Articolo scritto dal Dr. G. Ciro Rendina
Che impatto ha sulla salute mentale ricevere una diagnosi di HIV e perché? Cosa può fare lo psicologo per aiutare chi vive con HIV?
Prima di parlare di come lo psicologo ti può aiutare se hai ricevuto da poco una diagnosi di HIV oppure vivi con HIV già da un po’ di tempo, è bene fare alcune precisazioni.
Purtroppo ancora oggi, nel linguaggio comune, HIV e AIDS vengono individuati come acronimi indicanti la stessa condizione, ma non è affatto così.
HIV (Human Immunodeficiency Virus), è il virus che attacca il sistema immunitario e che viene trasmesso quando la cute non integra o mucose vengono a contatto con sangue infetto, sperma o secrezioni vaginali. Se la persona che è portatrice di questo virus non si sottopone alla terapia farmacologica antiretrovirale che lo tiene sotto controllo (arrestando la replicazione nel sangue fino a renderlo non rilevabile e quindi non trasmissibile ad altre persone), può sviluppare una serie di infezioni e malattie causate dal progressivo indebolimento del sistema immunitario e che vanno a comporre il quadro clinico noto come AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome, in italiano Sindrome da Immunodeficienza Acquisita).
1. Lo stigma
Ricevere la diagnosi di HIV ha caratteristiche aggiuntive rispetto al ricevere diagnosi di altre infezioni o di condizioni croniche ed irreversibili: oltre alla paura per la tua salute, per i cambiamenti a cui andrai incontro, c’è anche tutto il correlato emotivo e cognitivo legato allo stigma.
Queste paure “aggiuntive” sono il frutto di anni di comunicazione terrorizzante e colpevolizzante avvenuta ai tempi in cui il virus ha cominciato a diffondersi rapidamente in tutto il mondo (agli inizi degli anni ’80).
A lungo tempo, infatti, ci si è concentrati soltanto su determinate categorie di persone che erano ritenute uniche responsabili della diffusione del virus. Stando anche ai più recenti dati dell’ISS, però, si è scoperto che non si tratta di categorie di persone che sono più responsabili di altre, ma di tipi di comportamento che tutti e tutte noi possiamo assumere e che ci mettono a rischio, come ad esempio comportamenti sessuali non protetti e utilizzo di presidi medici non sterilizzati come siringhe.
Le proteste messe in atto affinché le autorità dei paesi del mondo più colpiti si attivassero per individuare un trattamento per questo virus, le campagne di informazione, prevenzione e diagnosi precoce, e infine l’individuazione della recente terapia antiretrovirale hanno contribuito a contenere e progressivamente far diminuire i contagi da HIV e i decessi da AIDS.
Sebbene oggi diverse associazioni si occupano costantemente di fare informazione attraverso varie iniziative, c’è ancora una enorme fetta di popolazione mondiale che ignora che non è a conoscenza di informazioni basilari quali:
- – è ancora possibile contrarre l’HIV
- – l’aspettativa di vita di una persona HIV-positiva che segue la terapia farmacologica è la stessa di chi è sieronegativa
- – le possibilità di trasmissione del virus sono pari a 0 se la terapia antiretrovirale viene seguita oculatamente dalla persona HIV-positiva
- – oltre all’utilizzo del preservativo, ci si può proteggere da HIV seguendo la terapia farmacologica PrEP (Profilassi Pre-Esposizione)
- – se si pensa di aver avuto un rapporto a rischio HIV, entro due giorni da questo è possibile ricorrere al farmaco PEP che impedisce che l’HIV si replichi nel proprio organismo
- Non essere a conoscenza di queste informazioni, si traduce in una silenziosa perpetuazione dello stigma il cui prezzo viene ovviamente pagato dalle persone che vivono con HIV.
2. Ricevere una diagnosi di HIV: implicazioni psicologiche
Avere la conferma di un risultato positivo dopo gli accertamenti necessari per la diagnosi di HIV, può cambiarti la vita: soprattutto all’inizio, potrai essere sopraffatta/o da emozioni quali paura, rabbia, vergogna e tristezza.
Queste emozioni possono derivare da pensieri inerenti:
- – la possibilità che la tua salute peggiori drasticamente
- – la possibilità di mettere in pericolo persone a te care
- – come e a chi poter comunicare la tua condizione
- – il rischio di poter compromettere, in qualche modo, tutto ciò che hai costruito nella tua vita fino a quel momento
- – la tua capacità di imparare a vivere con questa condizione e quindi di riprendere in mano la tua vita
Se non si lavora su questi pensieri ed emozioni, col tempo possono andarsi a costituire veri e propri disturbi d’ansia o depressione.
Molte strutture in cui è possibile fare il test HIV, prevedono una fase di supporto psicologico che va dal momento in cui si richiede di fare il test fino alla comunicazione del risultato.
È comprensibile, però, che per molte persone questo breve tipo di intervento non possa bastare e quindi gestire da sole il momento successivo alla diagnosi può diventare per loro una pericolosa fonte di stress. Per questo motivo, se hai da poco scoperto di essere una persona HIV-positiva, o se sai di esserlo già da un po’ di tempo, intraprendere un percorso psicologico non è soltanto un’altra cosa da fare.
2.1 Perché parliamo di “pericolosa fonte di stress”?
Dunque, vivere con HIV senza ricevere adeguato supporto psicologico, per molte persone, può essere una pericolosa fonte di stress, ma questo non è soltanto un modo di dire.
Lo stress è una reazione psicofisiologica che si attiva in risposta ad un determinato tipo di eventi (definiti “stressor”) che si perpetuano nel tempo e che incide negativamente sul funzionamento del sistema immunitario. A lungo andare, questa risposta del nostro organismo può portare allo sviluppo di ulteriori condizioni psicologiche quali disturbi ansiosi e depressione.
Questo vuol dire, nel concreto, che diverse aree del tuo funzionamento come il sonno, l’umore e la concentrazione, ne risentiranno fino a renderti sempre più difficile vivere serenamente contesti quali la tua famiglia, le tue relazioni, il lavoro e il tempo libero.
Chi arriva a questa situazione, spesso, è chi ha finito per isolarsi per timore di essere giudicata/o e quindi non è disposta/o a creare una rete di supporto attorno a sé.
Come lo psicologo ti può aiutare
Uno strumento molto utile per aiutare le persone HIV-positive a riprendere in mano la propria vita è la terapia cognitivo-comportamentale della gestione dello stress. Questo tipo di terapia è un programma di prevenzione secondaria e quindi indicato per chi ha già ricevuto una diagnosi e cominciato a seguire la terapia farmacologica. Le fasi che compongono il trattamento in questione hanno lo scopo di:
- dare ulteriori informazioni su cosa comporta vivere con HIV e quanto è importante seguire la terapia farmacologica
- dare informazioni inerenti a cosa è lo stress (come si manifesta, cosa può scatenarlo), come si reagisce ad esso e come gestirlo
- insegnare tecniche di gestione dell’ansia (es. tecniche di rilassamento, di respirazione)
- individuare e lavorare sui pensieri che causano sofferenza
- individuare e lavorare sulle dinamiche che portano a conflitti interpersonali e insegnare a comunicare in modo assertivo
- imparare a gestire le proprie emozioni
- favorire la costruzione di una rete sociale di supporto e cura andando anche a ridurre il più possibile l’isolamento sociale
Come accade in ogni percorso di terapia cognitivo-comportamentale, ci si confronterà per capire quali siano le aree di funzionamento e le risorse da rafforzare e quali le tecniche e strategie migliori per la persona per far sì che questo accada.
Conclusioni
Scoprire di essere una persona HIV-positiva e vivere con questa condizione, porta con sé una serie di cambiamenti che per molte persone, possono essere percepiti come soverchianti, se si affrontano senza un adeguato supporto.
Sebbene siamo ampiamente abituati e abituate a parlare di stress, difficilmente sappiamo davvero in che cosa consiste e che effetti ha sulla nostra salute, è per questo motivo che soprattutto per le persone che vivono con HIV questa è una variabile che non va affatto ignorata.
La terapia cognitivo-comportamentale della gestione dello stress è strutturata in diverse fasi che porteranno al miglioramento della qualità di vita della persona HIV-positiva.
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