Articolo scritto dal Dr. Stefano Buonfantino
Al giorno d’oggi siamo sempre più esposti a stimoli, influencer o pubblicità di ogni sorta che ci promettono diete miracolose e di raggiungere in poco tempo e senza fatica peso forma, quindi benessere e una vita migliore. Nella maggior parte dei casi quello che ci vendono è un’illusione che contribuisce solamente ad aumentare il nostro malessere. Lo stesso termine “dieta” di per sè è spesso frainteso e vi si attribuiscono significati emotivi e psicologici del tutto particolari. In questo articolo vorrei prima di tutto chiarire la definizione di dieta, inserendola in un’ottica di sostegno psicologico.
1. Definizione di dieta
In accordo con la definizione proposta dalla Treccani nell’antica medicina greca con “dieta” si intendeva il modo di vivere, il complesso delle norme di vita (alimentazione, attività fisica, riposo, ecc.) atte a mantenere lo stato di salute. Al giorno d’oggi invece, sorpatuttto negli ultimi 30 anni, con i cambiamenti degli standard di bellezza, industria della moda ecc. il concetto di dieta è limitato prevalentemente alla restrizione e alla limitazione di diversi alimenti, rivolti teoricamente a conseguire scopi terapeutici o preventivi, anche se sempre più spesso focalizzati invece solo su canoni estetici, con tutte le relative conseguenze come senso di colpa, discriminazione, auto-punizione se non si raggiungono tali canoni (diet culture). È pertanto indispensabile al giorno d’oggi associare il concetto di dieta a quello di sostegno psicologico; soprattutto perchè spesso molte diete vengono intraprese già durante la pre-adolescenza, in autonomia e senza un supporto adeguato, durante un’età in cui si è nel pieno dello sviluppo sia fisico che identitario.
2. Coma mai fare una dieta senza il supporto psicologico è un rischio
Diversi studi hanno dimostrato che intraprendere una dieta senza un’adeguata conoscenza e supporto professionale è uno dei principali fattori di rischio di insorgenza di disturbi del comportamento alimentare, soprattutto in adolescenza.
A volte intraprendere una dieta può essere un modo per sentirsi gratificati e per gestire lo stress in assenza di una adeguata regolazione affettiva ed emotiva. Al contrario invece può capitare di mangiare non per fame, ma in risposta a sentimenti, condizioni di stress ed emozioni, in particolare la rabbia. Mangiare in eccesso può dunque essere la risposta ad una variazione dello stato emotivo impossibile da gestire in altri modi. Il paradosso è che tale la variazione di stato può essere causata anche dalla fatica di aver intrapreso una dieta o dalla frustrazione del non riuscire a seguirla, andando a creare un pericoloso circolo vizioso.
Con regolazione emotiva si intende l’insieme dei processi e le strategie a cui ricorriamo per influenzare le nostre emozioni, viverle ed esprimerle in modo funzionale, più nello specifico:
- Comprensione e accettazione dei propri stati emotivi
- Capacità di tollerare sia le emozioni positive che quelle negative
- Spostamento e non soppressione dell’emozione spiacevole
- Uso di strategie adeguate e flessibili per far fronte al carico emotivo
Un altro fattore di rischio è la così detta “diet culture”, ossia l’insieme di convinzioni socialmente accettate che valorizzano l’ideale di magrezza associata all’idea di bellezza e salute, promuovendo così una serie di comportamenti atti al suo raggiungimento che possono potenzialmente andare a minare l’autostima delle persone più fragili, spingendole verso credenze e comportamenti potenzialmente dannosi e autodistruttivi.
Se hai dunque deciso di intraprendere una dieta, è bene riflettere sulle motivazioni che ti hanno spinto a intraprendere tale decisione.
Nel caso invece di un’oggettiva necessità medica di intraprendere una dieta, un sostegno psicologico potrà essere utile per far fronte allo stress e alla fatica che ciò comporta.
3. Intuitive Eating: Dimagrire con l’aiuto della psicologia
Dimagrire con l’aiuto della psicologia vuol dire intraprendere un percorso di consapevolezza e accettazione di se stessi.
I fattori di rischio di cui abbiamo parlato possono contribuire all’insorgenza di disturbi alimentari come ad esempio il Binge Eating Disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), che può portare ad una condizione di sovrappeso e forte malessere psichico.
La teoria dell’intuitive eating può incoraggiare una maggiore connessione con se stessi e quindi accrescere la propria consapevolezza, anche rispetto all’influenza culturale della diet culture. Tale teoria è stata proposta nel 1995 dalle nutrizioniste americane Tribole e Resch, basata su 9 principi:
- Non pensare più in termini di “diete restrittive”
- Onorare la propria fame
- Fare pace con il cibo
- Non farsi condizionare dal giudizio altrui
- Imparare a scegliere e apprezzare tutti i cibi
- Ascoltare il senso di sazietà
- Riconoscere le proprie emozioni
- Rispettare il proprio corpo
- Amare il movimento, non intenderlo come una restrizione
4. Terapie evidence-based per dimagrire grazie alla psicologia
Per dimagrire con l’aiuto della psicologia è importante tenere dunque conto di diversi fattori: come già detto, difficoltà nella regolazione emotiva e influenze culturali, ma anche vivere in un ambiente familiare problematico può potenzialmente causare l’insorgenza di disturbi del comportamento alimentare, quindi forti difficoltà nel rapportarsi ad un percorso di dieta. Le terapie evidence based più indicate per un supporto in tal senso sono quelle psicodinamiche (tra le quali anche la psicoanalitico-relazionale), sistemico relazionale, cognitivo comportamentale.
Con la terapia cognitivo comportamentale si può andare a lavorare nello specifico sui problemi di regolazione emotiva che possono portare ad utilizzare il cibo come compensazione emotiva, attraverso 3 strategie
- Ristrutturazione cognitiva
- Probem solving
- Accettazione
La ristrutturazione cognitiva consiste nel modificare i pensieri negativi e disfunzionali riguardanti il cibo e la propria immagine corporea, aiutando la persona a sviluppare pensieri più positivi e realistici. Il problem solving, invece, mira ad aiutare la persona a risolvere i problemi pratici che possono ostacolare il percorso di dimagrimento, come ad esempio la difficoltà a seguire una dieta o a trovare il tempo per fare attività fisica. Infine, l’accettazione si concentra sulla comprensione e l’accettazione dei propri pensieri, emozioni e sensazioni senza giudicarli o evitarli, per poter gestire meglio lo stress e le emozioni negative.
Le terapie psicodinamiche, invece, si concentrano sull’individuazione delle cause profonde del comportamento alimentare disfunzionale, che spesso sono radicate in problematiche relazionali o di autostima. Questa terapia può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri sentimenti e bisogni, migliorando la capacità di autoregolazione.
Infine, la terapia sistemico-relazionale si concentra sulle relazioni della persona con gli altri, in particolare con i membri della propria famiglia. Questa terapia può aiutare a migliorare le dinamiche relazionali, a sviluppare una maggiore consapevolezza delle influenze culturali e sociali sulla propria alimentazione, e a identificare e risolvere eventuali conflitti familiari che possono influire sulla capacità di seguire una dieta.
In sintesi, le terapie psicologiche possono rappresentare un importante supporto per dimagrire, aiutando a comprendere e gestire meglio le emozioni e le relazioni interpersonali, identificando le cause profonde dei disturbi alimentari e sviluppando abilità cognitive e comportamentali per gestire meglio la dieta e l’attività fisica.
5. Consigli pratici per dimagrire con l’aiuto della psicologia
Ecco alcune strategie psicologiche che possono aiutare a dimagrire:
- Identifica le tue emozioni: molte volte mangiamo non perché abbiamo fame, ma perché siamo annoiati, stressati, tristi o felici. Identificare le emozioni che ci portano a mangiare e cercare di trovare alternative per gestirle, come lo yoga o la meditazione, può aiutare a evitare di mangiare in modo impulsivo.
- Pratica la consapevolezza alimentare: mangiare lentamente e concentrarsi sui sapori e sulle sensazioni del cibo può aiutare a ridurre il consumo di cibo e favorire una migliore digestione. Inoltre, aiuta a riconoscere la sensazione di sazietà e a evitare di mangiare troppo.
- Evita di fare diete estreme: le diete troppo restrittive o che eliminano completamente un gruppo di alimenti possono portare ad una maggiore ansia e stress, rendendo più difficile la perdita di peso. Inoltre, possono creare una relazione poco sana con il cibo e favorire i comportamenti alimentari disordinati.
- Impara a riconoscere i pensieri negativi: spesso i pensieri negativi riguardo al nostro corpo o alla dieta possono sabotare il nostro programma di dimagrimento. Imparare a riconoscere questi pensieri e sostituirli con pensieri positivi e motivanti può aiutare a mantenere la motivazione e il focus sul nostro obiettivo di dimagrimento.
- Cerca supporto: cercare il supporto di amici, familiari o di un professionista della salute mentale può aiutare a mantenere la motivazione e a superare eventuali blocchi mentali. Inoltre, può fornire una rete di supporto emotivo per aiutare a mantenere uno stato mentale positivo durante il processo di dimagrimento.
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