Articolo scritto dalla Dr.ssa Marina Cavallero
La giornata internazionale degli studenti è una ricorrenza con cadenza annuale volta a rivendicare il diritto allo studio e la libera espressione attraverso l’attivismo studentesco. La data prescelta per questa celebrazione è il 17 novembre poiché in tale occasione si commemorano gli eccidi del 1939 contro gli studenti e i professori cecoslovacchi che si opponevano al regime nazista.
Oggi in occasione di questa ricorrenza possiamo riflettere sul benessere psicologico degli studenti universitari. È importante riconoscere che gli studenti che si iscrivono all’università dopo le scuole superiori affrontano gli studi universitari in un periodo di transizione evolutiva molto delicato, in cui la propria identità sociale è ancora in fase di definizione, sono sottoposti a livelli di stress elevati, e rientrano nella fascia di età associata al massimo picco di insorgenza dei disturbi mentali. Inoltre la pandemia da covid-19 ha comportato per molti studenti un senso di smarrimento, solitudine e maggiori difficoltà nello studio e nel superamento degli esami. Approfondiamo ora questi temi nel dettaglio secondo una prospettiva psicologica.
1. La giovane età adulta
La giovane età adulta è una fase evolutiva caratterizzata in primo luogo dalla ridefinizione della propria identità sociale, che si raggiunge svincolandosi dalle identificazioni con le figure genitoriali e attraverso l’esplorazione del mondo sociale. Nel corso del tempo si acquisisce un ruolo sempre più attivo, diventando così i principali responsabili del proprio futuro. All’interno della propria identità viene ora integrata anche la dimensione della sessualità; la mentalizzazione del corpo sessuato è un processo che inizia in adolescenza e prosegue nella giovane età adulta con l’acquisizione di un maggior livello di consapevolezza.
La scelta di intraprendere gli studi universitari comporta spesso la necessità di continuare a ricevere per lungo tempo un consistente aiuto economico da parte della famiglia d’origine, e questo a volte si scontra con il desiderio di indipendenza che inizia a farsi sentire a quest’età.
2. Lo stress della vita universitaria
Se l’adolescenza è il periodo della sperimentazione, la giovane età adulta ci pone invece di fronte alle prime scelte cruciali della nostra esistenza: tra queste, una di quelle fondamentali è senza dubbio la scelta della facoltà universitaria. Questa decisione orienta il proprio futuro in una certa direzione e ciò implica di conseguenza la rinuncia ad altre prospettive: scegliere significa automaticamente rinunciare a sviluppare altre parti di sé, uscendo da una condizione di onnipotenza progettuale.
Superata la prima difficoltà, ovvero il momento della scelta della facoltà, la vita dello studente universitario prevede una serie di sfide. Innanzitutto questa decisione può essere messa in discussione, non sono pochi infatti gli studenti che dopo i primi mesi si rendono conto che quella non è la strada giusta per loro e dopo un periodo di crisi e grandi perplessità decidono di iscriversi ad un altro corso universitario per l’anno successivo, oppure abbandonano gli studi.
Gli studenti fuori sede conoscono presto le fatiche di una vita autonoma, senza l’aiuto dei genitori anche per una serie di piccole faccende quotidiane che davano per scontate. Spesso condividono l’abitazione con altri coinquilini e la convivenza non si rivela sempre facile e piacevole. Si fa sentire inoltre la nostalgia di casa e anche la mancanza del proprio gruppo di amici.
Un altro problema con cui molti studenti si trovano a fare i conti sono le aspettative dei genitori, che temono di deludere anche alla luce delle spese sostenute dalla famiglia per i propri studi. La pressione a volte può essere talmente forte da indurre i ragazzi a mentire rispetto al superamento degli esami, fino a mettersi in una situazione da cui talvolta è difficile uscire.
3. Tra benessere psicologico e psicopatologia: gli effetti peggiorativi della pandemia
La pandemia da covid-19 ha colpito duramente i giovani studenti universitari, tanto che le richieste di aiuto ai servizi di counselling degli atenei italiani sono più che raddoppiati dall’inizio della pandemia ad oggi, con un aumento significativo dei disturbi d’ansia e depressivi.
Le matricole sono state colpite in modo particolare, in quanto durante il primo anno dei loro studi non hanno potuto instaurare un legame con i compagni di corso. In questo modo è venuta meno la possibilità di costruire un gruppo di supporto e di confronto su cui poter contare anche per la condivisione delle fatiche universitarie.
Tra i problemi manifestati dai ragazzi emerge un crollo della motivazione. Lo studio individuale, senza possibilità di scambio con i compagni di corso, o con scambi unicamente telematici, è risultato spesso noioso e povero di stimoli.
Inoltre non sono pochi gli studenti che hanno visto aumentare sensibilmente il loro livello di ansia da prestazione durante gli esami orali per via telematica. Uno degli aspetti che più ha alimentato questa ansia è stato il fatto di poter ascoltare chiaramente le prove orali degli altri studenti. Se durante gli esami in presenza difficilmente ci sono le condizioni per poter ascoltare gli altri orali, online questo è possibile, se non inevitabile. Il continuo confronto con la preparazione degli altri, in assenza di un gruppo coeso capace di trasmettere la sensazione di affrontare un destino comune, per alcuni studenti è diventato un ostacolo talmente opprimente da impedire loro di continuare a sostenere gli esami orali, portandoli ad un blocco nel percorso accademico.
Conclusioni
Appare più che mai evidente la necessità di intervenire con progetti di prevenzione, individuazione e trattamento precoce dei disturbi mentali tra gli studenti universitari. Ad oggi purtroppo alcuni atenei non dispongono ancora di un servizio di counselling psicologico che possa esercitare almeno in parte queste funzioni.
Alcuni suggerimenti che possono essere utili per mantenere un buon livello di benessere psicologico durante le sessioni degli esami prevedono di programmare il proprio tempo in modo tale da ritagliarsi momenti di riposo e di pausa dallo studio, dedicandosi ad ascoltare musica, praticare uno sport o un hobby, non eccedere nel perfezionismo, coltivare le amicizie e in generale le relazioni interpersonali all’interno del contesto universitario, cercando un gruppo all’interno del quale trovare appoggio e rispecchiamento.
Quando l’ansia è talmente forte da costituire un ostacolo per il superamento degli esami, o da causare un peggioramento della propria qualità di vita, oppure si avverte un senso di apatia, di vuoto, con una marcata riduzione delle proprie energie, diventa importante riconoscere la necessità di rivolgersi ad un professionista. Il lavoro psicologico può rivelarsi molto utile non soltanto in presenza di sintomi di questo tipo, ma anche per sostenere i processi decisionali relativi alle proprie scelte per il futuro, magari in un momento di smarrimento o di confusione, per acquisire una maggiore consapevolezza in merito alle proprie risorse e potenzialità e per migliorare le proprie modalità comunicative e relazionali.
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