Articolo scritto dalla Dr.ssa Carlotta Margaux Bessi
1. Che cos’è l’amicizia
Il concetto di amicizia può essere descritto come un legame profondo tra due o più persone, fondato su un senso di appartenenza, fiducia e reciproco rispetto. Concetto per alcuni scontato, soprattutto per i più estroversi e socievoli, ma spesso questa unione fa fatica ad emergere in quelle persone che si trovano a vivere in maniera faticosa i legami intimi.
Pensando ad un amico, lo si può immaginare come una persona sempre presente, una spalla su cui piangere nei momenti di difficoltà, con cui confidarsi e condividere le proprie angosce e preoccupazioni, ma anche i propri successi.
Pensando invece ad un gruppo di amici, possono venire in mente le vacanze, le uscite insieme la sera, o le discussioni avute per qualche situazione.
Qualsiasi sia la visione di amicizia, più o meno positiva rispetto al vissuto personale, questa rimanderà a un senso di appartenenza e fiducia nei confronti di qualcuno di importante:
- L’amico è colui che ascolta nei momenti di difficoltà,
- L’amico è colui che è presente nel momento del bisogno,
- L’amico è colui con cui confidarsi,
- L’amico è colui che dà dei consigli di vita.
Ma se l’amico, come tale, attua tutti questi meccanismi di protezione e sicurezza, che differenza c’è tra questo e uno psicologo?
Spesso viene accomunato il supporto che fornisce un amico a quello che è il lavoro che compie uno psicologo, pensando che il professionista si limiti ad ascoltare e dare semplici consigli. L’amico è una base sicura su cui poter contare, perché il sostegno che può dare nelle situazioni di sconforto (così come in quelle di gioia), è una risorsa ineguagliabile.. ma non è uno psicologo!
2. Chi è lo psicologo
Cerchiamo quindi di chiarire questa figura professionale: intanto possiamo descrivere lo psicologo come un laureato in psicologia (5 anni), che ha affrontato un anno di tirocinio professionalizzante, un esame per l’abilitazione alla professione, ed è iscritto all’ordine degli Psicologi della propria regione.
Questo cosa vi dice?
Che lo psicologo ha fatto un percorso accademico e professionale molto lungo e complesso prima di potersi presentare davanti a voi; ha acquisito conoscenze teoriche e pratiche profonde per poter comprendere il vostro malessere e restituirlo in maniera diversa.
Il vostro stato d’animo lo comprende anche un amico, e come tale vi conosce e vi capisce; tuttavia lo psicologo ha la conoscenza e le capacità per potervi aiutare a cambiare nel profondo, e per poter affrontare le varie situazioni con occhi diversi.
Citando L’art. 1 della Legge 56/89 che regolamenta la professione degli psicologi, si definisce tale professione come quella che “utilizza strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità”.
Questo significa che lo psicologo è un professionista che opera per favorire il benessere delle persone, dei gruppi, degli organismi sociali e della comunità. In particolare, lo psicologo opera per migliorare la capacità dell’individuo di comprendere se stesso e gli altri, e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace.
L’attività dello psicologo ha l’obiettivo di favorire il cambiamento e di potenziare le risorse personali in quegli individui, coppie, famiglie o organizzazioni che stanno affrontando particolari momenti critici o di difficoltà.
Un’ultima distinzione, anch’essa molto importante e spesso sottovalutata, è la differenza tra psicologo e psicoterapeuta: quest’ultimo è uno psicologo (o un medico) che intraprende un percorso di specializzazione in psicoterapia, per ulteriori 4 anni.
Esistono diversi orientamenti psicoterapeutici, che portano il clinico a concettualizzare il caso e la terapia in base alla propria formazione; i più usati sono il sistemico-relazionale, il cognitivo-comportamentale e la psicoanalisi.
3. Che differenza c’è tra lo psicologo e lo psicoterapeuta
Lo psicologo non può trattare disturbi psicopatologici o psichiatrici, in quanto il suo strumento principale è il colloquio psicologico. In ambito clinico può fare diagnosi e suggerire adeguati percorsi di trattamento, o approfondire alcune tematiche grazie a i test diagnostici. Può inoltre offrire supporto psicologico a tutti coloro che presentano un disagio che non si configura come un disturbo patologico. In ogni caso lo psicologo (ma anche lo psicoterapeuta) non può prescrivere farmaci.
La psicoterapia invece, è lo strumento clinico che consente di trattare i vari disturbi psicopatologici e di personalità che l’individuo può presentare. Quello che fa lo psicoterapeuta è andare a scavare nel profondo del vissuto personale, andando a snocciolare quelli che sono i vissuti della persona, come questi abbiano influenzato lo sviluppo personale e come influenzano anche nell’attualità le relazioni interpersonali, attraverso un percorso emotivamente più impegnativo e strutturato. Lo psicoterapeuta può utilizzare diverse tecniche specifiche e modi diversi di condurre la terapia, in base alla propria formazione ed esperienza professionale.
4. Quando l’amico e quando lo psicologo
Possiamo quindi riconoscere un grande merito e una notevole importanza a quella che è la figura dell’amico: è colui che sarà presente nei momenti di difficoltà e a qualsiasi ora della giornata, per ascoltare i dubbi o le angosce crescenti, sostenendo e guidando il proprio compagno/a nelle scelte più ardue della vita quotidiana.
Ma l’amico sarà anche quello schierato, che non porterà ad un profondo cambiamento o a risolvere quelle che sono le lacune interiori, in quanto non ha gli strumenti e le conoscenze per poterlo fare.
L’amico è quello che, nei momenti di difficoltà prenderà le parti del compagno di avventure, e non quello che farà vedere un punto di vista diverso o che metterà in discussione le varie scelte.
Per fare ciò, si ha bisogno di uno psicologo o di uno psicoterapeuta, ovvero colui che aiuta a percorre un cambiamento e a raggiungere un benessere intrapsichico profondo, mostrando modalità alternative per affrontare i problemi quotidiani, o andando a scavare in quelle che sono le difficoltà passate.
La domanda da porsi è: ho bisogno di un amico che ascolta le mie preoccupazioni, o sono pronto a percorrere un percorso più profondo che porta al vero cambiamento?