Articolo scritto dalla Dr.ssa Francesca Pireddu
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la depressione come il “male del secolo”, non solo perché è uno dei disturbi mentali con la maggiore prevalenza nella popolazione, ma anche tra i più invalidanti. In Italia i dati indicano che il 7% della popolazione manifesta sintomi depressivi, di cui il 40% ha un disturbo depressivo maggiore. Il disturbo può insorgere a qualsiasi età, ma nella maggior parte dei casi esordisce tra i venti e i quarant’anni. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini. Questa differenza sembra essere dovuta alla presenza nella donna di una maggiore vulnerabilità determinata da cambiamenti di natura ormonale che hanno un forte impatto psicologico (gravidanza, puerperio, climaterio e menopausa). Inoltre vi è una maggiore tendenza femminile all’autocritica e a vivere le relazioni con maggior coinvolgimento e intensità emotiva. In questo articolo vediamo cosa si intende per depressione maggiore, come si manifesta, quali cause possono determinarne la comparsa e gli approcci terapeutici più efficaci per curarla.
1. Che cos’è la depressione maggiore
Un episodio depressivo deve essere distinto dai momenti di tristezza fisiologica o dagli abbassamenti dell’umore che tutti noi sperimentiamo nel nostro quotidiano. Spesso alcuni eventi come un lutto, una separazione o la perdita di un lavoro possono determinare la comparsa di sintomi depressivi che, nella maggior parte dei casi, hanno una durata limitata nel tempo, sono coerenti con l’esperienza che stiamo vivendo e rappresentano una reazione che ne favorisce l’elaborazione. La Depressione Maggiore invece può rappresentare una reazione esagerata per intensità e durata rispetto agli eventi o può insorgere indipendentemente da quanto ci sta accadendo. Un episodio depressivo è una condizione che si protrae per almeno due settimane, di profonda tristezza, disperazione, senso di vuoto e inutilità, presente ogni giorno in modo continuativo. Chi ne soffre sperimenta uno stato di apatia, continui pensieri negativi su di sé e sul proprio futuro che permangono indipendentemente dai fattori esterni. Tutto sembra difficile da affrontare, anche semplici attività come alzarsi dal letto o prendersi cura della propria igiene personale vengono percepite come troppo gravose. Si caratterizza per una riduzione d’interessi e di attività che prima risultavano piacevoli, cambiamenti cognitivi e problematiche come alterazioni del sonno o dell’appetito. Ne consegue un calo del funzionamento socio-lavorativo e una rilevante compromissione d’importanti aree della vita. Dopo un primo episodio di depressione maggiore, la probabilità̀ di recidiva è molto alta, per questo un tempestivo e adeguato trattamento è importante non solo per la risoluzione dell’episodio in corso, ma anche per prevenire l’insorgenza dei successivi.
2. Sintomi della depressione maggiore
I sintomi cardine di disturbo depressivo maggiore sono la riduzione del tono dell’umore (sentirsi triste, vuoto, senza speranza) e/o la perdita di interesse (apatia) e di piacere per la maggior parte delle attività quotidiane (anedonia). A essi si associano altri sintomi di diversa natura che possono presentarsi con differenti livelli d’intensità:
- Fisici: dolori diffusi, problemi gastro-intestinali, stanchezza perenne. Si possono manifestare anche insonnia o ipersonnia, alterazioni dell’appetito e del peso, riduzione del desiderio sessuale, agitazione o il rallentamento motorio.
- Comportamentali: riduzione di tutte le attività quotidiane e un progressivo isolamento sociale con conseguenti problemi relazionali con partner, figli, amici e colleghi. Il progressivo abbandono delle attività sociali tende inoltre ad alimentare le sensazioni di solitudine e d’inutilità. Si assiste spesso alla progressiva scomparsa delle azioni volte a garantire il proprio benessere e la cura personale.
- Del pensiero: la depressione maggiore determina la comparsa di pensieri negativi verso sé stessi, il proprio futuro e gli altri. I pensieri negativi possono essere di colpa, di rovina, di inutilità e di morte. Questi ultimi possono variare dal vago desiderio di morire fino alla vera e propria pianificazione e tentativo di suicidio.
- Funzioni Cognitive: tipicamente sono presenti problemi di concentrazione e memoria che determinano una diminuzione quantitativa e qualitativa dell’attività scolastica o lavorativa. Le persone depresse manifestano anche difficoltà nel prendere decisioni.
3. Cause della depressione maggiore
Alla base del disturbo non esiste un’unica causa, ma sono implicati diversi fattori che si combinano tra loro. Alcuni studi hanno dimostrato che fattori biologici possono favorire lo sviluppo di un quadro depressivo, evidenziando come siano più a rischio le persone con una storia familiare di depressione. Altri fattori che possono influenzarne l’insorgenza sono di natura ambientale. In particolare esperienze infantili negative vissute nell’ambiente familiare (es. perdita di un genitore in tenera età, separazione ecc.) o fuori dalla famiglia (es. esperienze scolastiche o con i coetanei ecc.) possano facilitare una vulnerabilità acquisita alla depressione. Altri fattori ambientali sono le perdite significative (es. un lutto, un licenziamento e la perdita di un’amicizia o di un partner), importanti cambiamenti di vita e di ruolo (trasferimenti, cambiamento di lavoro, diventare genitore) e gravi preoccupazioni finanziarie. Infine un ruolo decisivo viene ricoperto dai fattori psicologici che fanno riferimento al modo in cui la persona interpreta gli eventi che gli accadono e mobilita le proprie risorse per fronteggiarli. Avere una scarsa autostima o una tendenza al pessimismo può rendere più̀ fragili di fronte a eventi stressanti della vita favorendo lo sviluppo di una depressione maggiore.
4. Come superare la depressione maggiore e come curarla con la terapia psicologica
Il primo passo è chiedere aiuto. Come evidenziato dall’osservatorio ONDA, meno della metà delle persone con depressione risulta in terapia, probabilmente i pregiudizi rispetto alle possibilità̀ di cura, lo stigma verso la malattia mentale, possono rappresentare grossi ostacoli nell’intraprendere percorsi terapeutici. In linea generale la cura della depressione maggiore deve prevedere non solo l’eliminazione dei sintomi e il ritorno ad un adeguato funzionamento sociale e lavorativo, ma anche alla prevenzione delle ricadute. Le cure più efficaci per il disturbo depressivo maggiore sono il trattamento farmacologico, indispensabile nelle forme gravi, abbinato alla psicoterapia.
Tra gli approcci psicoterapeutici troviamo:
4.1 Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (TCC)
Si focalizza sui modi in cui il soggetto interpreta gli eventi che accadono, vi reagisce e valuta sé stesso. Mediante varie tecniche il paziente viene aiutato a identificare e modificare i pensieri e le convinzioni negative. Terapeuta e paziente lavorano anche verso una progressiva riattivazione comportamentale, che permette di valutare l’infondatezza delle idee negative sulle proprie capacità di svolgere le normali attività e trarne piacere. La ristrutturazione cognitiva determina un miglioramento del tono dell’umore e una progressiva diminuzione dell’intensità dei vari sintomi.
4.2 Psicoterapia Interpersonale della Depressione (IPT)
È una psicoterapia di durata limitata (12-20 settimane) che pone in primo piano le relazioni interpersonali attuali del paziente depresso. L’IPT mette in relazione l’insorgenza della depressione maggiore con gli eventi interpersonali stressanti che coinvolgono il paziente. L’obiettivo iniziale della terapia è la riduzione dei sintomi depressivi, ma lo scopo più generale è quello di migliorare la qualità delle relazioni interpersonali e il funzionamento sociale del paziente.
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