Articolo scritto dalla Dr.ssa Anna Innocenzi
Le relazioni che abbiamo con gli altri scatenano in noi diverse emozioni e sentimenti, alcuni piacevoli (felicità, curiosità, adrenalina, eccitazione ecc) e altri spiacevoli (rabbia, paura, tristezza, vergogna ecc); generalmente gli stati d’animo piacevoli e positivi ci autorizziamo a condividerli e manifestarli, mentre per quanto riguarda quelli negativi e spiacevoli è sia difficile comunicarli che gestirli e ciò può creare malintesi, litigi e conflitti all’interno dei rapporti.
E’ importante quindi partire dalla rabbia per capire cos’è e come gestirla di fronte a tensioni, problemi o conflitti nelle relazioni.
1. Cos’è la rabbia
La rabbia è il sentimento che ci mette in allarme, è breve e intensa, un segnale paragonabile al dolore, che ci avvisa di un potenziale problema da affrontare; fa parte dei nostri meccanismi primordiali di sopravvivenza e ci tutela. Nel momento in cui mi sento minacciato si attiva la rabbia; ad esempio quando ci sentiamo attaccati, o non apprezzati, oppure per difenderci quando qualcuno viola i nostri diritti, o ci fa un torto. Ma, nella vita di tutti i giorni, non sempre la rabbia è funzionale, quindi, capiamo le differenze.
Esistono differenti tipi di rabbia
- La rabbia primaria adattiva: è funzionale, biologica e si attiva per difendersi quando si è attaccati (mi attaccano verbalmente o fisicamente e parte la rabbia per indicare che c’è un pericolo/una minaccia)
- La rabbia secondaria: dura di più e nasconde in realtà altre emozioni (ad esempio accade qualcosa che mi fa paura e mi arrabbio)
- La rabbia strumentale: è quando viene utilizzata per ottenere altri scopi (es mi arrabbio con te, così fai quello che dico)
- La rabbia inespressa: Quando la rabbia non viene riconosciuta e usata nel momento in cui emerge, ma viene repressa, le conseguenze sono dannose non solo per noi stessi, ma anche per gli altri. Reprimendola è più probabile che la rabbia esplode in momenti inopportuni e soprattutto verso persone e situazioni che hanno poco a che fare con la causa originale della rabbia. La rabbia inespressa si manifesta spesso attraverso alcun malesseri e dolori del proprio corpo (mal di testa, mal di schiena, problemi gastrointestinali ecc)
Cosa fare quando siamo arrabbiati?
- Accettare l’evento o gli eventi scatenanti (ciò che è successo e che ci ha fatto arrabbiare);
- Essere consapevoli del proprio stato (sapere come mi sento, es quanta rabbia ho da 0 a 10);
- Cercare soluzioni efficaci per adattarsi alla situazione, evitando che gli eventi negativi ci distruggano.
10 Suggerimenti per gestire la Rabbia
- Aumentare la consapevolezza delle proprie emozioni e azioni.
- Assumersi la responsabilità delle proprie emozioni e reazioni.
- Essere consapevoli che il proprio modo di comportarsi influisce sul raggiungimento degli obiettivi.
- Ascoltare il proprio dialogo interiore: ciò che dici a te stesso inciderà sui tuoi pensieri e sulle tue emozioni.
- Non assumersi responsabilità per persone o situazioni che non dipendono da noi.
- Sviluppare risorse e un sistema di sostegno sociale per favorire i cambiamenti positivi.
- Aumentare la cura di sé: coloro che hanno cura di sé sono più soddisfatte di come sono, hanno maggior energia e più probabilità di essere felici.
- Sviluppare una buona autostima.
- Sviluppare risposte alternative positive per contrastare le precedenti reazioni di rabbia.
- Esercitarsi, provando nuove risposte. Ad esempio tenendo un diario per registrare e rinforzare i cambiamenti.
2. Cos’è un conflitto
Le situazioni di conflitto si presentano spesso nelle relazioni, ad esempio in famiglia, con il partner, tra amici, al lavoro ecc. Nel conflitto due o più persone si trovano in posizioni discordanti rispetto a ciò di cui hanno bisogno o desiderano, non si riescono a capire ne a comunicare e spesso la rabbia vuole il suo spazio, ma agire in base a questo impulso solitamente crea tensione o una lotta a chi ha ragione o torto.
Conflitti interpersonali: chi ha ragione e chi no?
Nel conflitto, il problema non è stabilire chi abbia ragione o torto, ma il fatto di pensare che io ho ragione e l’altro torto.
Ognuna delle parti in conflitto considera i propri valori giusti, ma i valori hanno significato soltanto per chi li condivide.
Non vi sono regole universali per decidere chi “ha ragione” e chi “ha torto”, ogni parte in questione parla dal suo punto di vista.
In un conflitto, è meglio trovare una soluzione per risolverlo che focalizzarci sul cercare di avere ragione.
Conclusione
Queste sono solamente alcune strategie o utili consigli che possiamo applicare sul momento per allenarci a familiarizzare su come gestire la rabbia e risolvere i conflitti nelle relazioni; spesso però non basta ed è utile fare un lavoro di conoscenza e consapevolezza di sé più profondo attraverso un percorso di psicoterapia, per vivere meglio con se stessi ed in armonia con gli altri.
Stai attraversando un momento difficile? Prenota una sessione e inizia ora a risolvere i tuoi problemi, attraverso l’aiuto della Dr.ssa Anna Innocenzi.