Articolo scritto dal Dr. Alberto Agnelli
Il presente articolo introduce al Disturbo Schizotipico di personalità andando a illustrarne le caratteristiche descrittive e sintomatologiche, per poi esporre quanto attualmente sia a conoscenza circa il miglior trattamento dello stesso, sia sul piano farmacologico sia su quello psicoterapico.
1. Che cos’è il Disturbo Schizotipico di personalità
La schizotipia è una sindrome eterogenea che influenza diverse dimensioni, fra cui cognizione-percezione, disorganizzazione-eccentricità e relazioni interpersonali, ed è caratterizzata dalla presenza di tratti di rilevanza clinica e non. Differenziare tra tratti schizotipici e Disturbo Schizotipico di personalità è clinicamente rilevante e dipende dal grado di compromissione nel funzionamento occupazionale e interpersonale, così come dalla gravità dei sintomi presentati.
Chi soffre di questo disturbo presenta una tendenza all’isolamento sociale, preferendo rimanere per conto proprio, a causa di difficoltà relazionali o di un disinteresse nei confronti delle relazioni più in generale. Spesso rimugina su poteri intuitivi particolari, sensazioni percettive strane o fantasie di vario tipo, si sente molto diverso dagli altri i quali gli procurano inoltre un forte stato di ansia. Agli occhi delle altre persone risulta essere un individuo strano o bizzarro per modo di parlare, comportarsi e per come appare. È frequente la sensazione di non conoscere o comprendere il proprio mondo interiore di emozioni e sentimenti, presentando così un’affettività ridotta, rigida e trattenuta o inappropriata ai contesti in cui si trova.
In condizioni di stress le persone con questo disturbo possono scompensarsi e presentare sintomi psicotici, in genere di breve durata. È altresì possibile che, in senso longitudinale, chi rientra nella schizotipia possa sviluppare una forma di Schizofrenia.
2. Disturbo Schizotipico di personalità: i sintomi
La letteratura è concorde nel definire i sintomi del disturbo come segue: idee di riferimento, e quindi interpretare come collegati tra loro eventi quando invece non lo sono e in modo particolare con riferimento alla propria persona; credenze bizzarre o pensiero magico, ad esempio sentire di avere poteri speciali come leggere i pensieri altrui o la capacità di prevedere gli eventi; esperienze percettive inusuali, come ad esempio avvertire la presenza di qualcuno che in realtà non è presente; stile di pensiero ed eloquio stravagante, quest’ultimo caratterizzato ad esempio da vaghezza, da un uso eccessivo di metafore, o ancora troppo elaborato o stereotipato; ideazione paranoide o di sospettosità, come credere che gli altri complottino contro la propria persona; affettività ridotta o coartata; comportamento e apparenza bizzarri, eccentrici o peculiari, è frequente un abbigliamento particolare, trasandato o con abbinamenti insoliti; assenza di intimità relazionale, ad eccezione di parenti stretti; eccessiva ansia sociale che non diminuisce con la familiarità e tende ad essere associata a paure di natura paranoide.
Da un punto di vista neuropsicologico sono stati evidenziati alcuni deficit cognitivi nelle funzioni attentive e mnemoniche, in modo particolare nella memoria di lavoro.
Tutti i precedenti concorrono alla compromissione del funzionamento della persona con diagnosi di Disturbo Schizotipico di personalità nelle dimensioni menzionate nel paragrafo precedente, la cui declinazione principale è osservabile sul piano sociale e relazionale.
3.Disturbo Schizotipico di personalità: le cause
Ad oggi, purtroppo, non c’è ancora chiarezza definitiva riguardo alle cause del Disturbo Schizotipico di personalità; la letteratura attuale è comunque concorde nell’identificare alcuni fattori predisponenti lo sviluppo di tale disturbo: aspetti genetici e di familiarità (in modo particolare con parenti affetti da disturbi psicotici), alcuni cambiamenti nelle funzioni cerebrali e infine aspetti ambientali e di contesto, come trascuratezza infantile o stili di attaccamento disfunzionali. Nessuna delle precedenti va considerata come causa assoluta in senso deterministico, quanto più come un fattore di rischio.
4.Come superare il Disturbo Schizotipico di personalità
Il trattamento di elezione per il Disturbo Schizotipico di personalità sembra essere la psicoterapia individuale di tipo cognitivo comportamentale, sebbene la letteratura a riguardo scarseggi. La maggior parte degli studi reperibili riguarda la terapia farmacologica più efficace per il trattamento dei sintomi, laddove necessario.
Dal momento che questo disturbo presenta manifestazioni sintomatiche di diverso tipo, sono consigliate differenti tipologie di farmaci, dipendentemente da ciò su cui si intende intervenire: gli antipsicotici per il trattamento dei sintomi in area psicotica (ad esempio eccentricità e bizzarria del comportamento o le esperienze percettive insolite); gli ansiolitici sono raccomandati in presenza di sintomatologia ansiosa; gli antidepressivi tendono a migliorare stati depressivi o sensibilità interpersonale; infine gli stimolanti vanno a influire sulle disfunzioni cognitive.
5. Come trattare il Disturbo Schizotipico di personalità con la terapia psicologica
La psicoterapia cognitivo comportamentale, come detto in precedenza, sembra essere il trattamento elettivo per il Disturbo Schizotipico di personalità, andando ad aiutare le persone con questa diagnosi a identificare e modificare pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali che le caratterizzano, andando quindi a migliorare la comprensione e la gestione degli aspetti che caratterizzano tale disturbo.
L’obiettivo principale sarà il miglioramento della qualità di vita del paziente in accordo con le sue esigenze e priorità. Perché ciò sia possibile, le aree di intervento saranno relative all’apprendimento delle abilità sociali e relazionali con conseguente aumento dell’adeguatezza sociale, così come alla capacità di riconoscere e verbalizzare i propri vissuti. Altrettanto importante sarà il riconoscimento e la successiva modifica delle distorsioni cognitive che vanno a influenzare l’interpretazione di sé e di sé-realtà.
Particolare focus verrà posto sulla qualità della relazione terapeutica, partendo da una buona alleanza terapeutica con obiettivi condivisi, mediante la costruzione di un rapporto di fiducia reciproca, evitando il coinvolgimento in dinamiche relazionali patologiche.
Conclusioni
Si comprende quindi come la schizotipia sia una dimensione della personalità complessa e articolata, le cui manifestazioni, quando di gravità tale da rendere possibile la diagnosi di disturbo, vanno a compromettere molteplici aree di vita dell’individuo.
La terapia del Disturbo Schizotipico di personalità è difficile e poco studiata, ma è comunque possibile rintracciare in letteratura alcune linee guida per ottenere il maggior beneficio trattamentale possibile.
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