Articolo scritto dalla Dr.ssa Federica Aloia
Il gioco d’azzardo, oltre che essere un evento di elevate proporzioni economiche, esprime anche l’attrazione esercitata sull’uomo dalla casualità e dal rischio. Il legame psicologico che si crea fra gioco patologico e persona, compromette enormemente i rapporti sociali e familiari determinando problematiche e conflittualità che si ripercuotono sull’integrità psico-fisica dell’individuo. Il gioco d’azzardo comprende un ampio spettro di comportamenti che vanno dal semplice “intrattenimento” che se effettuato in maniera moderata ed occasionale non causa particolari problemi, al gioco d’azzardo problematico che è invece un “comportamento a rischio per la salute” prevenibile e ancora trattabile. All’estremo dello spettro si colloca, poi, il gioco d’azzardo patologico che consiste in una “dipendenza comportamentale patologica”.
1. La Dipendenza da gioco d’azzardo: quali sono i sintomi?
L’evoluzione del concetto di gioco d’azzardo patologico (GAP), dal punto di vista diagnostico, è da sempre molto controversa a causa dell’unione in un’unica sindrome di tratti psicopatologici appartenenti a molte categorie. Il gioco d’azzardo patologico è riconosciuto come un disturbo psichiatrico e il DSM-5 lo ha classificato nell’area delle dipendenze (addictions) per le similarità con le dipendenze da alcol e altre sostanze d’abuso. Quindi, il Disturbo da Gioco d’Azzardo è a tutti gli effetti una dipendenza patologica “senza sostanza”. Tale patologia viene, dunque, annoverata nei “Disturbi Correlati a Sostanze e Disturbi da Addiction”, assumendo il nome di “Disturbo da Gioco d’Azzardo”. Ma quali sono i sintomi della dipendenza da gioco d’azzardo?
Il comportamento da gioco d’azzardo patologico è ricorrente e persistente e porta a un disagio o una compromissione clinica, quando risultano soddisfatti almeno 4 dei seguenti criteri per i quali l’individuo:
- necessità di giocare una quantità crescente di denaro con lo scopo di raggiungere l’eccitazione desiderata;
- è irritabile o irrequieto quando tenta di ridurre o interrompere il gioco;
- ha effettuato ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o interrompere il gioco;
- è spesso preoccupato per il gioco d’azzardo (per esempio, ha pensieri persistenti di rivivere esperienze passate del gioco, pensando a come ottenere denaro con cui giocare);
- spesso gioca quando si sente in difficoltà (per esempio quando si sente in colpa o ansioso o depresso o annoiato);
- dopo aver perso denaro al gioco, spesso torna a giocare;
- racconta bugie per nascondere il suo coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
- ha messo a repentaglio o ha perso una relazione significativa, il lavoro, lo studio o una opportunità di carriera a causa del gioco d’azzardo;
- si basa su altri per cercare denaro per alleviare le disperate situazioni finanziarie causate dal gioco d’azzardo.
2. Come riconoscere il Disturbo da gioco d’azzardo patologico
Il gioco d’azzardo patologico è da considerarsi una patologia progressiva che può colpire alcuni individui, con rischi diversificati, che reagiscono alla vincita e alla perdita di denaro in maniera diversa, che hanno un grado di consapevolezza e di autocontrollo differenti e, di conseguenza, un comportamento alla sperimentazione degli stimoli “vincita/perdita” molto diverso.
Il decorso comportamentale del gioco d’azzardo patologico può essere rappresentato attraverso 7 fasi:
- La prima, di solito, è rappresentata dalla vincita, che dà un senso di prestigio e potere ed è spesso accompagnata da onnipotenza.
- La seconda fase è quella della perdita inaspettata con conseguente rincorsa della vincita desiderata, ma seguita da continue perdite con un andamento a spirale.
- La terza fase viene descritta come la fase della disperazione, con il coinvolgimento in attività illegali, fantasie di fuga e spesso con pensieri suicidari.
- La quarta è la fase della rinuncia e della richiesta di trattamento.
- La quinta fase è quella del trattamento intensivo con tutte le difficoltà inerenti all’aderenza, alle prescrizioni e all’insorgere del desiderio di giocare durante il trattamento.
- La sesta fase è la fase della recidiva, che può durare anche a lungo, e del successivo tentativo di ritorno alle cure.
- La settima fase può avere due alternative: può essere quella del comportamento controllato (etero e auto sostenuto) con astinenza dal gioco, o quella della continuazione del gioco patologico con aumento dei problemi finanziari e legali.
3. Quali sono le convinzioni erronee del giocatore?
La maggior parte dei giocatori presenta delle convinzioni erronee riguardanti le possibilità di vincita o di perdita. Infatti tali giocatori sono convinti di poter vincere o ritengono che gli esiti del gioco possano essere prevedibili. E’ molto diffusa la convinzione che perdite continue porteranno ad una vincita futura o che vincere molto indichi la possibilità di altre vincite. Queste idee erronee sono definite: distorsioni cognitive.
Le distorsioni cognitive che tipicamente affliggono il pensiero del Giocatore d’Azzardo Patologico sono le seguenti:
- Gambler’s fallacy (Fallacia del giocatore): quando un evento generato dal caso devia dalla media, l’evento opposto viene giudicato più probabile (ad es. “se per 4 volte è uscito il nero, allora è più probabile che esca il rosso”);
- Overconfidence (Sopravvalutazione): gli individui esprimono una aumentata fiducia nelle proprie capacità che non è giustificata da dati reali (ad es. ritenersi più bravi di altri nell’indovinare i numeri, nel capire i meccanismi sottesi al gioco, nell’implementazione di strategie di gioco efficaci).
- Trends in number picking (Tendenze nei numeri): vengono individuate tendenze e “leggi” relativamente a distribuzioni casuali (errore tipico di chi pensa che i numeri “ritardatari” abbiano più probabilità di essere estratti, oppure che un numero appena estratto non sia probabile nelle estrazioni successive).
- Illusory correlations (Correlazioni illusorie): si rileva quando due eventi appartenenti a differenti domini della realtà vengono giudicati interdipendenti se si presentano in concomitanza (ad es. comprare un gratta e vinci fortunato e continuare a recarsi sempre nello stesso bar per acquistarne altri). E’ anche alla base dei comportamenti ritualistici e scaramantici.
- Avaliablity of other wins (Vincite altrui): un errore logico che distorce in maniera piuttosto diretta la stima delle probabilità si presenta quando venire a conoscenza delle vincite realizzate dagli altri (tramite mass media o esperienze più o meno dirette) fornisce la convinzione (credenza) che “vincere” sia un evento che capita regolarmente e che “per vincere basta continuare a giocare”.
- Inherent memory bias (Pregiudizi inerenti la memoria): questo pregiudizio interpretativo permette ai giocatori di far riferimento (inconsapevolmente) più spesso alle proprie esperienze positive di gioco piuttosto che a quelle negative (dimenticate), facilitando la decisione di mantenere il proprio comportamento.
Tali distorsioni cognitive sono responsabili in larga misura del mantenimento della dipendenza da gioco d’azzardo dal momento che portano ad una errata valutazione dei risultati del gioco, la cui conseguenza è il continuare a credere che nel tempo i risultati saranno infine in qualche modo pareggiati.
4. Cause del Disturbo da gioco d’azzardo
Esistono variazioni di età e di genere nei tassi di prevalenza del disturbo e nei tipi di attività di gioco d’azzardo. L’esordio del disturbo da gioco d’azzardo può verificarsi durante l’adolescenza o nella prima età adulta, ma non è raro che si manifesti anche in tarda età. Tra i fattori di rischio della dipendenza sono predominanti i fattori genetici in quanto i problemi legati al gioco sono più frequenti nei gemelli omozigoti che in quelli dizigoti. Ciò significa che chi ha familiari con una dipendenza da gioco d’azzardo o da sostanze stupefacenti e/o alcol ha maggiori probabilità di sviluppare un disturbo da gioco d’azzardo. Lo sviluppo della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, però, sembra essere il risultato dell’interazione di molteplici fattori di ordine psicologico, neurobiologico ed ambientale. Inoltre, disturbi mentali come il disturbo depressivo, disturbi d’ansia, disturbi di personalità e disturbo da uso di sostanze sembrano essere associati all’insorgenza della dipendenza del gioco d’azzardo.
5. Trattamento: come si cura la dipendenza da gioco d’azzardo?
Molto spesso il giocatore d’azzardo giunge alla richiesta d’aiuto per tentare di risolvere i problemi che scaturiscono secondariamente alle perdite economiche, e non perché desideroso di smettere di giocare o perché cosciente di essersi ammalato.
Gli interventi Cognitivo-comportamentali e le tecniche del colloquio motivazionale hanno ottenuto i maggiori consensi nella comunità scientifica e sono stati ritenuti i più efficaci. La Terapia cognitivo-comportamentale pone l’obiettivo di mettere in discussione le convinzioni erronee per sostituirle con cognizioni più oggettive ed aderenti alla realtà, allo scopo di modificare, di conseguenza il comportamento del giocatore. Gli approcci di derivazione cognitivo-comportamentale (TCC) hanno dimostrato di essere utili nel gestire il desiderio di giocare e nel prevenire le ricadute. L’eterogeneità dei soggetti dipendenti e la presenza di comorbilità psichiatrica impone la necessità di personalizzare i trattamenti.
Alla psicoterapia individuale è utile associare anche trattamenti di gruppo a orientamento cognitivo-comportamentale. Il gruppo può non essere accettato da tutti i pazienti, tuttavia quando possibile, esso si rivela uno strumento molto efficace. Può svolgere la funzione di supporto al lavoro individuale, permette lo sviluppo di abilità sociali e delle capacità di problem solving, consente il rispecchiamento, induce alla riflessione e offre socializzazione. Se all’interno del gruppo vengono sperimentate buone relazioni, queste possono rappresentare una sorta di ricompensa sociale che va a sostituirsi alla ricompensa disfunzionale del gioco d’azzardo. Esso, inoltre, può facilitare la motivazione al cambiamento, che deriva dall’osservare il successo degli altri e il modo in cui l’ottengono.
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