Disturbo bipolare: sintomi, cause e cura

Disturbo Bipolare_ sintomi, cause e cure

Articolo scritto dalla Dott.ssa Barbara Ostorero

Il disturbo bipolare è un disturbo mentale complesso, con un quadro clinico estremamente variabile, caratterizzato da alterazioni dell’umore repentine che fanno passare ad una vivace euforia della fase maniacale o alla tristezza più profonda della fase depressiva. Tutti questi sbalzi d’umore finiscono conseguentemente con il modificare il comportamento ed i processi di pensiero, per poi, a cascata, influire in modo anche importante sulle relazioni e sul rendimento lavorativo. Ora, andremo a cercare di capire che cos’è il disturbo bipolare, quali sono i suoi sintomi e soprattutto cosa si può fare per gestirlo al meglio.      

1. Che cos’è il Disturbo Bipolare

Il bipolarismo è un disturbo caratterizzato principalmente da un’alternanza di momenti di depressione a momenti di maniacalità o ipomaniacalità, la sua principale caratteristica risiede proprio nell’andamento fasico delle sue manifestazione sintomatiche. Il DSM (Manuale Diagnostico Statistico) riconosce alcune differenti tipologie di bipolarsimo e ne evidenzia i tratti distintivi, vediamoli insieme in maniera sintetica. 

2. Disturbo bipolare di tipo I

Caratterizzato dalla presenza anche solo di un episodio maniacale intenso, della durata di almeno sette giorni, senza necessariamente un episodio depressivo.  

3. Disturbo bipolare di tipo II 

Il criterio pricipale per diagnosticare questo tipo di disturbo è la presenza di almeno un episodio di depressione maggiore della durata di almeno due settimane e di un episodio ipo-maniacale della durata di circa quattro giorni, siano essi recenti o passati.  

4. Disturbo ciclotimico 

La ciclotimia è caratterizzata da una frequente, fluttuante e cronica alterazione lieve del tono dell’umore per un periodo di almeno due anni.  

5. Disturbo bipolare: i sintomi

La sintomatologia varia a seconda della fase del disturbo in cui ci si trova, per cui ora andremo ad individuare nel dettaglio i sintomi che caratterizzano le due differenti fasi del disturbo bipolare. 

6. Fase depressiva

I sintomi vissuti dal paziente durante un episodio depressivo sono pressoché i medesimi di quelli che si riscontrano nella depressione maggiore. Identifichiamo alcuni sintomi di tipo psicofisico legati al sonno (si dorme troppo o troppo poco) e all’alimentazione (si mangia troppo o si perde completamente l’appetito, con conseguenti modificazioni ponderali significative). Ben più incisivi sono però i sintomi di tipo affettivo, come la perdita di piacere e interesse per ciò che ci circonda, una costante sensazione di tristezza, sconforto e scoraggiamento fino ad arrivare all’idea di essere senza più speranze, un profondo senso di vuoto accompagnati da un senso di stanchezza a cui sembra non esserci rimedio ed a cui si aggiungono i sintomi di tipo cognitivo rappresentati dalla difficoltà di concentrazione con conseguente riduzione delle attività quotidiane, forti sentimenti di svalutazione e sensi di colpa. 

L’episodio depressivo del bipolarismo è solitamente molto profondo e connotato da sintomi molto gravi, con pensieri di morte ricorrenti e ideazione suicidaria con o senza pianificazione o tentativo di suicidio, per questo motivo risulta fondamentale che il paziente che soffre di tale disturbo sia costantemente monitorato da parte del medico, affinchè si riesca a identificare precocemente l’inizio della fase depressiva.

7. Fase maniacale

L’elemento centrale dell’episodio maniacale è rappresentato da una modificazione euforica dello stato d’animo: l’umore è elevato in modo innaturale, espanso, eccessivamente allegro, si assiste ad iperattività, aumento dell’energia e ridotto bisogno di dormire. Il linguaggio è veloce, incalzante e difficile da interrompere, il volume della voce è alto, la persona può parlare per ore senza tenere conto degli altri, risultando così spesso invadente e inopportuno.  Il pensiero è accelerato con conseguente senso di grandiosità che comporta un’aumentata autostima, ma anche una forte distraibilità e la fuga delle idee, oltre ad un coinvolgimento in attività potenzialmente pericolose come spese senza controllo, investimenti economici rischiosi, attività sessuali a rischio come conseguenza dell’aumento del desiderio sessuale ed abuso di sostanze. 

L’episodio maniacale è sicuramente un momento molto delicato, non solo per la sintomatologia, ma soprattutto perchè inizialmente la persona non percepisce il senso di malessere, mentre avverte un buon funzionamento dato dal grande slancio vitale, è solo con il passare dei giorni, che il malessere riesce a farsi strada nei meandri di quella specie di stato di grazia che è solo apparente. Proprio per questo motivo, le fasi maniacali possono mettere il paziente bipolare in situazioni di pericolo, per evitare ciò, risulta fondamentale riconoscere i segnali indicativi di un imminente episodio, affinchè il medico possa tempestivamente effettuare le opportune modifiche al piano terapeutico. 

8. Fase ipomaniacale

L’episodio ipomanicale si differenzia dalla mania (episodio maniacale) per l’intensità dei sintomi e per la durata degli stessi (circa quattro giorni). La persona che si trova in questa fase si sente piena di energia, si cimenta in numerose attività, ma in modo disorganizzato, iniziando mille cose senza terminarne nessuna. L’umore non è tanto euforico, quanto più spesso disforico, cioè irritabile, intollerante e rabbioso. 

9. Disturbo bipolare: le cause

Identificare con precisione le cause di un disturbo mentale è sempre difficile, ma in questo caso si può dire che sono stati identificati alcuni fattori che concorrono allo sviluppo di tale disturbo. Più precisamente, sono stati individuati dei fattori genetici, tanto che il rischio di una persona di sviluppare tale disturbo è dieci volte più alto se ne è affetto un parente di primo grado; ma sono stati scoperti anche dei fattori biochimici soprattutto riferiti ai neurotrasmettitori che regolano l’umore ed il controllo degli impulsi come la serotonina e la dopamina. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, i fattori psicologici, poichè eventi stressanti, determinati contesti familiari e situazioni emotive delicate finiscono spesso con il combinarsi con le alterazioni biochimiche del cervello e con la predisposizione genetica nel favorire la comparsa ed il mantenimento del disturbo bipolare.  

10. Cosa fare se pensi di soffrire di disturbo bipolare

La maggior parte delle persone affette da disturbo bipolare può condurre una vita produttiva, sana e soddisfacente, a patto che decida di curarsi. 

Il primo passo è quindi quello di recarsi presso un medico o uno psicologo, affinchè venga effettuata una diagnosi corretta e puntuale, che permetta poi di intraprendere una cura efficace che necessariamente comprenderà: 

  1. Un trattamento farmacologico con stabilizzatori dell’umore per prevenire gli episodi maniacali e depressivi, ma anche per alleviare la sintomatologia durante le diverse fasi.
  2. Un trattamento psicoterapico da affiancare a quello farmacologico

11. Come trattare il disturbo bipolare con la psicoterapia

La terapia farmacologica senza parallelamente una terapia di tipo psicologico difficilmente può risultare efficace nel trattamento del disturbo bipolare.   

La psicoterapia è fondamentale per aiutare la persona a conoscere meglio la sua malattia e per imparare eventuali strategie per la gestione della stessa, per monitorarne l’evoluzione e per implementare l’aderenza al trattamento attraverso interventi di psicoeducazione. Fondamentale è l’apporto fornito per aiutare la persona a individuare i segnali che indicano un imminente episodio depressivo o maniacale, al fine di prevederne la comparsa e conseguentemente permettere un adeguamento tempestivo del piano terapeutico.

Generalmente non possiamo dire che un tipo di psicoterapia sia migliore di un’altra, perchè sarebbe importante che ogni persona potesse scegliere il tipo di trattamento che più si avvicina al suo modo di essere.  

Per il disturbo bipolare le linee guida internazionali indicano la 

  1. Terapia Cognitiva e Comportamentale adatta soprattutto per un percorso corretto di psicoeducazione, quindi legata all’individuazione delle fasi, alla gestione dei sintomi, e dei farmaci, e supporta la persona nel monitoraggio di alcuni sintomi importanti come il sonno e l’umore.
  2. Terapia Familiare o di coppia può essere molto utile per aiutare i familiari e/o i partner di chi soffre di disturbo bipolare a comprendere meglio cosa accade nel loro caro/a e soprattutto a monitorare con maggior efficacia i sintomi che possono segnalare un imminente cambio di umore.
  3. Terapia psicodinamica è adatta soprattutto a chi vuole fare un investimento su se stesso, permettendo una maggior consapevolezza sia della malattia, sia del modo dell’individuo stesso di porsi nei confronti del mondo, aiutandolo a rintracciare il senso degli episodi passati e anche di quelli che sta vivendo nel momento, supportandolo nello sviluppare nuove e più efficaci competenze nella sua vita relazionale, affettiva e professionale. 

Conclusioni

Il disturbo bipolare è sicuramente un disturbo complesso, ma se trattato attraverso un intervento farmacologico coadiuvato da un trattamento psicologico, è possibile vivere una vita piena e soddisfacente. I momenti difficili sono principalmente quelli in cui si verifica il cambiamento di umore, sia esso in direzione maniacale o depressiva, perchè causano un profondo senso di instabilità, ecco perchè diventa importante l’intervento psicologico, per riuscire a riconoscere i segnali dell’imminente cambiamento e pensare le strategie migliori per affrontarlo. 

Se stai vivendo un momento difficile e vuoi parlarne con uno psicologo, sarò lieta di aiutarti, mi trovi qui:  Dott.ssa Barbara Ostorero.

I nostri link preferiti