Articolo scritto da Dr.ssa Giorgia Bruschi
La nascita di un figlio è un evento che porta con sé indubbiamente molta gioia e felicità, ma che può divenire al tempo stesso fonte di stress e tensioni, sia per i singoli genitori che per la coppia.
La madre è spesso quella che viene investita maggiormente dal peso dei cambiamenti dell’arrivo di un figlio: ci si aspetta che sia amorevole, sempre disponibile ed entusiasta del proprio ruolo genitoriale, ma non è sempre così. Diventare madri può essere un passaggio molto difficile, durante il quale bisogna abilmente destreggiarsi tra i bisogni del bambino di cura e amore e i propri bisogni (dove talvolta anche potersi concedere qualche ora al giorno di riposo diventa quasi impossibile!), il tutto contorniato da aspettative irrealistiche e idealizzate di come dovrebbe essere una “buona madre” e da consigli e pareri non richiesti da parte di parenti e amici.
Per molte mamme, quindi, il “lieto evento” può trasformarsi in un vortice di insicurezze, paure, e dubbi sul proprio valore personale.
In questo articolo ti verrà spiegato cos’è la depressione post natale (meglio nota come “post partum”) e quali sono gli approcci evidence base considerati più efficaci per fronteggiarla.
1.Che cos’è la depressione post natale
Per una donna, i giorni immediatamente successivi al parto rappresentano una fase molto delicata, caratterizzata da un calo dell’umore e da instabilità emotiva: tale condizione, nota come baby blues o maternity blues, rappresenta una fase del tutto fisiologica, dovuta all’improvviso crollo dei livelli ormonali a seguito del parto (progesterone ed estrogeni) e dello stress psicofisico a cui la donna è sottoposta, vedendo completamente stravolti i suoi abituali ritmi di vita. Per il suo carattere transitorio e la scarsa entità della sintomatologia, non richiede generalmente trattamenti specifici e non implica conseguenze nel lungo termine, risolvendosi spontaneamente entro un paio di settimane dal parto.
La depressione post-natale o post–partum, invece, è un disturbo più duraturo che si manifesta 4-6 settimane dopo il parto e che merita attenzione e aiuto da parte di specialisti. La donna sperimenta umore depresso, perdita di interesse e piacere, ridotte energie, perdita di fiducia e autostima, sensi di colpa eccessivi, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e dell’appetito. Questo malessere profondo porta spesso a un distacco affettivo della mamma dal suo bambino e alla dolorosa incapacità di interpretare i suoi segnali e prendersi cura di lui, con conseguenze negative non solo per la madre, ma per la crescita psico-affettiva del bambino.
2.Depressione post natale: i sintomi
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) per poter diagnosticare una depressione post- natale occorre che sia presente, quasi ogni giorno per un periodo di almeno due settimane, umore depresso (tristezza, sensazione di vuoto, disperazione), marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte della giornata.
Inoltre, devono essere presenti almeno 5 o più dei seguenti sintomi, perduranti per un periodo di almeno due settimane:
- significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito;
- insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni;
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni;
- faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni;
- sentimenti di autovalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati quasi tutti i giorni;
- ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o indecisione quasi tutti i giorni;
- pensieri ricorrenti di morte, ricorrente idea suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
3.Depressione post natale: le cause
Non esiste una causa univoca che spieghi come mai alcune donne soffrono di depressione post natale mentre altre no, ma ciò che si evince dalla letteratura sull’argomento è che vi sono dei fattori di rischio che aumenterebbero l’incidenza del disturbo nella popolazione di neo mamme.
Fra questi abbiamo fattori psicopatologici e personologici precedenti alla gravidanza (in particolare l’aver sofferto in passato di depressione, ma anche gravi disturbi della personalità) e che renderebbero la donna più fragile in una fase già di per sé complessa come quella della nascita di un figlio; oppure problemi di salute mentale occorsi durante la gravidanza, o ancora, eventi stressanti recenti, come ad esempio un lutto.
Ma un importante fattore di rischio è caratterizzato dalla mancanza di aiuto e supporto da parte di parenti, amici e in particolar modo del partner: spesso, infatti, le neomamme si trovano “bombardate” da giudizi, commenti, consigli su come dovrebbe comportarsi una “buona madre”, che non fanno altro che far sentire la donna sempre più inetta e incapace di far fronte alle richieste del proprio bambino.
4.Come superare la depressione post natale
4.1 Prevenire è meglio che curare
L’intervento più importante per affrontare la depressione post natale è senza dubbio quello preventivo, a partire da una buona formazione dei futuri genitori attraverso corsi di accompagnamento alla nascita, finalizzati a promuovere una maggiore consapevolezza non solo relativamente alla depressione post natale, ma soprattutto sul divenire genitori e su quelli che sono i bisogni affettivi e di cura dei bambini. Non dimentichiamo, infatti, come spesso le coppie che diventano genitori per la prima volta non hanno mai avuto modo di prendersi cura di un bambino prima e spesso il ritrovarsi da soli alle prese con un esserino così piccolo e indifeso può divenire un’esperienza davvero difficile da sostenere se non si hanno gli strumenti e se non si riceve il supporto necessario.
È importante inoltre, che il personale sanitario sappia individuare precocemente eventuali situazioni di rischio e che si attivi per sostenere le donne e per indirizzarle verso dei servizi che possano aiutarle ad affrontare questa fase per loro così delicata, come ostetriche, ginecologi, esperte per l’allattamento al seno e psicoterapeuti esperti in peripartum.
4.2 L’importanza dell’allattamento al seno per la prevenzione della depressione post natale
Diversi studi hanno evidenziato l’importanza che riveste l’allattamento al seno nella prevenzione della depressione post natale: si è visto, infatti, come l’allattamento al seno procuri benefici sia fisici che psicologici, riducendo il rischio di sviluppare patologie come il cancro al seno e alle ovaie e riducendo la sintomatologia depressiva. Inoltre ha una possibile azione antinfiammatoria e anti stress, perché riduce le citochine pro infiammatorie, responsabili nella genesi della depressione post- natale.
Troppo spesso, invece, le donne rinunciano ad allattare al seno i propri bambini proprio per le difficoltà che incontrano e perchè non vengono adeguatamente incoraggiate e supportate in questa scelta sia dalla propria rete sociale, ma anche dalla rete ospedaliera e dagli operatori sanitari che si occupano di loro. Sarebbe invece molto importante che le donne, soprattutto quelle esposte al rischio di depressione post natale, venissero incoraggiate ad allattare al seno in modo esclusivo, perché tale pratica aumenta la sicurezza della mamma circa le proprie capacità di cura e favorisce l’attaccamento positivo con il bambino.
4.3 Il trattamento farmacologico della depressione post natale
Nei casi più gravi, la terapia farmacologica risulta necessaria per contenere la sintomatologia legata alla Depressione post natale, soprattutto nei casi in cui siano presenti anche manifestazioni di tipo psicotico. Spesso le donne hanno timore ad assumere dei farmaci durante il periodo dell’allattamento, ma la ricerca, purtroppo ancora ridotta sull’argomento, sembra comunque dimostrare, che la quantità di farmaci a cui potrebbe essere esposto il bambino è minima e che non trattare adeguatamente una depressione post partum potrebbe portare a delle conseguenze cognitive ed emotive più gravi sul bambino rispetto al non trattarla affatto.
5. Come curare la depressione post natale con la terapia psicologica
5.1 La terapia cognitivo- comportamentale
La terapia cognitivo-comportamentale è considerata ad oggi la metodologia più efficace per il trattamento della depressione post- natale. Questo approccio mira a cogliere la complessità del disturbo, focalizzandosi sui contenuti cognitivi depressivi, le credenze patogene inerenti la maternità e la propria percezione di autoefficacia. Un aspetto centrale del lavoro con le donne che soffrono di depressione post partum riguarda l’atteggiamento accogliente e non giudicante all’interno della terapia che è ciò che permette alla donna di affrontare anche i pensieri e le emozioni più negative riguardo al proprio vissuto della maternità: spesso infatti le donne non chiedono aiuto perché si sentono “sbagliate” per via del fatto che non riescono ad occuparsi dei loro bambini come vorrebbero e questo fa sì che solo un numero esiguo di donne arrivi a chiedere l’aiuto di uno specialista. È importante inoltre che il terapeuta che le segua sia esperto in tema di problematiche relative al peripartum, al fine di poter offrire informazioni e strategie d’intervento utili a sostenere la mamma, e la coppia genitoriale nel suo insieme, nel far fronte ai bisogni del bambino.
5.2 I Gruppi di auto-mutuo aiuto per donne con depressione post natale
I gruppi di auto-mutuo aiuto rappresentano un valido supporto per le donne che soffrono di depressione post natale, in quanto possono trovare uno spazio nel quale sentirsi accolte, capite e sostenute da altre donne nella stessa condizione; questo permette alle madri di non sentirsi sole ad affrontare questa “avventura”, e di condividere, con tante altre, gli stessi timori, aspettative irrealistiche, sentimenti di vuoto e incapacità.
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