Disturbo dell’eccitazione sessuale persistente: sintomi, cause e cura

DISTURBO DELL'ECCITAZIONE SESSUALE PERSISTENTE_ SINTOMI, CAUSE E CURA

Articolo scritto dal Dr. Alessandro Carbocci

Normalmente, quando si pensa a un disturbo o a un problema, si tende a pensare principalmente ai deficit, alle mancanze, a ciò che non c’è a sufficienza rispetto a uno standard di riferimento. In ambito soprattutto sessuologico, ad esempio, la ricerca scientifica e i relativi manuali diagnostici di riferimento, come il DSM-5, si sono spesso focalizzati sull’assenza o sulla riduzione di elementi come l’interesse, il desiderio, l’eccitazione sessuale o l’orgasmo, senza tuttavia approfondire in maniera sistematica e strutturata fenomeni che, all’opposto, vanno nella direzione della troppa presenza o dell’iper-attivazione.

In questo senso dunque il disturbo dell’eccitazione sessuale persistente (PSAD), una condizione di cui si è venuti a conoscenza relativamente di recente e su cui ci si è concentrati soprattutto sulla popolazione femminile, è stata definita come una persistente eccitazione sessuale genitale (congestione, pulsazione, lubrificazione vaginale) percepita come spontanea, intrusiva e non gradita, in assenza di desiderio e di interesse sessuale. La consapevolezza dell’eccitazione sessuale è tipicamente, ma non invariabilmente, spiacevole. L’eccitazione non è ridotta da uno o più orgasmi. La sensazione di eccitazione fisica genitale può persistere per ore, giorni o più.

Esso, solo di recente, è stato riconosciuto e inserito nell’International Classification of Diseases-11, nella sezione relativa agli “altri specifici disturbi dell’eccitazione”.

1. I sintomi del disturbo dell’eccitazione sessuale persistente

Nello specifico, i sintomi e segni caratteristici del disturbo dell’eccitazione sessuale persistente includono:

  1. Presenza degli elementi relativi all’eccitazione sessuale: rigonfiamento del clitoride e della vulva, lubrificazione vaginale, aumento della sensibilità genitale, pulsazioni, formicolii, percepita come persistente e intrusiva, non desiderata.
  2. Queste sensazioni possono durare per giorni, ore, mesi.
  3. Non scompaiono, o non si riducono del tutto, col raggiungimento dell’orgasmo o con la masturbazione.
  4. Tali sensazioni sono svincolate dal desiderio e interesse sessuale, cioè sono presenti anche in assenza di una reale motivazione sessuale e possono venire innescate anche da stimoli non sessuali.
  5. La persona sperimenta disagio, angoscia e malessere psicologico per tale eccitazione e ciò incide significativamente sulla qualità di vita e nei rapporti sociali e relazionali.

Sebbene nelle prime fasi del disturbo questo senso di eccitazione possa anche risultare piacevole, nel lungo periodo potrebbe portare a intense alterazioni dell’umore e incidere negativamente tanto sul funzionamento di vita quotidiano, quanto nei rapporti sociali e relazionali. 

In genere, dal punto di vista psicologico questo disturbo si associa a frustrazione, rabbia, paura, sensazione di sentirsi sporchi, colpa, vergogna, andando a incidere anche sulla qualità e il benessere sessuale della persona, sia a livello individuale che di coppia. Inoltre, alcune persone potrebbero pensare di essere iper-sessualizzate, schiave, dipendenti dal sesso, o malate, aumentando ulteriormente il loro senso di malessere.

In questo senso, dunque, può essere utile fare chiarezza rispetto alle differenze tra il disturbo dell’eccitazione sessuale persistente (PSAD), l’ipersessualità o dipendenza sessuale:

  1. Nel PSAD il desiderio sessuale è percepito come normale, scarso o assente, così come l’eccitazione mentale rispetto al rapporto sessuale. Nella dipendenza sessuale, se vissuta in maniera egosintonica, invece queste motivazioni sono elevate.
  2. Il PSAD è vissuto complessivamente come esperienza negativa e può generare preoccupazioni rispetto alla presenza di gravi malattie; la dipendenza sessuale, invece, può essere anche percepita come positiva rispetto all’immagine di sé. 
  3. La soddisfazione nel PSAD è scarsa o assente, poiché l’eccitazione non scompare. Al contrario, nella dipendenza sessuale è normale o elevata, se percepita come positiva rispetto all’idea di sé.
  4. L’eccitazione sessuale fisica nel PSAD è marcata, intrusiva, persistente e non voluta; non scompare dopo l’orgasmo. Nella dipendenza dal sesso è percepita come adeguata e piacevole e scompare dopo uno o più orgasmi.
  5. La frequenza masturbatoria o dei rapporti sessuali (in presenza di un partner disponibile) sono frequenti ed elevati nel PSAD e sono finalizzati a ridurre quell’attivazione e tensione fisica percepita come sgradita. Gli orgasmi sono dunque frequenti. Nella dipendenza da sesso, invece, l’elevata frequenza masturbatoria o i rapporti sessuali (che possono in questo caso essere anche promiscui), tendono ad avere le caratteristiche di compulsività, cioè sono tentativi finalizzati a coprire, regolare e gestire un altro stato emotivo sottostante su cui la persona fa fatica a stare e ricorre dunque alle sensazioni procurate tramite la stimolazione sessuale per stare meglio. In questo senso, tale comportamento somiglia maggiormente alle dipendenze in senso più generale come l’uso di alcol o di sostanze. 

2. Cause del disturbo dell’eccitazione sessuale persistente

Rispetto alle cause, essendo un disturbo rilevato di recente, non vi sono ancora delle risposte certe e definitive. Nella letteratura disponibile sono presenti sia tracce di casi che avevano un’origine francamente organica, ad esempio a seguito di trattamenti farmacologici, interventi medici o presenza di masse tumorali o di cisti, come quella di Tarlov. Inoltre, sembra esserci un’associazione tra questo disturbo e la sindrome delle gambe senza riposo. In altri casi l’origine sembra essere più di tipo psicosomatico. In quest’ultimo caso vi sono ipotesi rispetto al coinvolgimento di una persistente e marcata tensione del pavimento pelvico; tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche in merito.

3. Cura del disturbo dell’eccitazione sessuale persistente

Essendo una condizione relativamente nuova, le ricerche e le terapie con risultati certi ed efficaci per il suo trattamento sono ancora da approfondire. In generale è più opportuno parlare, allo stato attuale, di gestione dei sintomi. Le ricerche per ora disponibili suggeriscono di approfondire inizialmente la presenza di condizioni organiche. In tal caso, l’intervento medico-chirurgico potrebbe essere la prima scelta e opzione di intervento. 

In alternativa, terapie farmacologiche basate sugli antidepressivi SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina), stabilizzatori dell’umore, antipsicotici e analgesici potrebbero portare benefici. In particolare, la terapia farmacologica combinata con interventi di supporto psicologico, di psicoterapia cognitivo-comportamentale, di psicoeducazione sessuale e di rilassamento tramite massaggio e terapia del pavimento pelvico, sembrano apportare benefici significativi sulla sintomatologia. 

Conclusione

Si può dire che il disturbo dell’eccitazione sessuale persistente sia una condizione scoperta di recente che può causare un significativo disagio quotidiano. È diversa dalla dipendenza sessuale e le cause possono essere di natura molteplice. I trattamenti a disposizione riguardano sia interventi farmacologici che medico-chirurgici, sia psicologici che comportamentali. Tuttavia, è necessaria ulteriore ricerca nel settore per approfondire ulteriormente la natura e il trattamento di questa condizione, così come espandere la ricerca anche sulla popolazione maschile, su cui non ci sono dati consistenti attualmente. 

Stai attraversando un momento difficile? Prenota una sessione e inizia ora a risolvere i tuoi problemi, attraverso l’aiuto del Dr. Alessandro Carbocci.

I nostri link preferiti