali e di predisposizione personale, come la capacità di viversi in un certo modo gli eventi o di dare più o meno peso alle difficoltà quotidiane.
Sono quindi molti i fattori che possono influire, ogni persona deve considerare insieme ad un professionista tutti questi aspetti e la propria storia personale.
3. Come risolvere la depressione affettiva stagionale?
È importante sapere che, se si soffre di disturbo affettivo stagionale, si può superare e ripristinare uno stato di benessere. Se si ha il sospetto di esserne affetti è fondamentale parlarne con uno professionista: solo un esperto, infatti, può effettuare una diagnosi accurata.
La terapia psicologica è stato dimostrato essere una delle strade più efficaci per trattare i pazienti affetti da SAD: in particolare, intraprendere un percorso di psicoterapia può aiutare la persona a comprendere e modificare gli stati emotivi dolorosi, e ad analizzare e ristrutturare i pensieri, in particolar modo quelli che generano sofferenza, per trovare delle strategie per trasformarli.
È possibile anche approcciarsi al disturbo depressivo stagionale tramite l’utilizzo di psicofarmaci, che vanno ad agire sulla serotonina; tuttavia, sarà il professionista a valutare la necessità del farmaco a seconda del caso specifico.
Inoltre, sembra molto utile integrare alla psicoterapia una tecnica che si sta via via sperimentando sempre più frequentemente, ovvero la Bright Light Therapy: questa prevede la fototerapia per la depressione stagionale basata sull’ipotesi del fotoperiodo.
La tecnica si basa sull’esposizione delle persone a luci artificiali utili a estendere il fotoperiodo: le ricerche sulla fototerapia hanno dimostrato che questa tecnica ottiene una buona efficacia in breve tempo ma, naturalmente, molti studi sono ancora in corso.
Sicuramente quindi un approccio multidisciplinare può offrire più possibilità di risolvere il disturbo per ripristinare una buona qualità di vita.
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