Articolo scritto dal Dr. Aron Fantini
1. Fattori bio-psico-sociali
L’identità sessuale umana è uno spettro formato da diverse componenti e condizionato da molteplici fattori bio-psico-sociali.
La mescolanza delle diverse componenti e dei diversi fattori bio-psico-sociali dà vita a conformazioni uniche e variegate al di là della capacità di una società di riconoscerle, rappresentarle e tutelarle.
In questo articolo scopriremo le diverse componenti dell’identità sessuale, vedremo in che relazione coesiste il sesso biologico con il genere, faremo un piccolo viaggio nel passato e tra le culture attuali, alla scoperta di come le società arcaiche e moderne rappresentavano e rappresentano le diverse identità sessuali, fino ad arrivare agli stereotipi di genere e ai percorsi di affermazione della propria identità di genere e/o orientamento sessuale.
2. Identità Sessuale: le sue componenti principali
L’identità sessuale è una dimensione dell’umano che nasce dall’unione di diverse componenti:
Sesso biologico: Si definisce il sesso biologico come l’insieme di caratteristiche cromosomiche (cromosomi sessuali: XX femmina; XY maschio), ormonali, fenotipiche (insieme di caratteristiche morfologiche e funzionali) che permettono di classificare e distinguere un individuo di sesso maschile da un individuo di sesso femminile. Esistono dei casi in cui non vi è linearità tra le varie componenti o in cui l’indeterminazione di alcune di esse non permette la classificazione in base alla netta polarità sessuale maschio- femmina. In questo caso rientrano tutte le persone intersessuali e/o ermafrodite;
Identità di genere: Il sentimento profondo e duraturo sul sentirsi appartenenti al genere maschile, femminile, a tutti e due o a nessuno dei due.
Quando il genere assegnato alla nascita, in base al sesso biologico, coincide con la propria identità di genere si parla di persone cisgender.
Quando il genere assegnato alla nascita, in base al sesso biologico, non coincide con la propria identità di genere, si parla di persone transgender.
Transgender è un termine ombrello in cui rientrano persone con un’identità di genere binaria (un’identità maschile o un’identità di genere femminile), persone con un’identità di genere non binaria (un’identità che ha sfumature maschili o femminili o un’identità che non si declina in base a queste sfumature) indipendentemente dal fatto che si sia intrapreso o meno un percorso di transizione medicalizzato (ossia si voglia intervenire con terapie ormonali e/o chirurgiche per cambiare il proprio aspetto);
Orientamento sessuale: Attrazione sessuale e/o romantica verso individui del genere opposto al proprio (eterosessualità), verso individuo del proprio stesso genere (omosessualità), verso individui del proprio o dell’altro genere (bisessualità). L’orientamento sessuale non è una struttura monolitica ma fluida.
Non solo per via del fatto che anch’esso è la risultante di diverse sotto componenti, ma anche per le nuove declinazioni che via via vanno delineandosi.
Riconosciamo oggi un orientamento pansessuale (attrazione sessuale e/o romantica verso un individuo senza dare importanza al suo sesso o al suo genere) e un orientamento asessuale (mancanza di attrazione sessuale verso qualunque sesso o genere o assenza d’interesse o desiderio nell’attività sessuale);
Ruolo di genere: Insieme delle aspettative che una società ritiene debbano essere attese per il semplice fatto di essere uomini e “funzionare” in quanto uomini, e per il fatto di essere donne e “funzionare” in quanto donne. Il modo in cui una società si aspetta che un individuo debba “funzionare”, in quanto appartenente al genere maschile e/o femminile, è legato ad un aspetto esclusivamente culturale.
3. Sesso biologico e genere, classificazioni di genere alternative e stereotipi di genere
L’essere umano per entrare in relazione con la sua realtà, dandone un senso e semplificandone la visione, utilizza lo strumento cognitivo delle categorizzazioni.
Categorizzare significa far rientrare in uno stesso gruppo tutti quegli elementi che condividono uno o più tratti comuni. In base a quei tratti comuni si tende a pensare che tutti gli elementi facenti parte di una data categoria funzionino in un modo molto simile.
Una delle forme di categorizzazione più ancestrale nasce dalla suddivisione degli esseri umani in base al loro sesso biologico.
La categorizzazione che avviene sul sesso biologico, che rappresenta l’insieme di simbolizzazioni, archetipi e comportamenti che una società attribuisce ad una persona in quanto di sesso maschile o di sesso femminile, è chiamata genere. Per semplificare potremmo dire che il sesso è un appendiabiti al di sopra del quale le società costruisce un vestito: il genere. In molte culture occidentali la categorizzazione di genere è binaria (al sesso maschile corrisponderà il futuro status di uomo e al sesso femminile corrisponderà il futuro status di donna).
In altre, la categorizzazione di genere ne può comprendere più di due o addirittura non basarsi sul sesso biologico
3.1 Classificazioni di genere alternative
– Berdache
Terzo genere, oltre quello di uomo e donna, riscontrato in più di 150 società di nativi americani. Riguardava persone di sesso maschile con un’identità di genere femminile. “Essere donne in corpi di uomo” era considerato dai nativi americani una condizione meta fisica e quindi il massimo punto di vicinanza tra l’uomo e il divino. Le persone Berdache, per questo, non solo venivano accettate ma addirittura divinizzate ricoprendo importanti incarichi sociali come quello del curatore o dello sciamano
– Fa’afafine o Fa’atama
Identità profondamente radicate nelle popolazioni e nella cultura delle Isole Samoa. Il termine Fa’ afafine è un termine ombrello che fa riferimento principalmente a persone di sesso maschile con un’identità di genere e uno status sociale di tipo femminile, anche se non tutte si identificano esclusivamente con il genere femminile ma spesso in un genere che comprende la mescolanza delle energie del femminile e del maschile . Fa’atama è un termine ombrello che fa riferimento principalmente a persone di sesso femminile con un’identità di genere e uno status sociale di tipo maschile. Anche questo è un gruppo eterogeneo nelle variegate identificazioni che le singole persone adottano.
– Hijra
Terzo genere presente in molte culture asiatiche e riconosciuto anche da un punto di vista legale in molti paesi. Nonostante il riconoscimento legale, sono ancora forti le discriminazioni sociali che le persone Hijra sono costrette a subire
– Classificazione di genere negli Inuit
Gli Inuit, una popolazione dell’artico, utilizzano la classificazione di genere non basandola esclusivamente sul sesso biologico di appartenenza. Gli Inuit basano spesso il genere dei figli su quella di antenati defunti la cui anima sarebbe loro collegata. Può capitare che l’anima di un defunto di genere maschile venga associata ad individui di sesso femminile e viceversa.
Solo durante la pubertà le persone vengono educate in base ai dettami culturali del proprio genere di appartenenza, mantenendo però sempre un lato spiccatamente femminile (in caso di persone di sesso maschile legate ad anime di defunti di genere femminile ed educate “in senso femminile” durante l’infanzia) e un lato spiccatamente maschile (in caso di persone di sesso femminile legate ad anime di defunti di genere maschile ed educate “in senso maschile” durante l’infanzia).
4. Stereotipi di genere
4.1 Stereotipi di genere: limiti e conseguenze
Quando le categorizzazioni di genere e le informazioni che ne deduciamo non vengono più utilizzate in modo flessibile si parla di stereotipi di genere, ossia di credenze diffuse, condivise e trasmesse all’interno di una società circa il modo in cui gli uomini o le donne debbano comportarsi, vestirsi ed essere in quanto tali.
Gli stereotipi di genere come tutte le forme di categorizzazione e di stereotipo hanno in sé una funzione adattiva cioè quella di permettere agli esseri umani di economizzare in termini cognitivi ed entrare in contatto con una realtà altrimenti complessa e variegata.
Un utilizzo indiscriminato contribuisce però a far credere erroneamente, che alcune differenze tra i generi prettamente culturali, siano in realtà basate su aspetti biologici, accentuando così le distanze tra i generi, senza tenere in considerazione le differenze tra gli individui appartenenti alla stessa categoria di genere o negando assetti identitari che vanno al di là del binarismo maschile-femminile. Più forti sono gli stereotipi, più forte è lo stress a cui sono sottoposte le persone nel soddisfare le aspettative che la società ha su di loro in base al loro genere.
Ancora oggi lo stereotipo che vuole le donne maggiormente adatte a ruoli parentali e di cura non dà a molte di loro la possibilità di fissare sogni, obiettivi e aspirazioni che vadano al di là di quei ruoli, e allo stesso tempo, lo stereotipo che vuole l’uomo come scevro di emozioni lo allontana dalla possibilità fisiologica e naturale di sperimentarle o riconoscerle
4.2 Stereotipi di genere in Italia secondo i dati Istat del 2018
Il secondo è il passing ossia la tendenza della persona transgender di essere scambiata dagli altri come persona del sesso biologico di destinazione. In caso di passing molto alto il coming out diverrebbe un processo opzionale. In caso di passing basso, spesso, il coming out è una strada obbligata.
5.1 Non esiste un tempo giusto per dirlo
Rivelare al mondo la propria natura è un momento di grande liberazione e di affermazione della propria identità oltre che uno strumento per aiutare chi ancora non riesce a parlare apertamente di sé.
Non esiste un tempo giusto per dirlo se non il tuo. Non sentirti in colpa se ancora non è arrivato il tuo momento e se parlare ti mette a disagio.
Concediti la possibilità di scoprire un posto sicuro e di relazionarti con amici e parenti pronti ad essere tuoi alleati
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