Rapporto Genitori-Figli: Aspettative e Richieste Inconsapevoli nell’Attaccamento Inverso

Genitori-figli aspettative, richieste inconsapevoli e attaccamento

Articolo scritto dalla Dr.ssa Ledi Miotto

Il rapporto genitori figli è un molto complesso, da madre e da terapeuta posso dire che è fondamentale per lo sviluppo di una personalità sana nell’adulto. Normalmente, quando si pensa a questo legame si dà spesso per scontato che siano i genitori ad occuparsi dei figli e, in effetti, spesso, è così.

Il bambino fin dalla nascita ricerca nella madre prima e, in generale, nella figura di riferimento, nutrimento protezione, serenità, calore affettivo, sensibilità, questo è insito in lui ed è ben spiegato dalla Teoria dell’Attaccamento di J. Bowlby. Una madre accogliente, riuscirà quindi a trasmettere al figlio/a una “base sicura” sulla quale il bambino potrà costruire le sue relazionali nella vita adulta. 

1. Accudimento inverso: quando i ruoli madre-figlio si invertono

Non sempre però va così, e oggi vorrei parlarvi in particolare di una problematica che è l’accudimento inverso, non così infrequente nella pratica clinica:  in questa delicata condizione, il sistema di attaccamento subisce una distorsione patologica, i ruoli della madre e del figlio si invertono ed è la madre che riceve cure e protezione dal figlio.
Questa situazione si verifica quando i genitori, per le più svariate problematiche (spesso problemi psichici ma non solo), non sono in grado di prendersi cura del figlio/a e questo quindi risponderà con l’essere premuroso e accudente verso il genitore che soffre. Il bambino tenderà quindi a  “genitorializzarsi”, si sentirà responsabile nei confronti del genitore e penserà che l’unico modo per essere “pensato”, amato dalla figura di attaccamento, sarà rispondere ai suoi bisogni. 

2. Cosa comporta l’Accudimento Inverso?

Questo meccanismo patologico scatenerà nel bambino prima e, nell’adulto poi, sentimenti di solitudine, il pensiero di non essere meritevole di cure e tenderà all’auto sacrificio, sacrifico me stesso per il tuo benessere, mi metto in secondo piano, ciò gli porterà molta sofferenza nella vita oltre a sentimenti di rabbia, di angoscia e di insicurezza che dovrà gestire.

2.1 Ricadute dell’Accudimento inverso

Nella mia pratica clinica spesso ho trattato casi di accudimento inverso e spesso lo si riscontra in figli con almeno un genitore con patologie psichiatriche. Le malattie psichiatriche, soprattutto se non curate e trattate a livello farmacologico, sono sempre state molto difficili da gestire dai familiari vicini e questo ha notevoli ricadute nei figli. Spesso si assiste a negazione della patologia stessa, anche a causa della stigmatizzazione collegata alla malattia psichiatrica stessa. Tutto ciò comporta nel figlio una forma di adattamento alla situazione che implica spesso il prodigarsi per essere d’aiuto al genitore, a sostituirsi a lui o lei e invertire proprio l’accudimento. Il processo inconsapevole è proprio quello di voler salvare la madre o il padre e il messaggio che viene mandato è “mi prendo io cura di te”. Così facendo, però, lo sviluppo psicologico del bambino ne risente, vive lui stesso in prima persona un attaccamento insicuro, nell’infanzia appaiono come “mini-adulti”, molto responsabili e attenti ai bisogni dei genitori. Nell’infanzia questi bambini non destano preoccupazioni, sono i classici “bravi bambini”. Negli anni invece si sviluppano sintomi anche molto gravi come ansia e depressione, chiaramente il tutto riproporzionato alla durata dell’accudimento invertito, più lunga è, e più il disagio avrà conseguenze.

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