Articolo scritto dalla Dr.ssa Anna Rita Mancini
1. Significato e definizione del termine “asessuale”
Per prima cosa non bisogna confondere questo termine con “asessuato”. L’asessuale non prova attrazione sessuale, l’asessuato è privo di organi genitali.
“L’asessualità” ha a che fare con “l’orinetamento sessuale”, i principali orientamenti sessuali sono l’eterosessualità, l’omosessualità, la bisessualità, e il più recente, l’asessualità.
Quest’ultimo orientamento è sempre esistito, ma mai denominato né preso in considerazione dagli esperti in tema di sessualità. Si riferisce a coloro che non provano alcun tipo di “pulsione sessuale”.
Per “asessuale” si intende quindi una persona che ha una “totale mancanza di pulsioni verso l’attività sessuale”, sia come decisione autonoma che per motivi socioculturali. La persona può arrivare ad avere rapporti sessuali, ma più al fine di riprodursi o per accontentare il partner che per reale desiderio.
Va precisato che “l’asessuale” non prova desiderio sessuale non per motivi clinici, traumi infantile o per disfunzioni ormonali, semplicemente reputa il sesso una “pratica noiosa” ,poco stimolante. Può anche praticare l’autoerotismo, ma non in risposta ad uno stato di eccitazione, quanto piuttosto per espletare un bisogno fisiologico.
Tale orientamento si definisce, esattamente come gli altri tre, durante l’età adolescenziale, quando si acquista coscienza della propria identità sessuale (che può non corrispondere a quella assegnata alla nascita come nel caso dei transgender).
2. Gli asessuali nel mondo lgbtq+
Acronimo (dall’inglese Lesbian, Gay, Bisexual, and Transgender) usato per indicare in senso generale gli individui la cui appartenenza di genere sessuale o l’orientamento sessuale non è riconducibile ai modelli socialmente riconosciuti come standard.
Un asessuale può essere etero, gay, bisex, queer (termine anglosassone che sta per strano, bizzarro), e il suo orientamento assume varie forme a seconda di come la sessaulità viene vissuta.
I termini per indicare queste forme di asessualità, non ancora ben tradotti in italiano sono:
“Sex-indifferent o sex-neutral”, persone che non sono interessate al sesso ma possono praticarlo;
“Sex-repellent”, provano repulsione anche solo a pensare all’atto sessuale;
“Sex indifferent, biromantic asexual”, cercano relazioni romantiche ma non sessuali in entrambi i sessi (come i bisessuali).
“Sex indifferent demisexual”, provano pulsioni sessuali verso specifiche persone con cui non hanno rapporti sessuali, o praticano sesso con persone da cui non sono sessualmente atratte.
Un asessuale può essere “aromantico”, provare o avere la mancanza di attrazione romantica, o “demiromantico”, occasionalmente prova attrazione emotiva e non come componente primaria. Infine l’asessuale può essere “romantico”, cioè cerca nell’altro solo un partner affettivo e la sessualità spesso è vissuta più come dovuta che voluta.
3. L’asessualità nella vita di coppia etero
Anche nelle coppie eterosessuali sono state riscontrate le varie forme di orientamento asessuale sopra descritte, spesso più in uno solo dei due componenti.
Un asessuale, come detto, non è una persona che non prova sentimenti o che è incapace di innamorarsi, semplicemente “non prova la pulsione o il desiderio di consumare rapporti sessuali”. Questo perché le “pulsioni” e la “sfera affettiva” sono due campi differenti e sesso e amore non sono la stessa cosa. Per gli asessuali, dunque, esiste l’amore senza sesso, fondamentale però è che il partner sia al corrente dell’identità e sia disposto ad accettarla.
Il più delle volte però la persona non è consapevole di questo suo orientamento, o se riesce a scoprire all’interno della propria personalità di avere un orientamento asessuale, ha difficoltà ad esternarlo al partner. Questo lo porta a vivere un disagio, anche per effetto delle pressioni sociali, ma, trattandosi a tutti gli effetti di un orientamento sessuale, l’asessualità in realtà è una condizione del tutto normale.
Infatti recentemente su internet si è diffusa una rete social di “persone asessuali” che possono condividere le proprie esperienze con persone che hanno lo stesso loro orientamento, sentendosi così meno sole e del tutto “normali”.
L’asessualità è semplicemente definita oggi come il “quarto orientamento sessuale”.
4. Quante sono le persone asessuali?
Una stima attendibile, in base a studi condotti in diversi paesi del mondo anglosassone, suggerisce che circa l’1% della popolazione generale sia asessuale.
Bisogna però tenere presente che c’è una grande variabilità all’interno della popolazione asessuale, come precedentemente spiegato, che coinvolge tutti gli orientamenti sessuali e identità di genere. Inoltre, non va sottovalutato l’impatto dei “pregiudizi sull’asessualità” che porta spesso le persone a non voler considerare ed accettare tale orientamento, o a volerlo nascondere (spesso per sinsi di vergogna).
5. Perché le persone asessuali possono chiedere un consulto psicologico?
In questi casi la persona si rivolge allo psicologo più per motivi che non hanno a che vedere con il loro orientamento sessuale, spesso portano più un malcontento nella coppia. E anche coloro che si accorgono di questa mancanza di pulsioni, a causa dello stigma e la discriminazione cui le persone asessuali sono sottoposte, nonchè le costanti “pressioni di una società ipersessualizzata”, tendono a non portare la questione.
A livello di terapia individuale l’obiettivo è quello di aiutare la persona a riconoscere ed accettare il proprio orientamento sessuale, considerandolo normale ed accettandolo come parte di sé, per potersi vivere più serenamente la vita amorosa.
A livello di terapia di coppia, il problema va affrontato insieme alla coppia per vedere se esiste una possibilità di conciliazione tra i diversi orientamenti sessuali, o se piuttosto la differenza è una tale fonte di stress e malcontento per entrambi al punto tale da suggerire che una separazione è la soluzione migliore da prendere in considerazione.
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