Articolo scritto dalla Dr.ssa Francesca Da Ronch
1. Quali effetti psicopatologici possono manifestarsi in bambini, i futuri adulti di domani, che si sono trovati a vivere relazioni traumatiche?
Esistono bambini maltrattati e strappati dalla loro infanzia violentemente troppo presto, che intrattengono relazioni con i caregiver (coloro che si prendono cura dei bambini, solitamente i genitori) caratterizzate da abusi fisici e sessuali, da trascuratezza emotiva, negligenza nelle cure materiali, il totale sovvertimento dei ruoli genitore-figlio, bambini che si trovano a diventare adulti precocemente.
La presenza di queste dinamiche interpersonali durante l’infanzia può portare ad un ampio spettro di conseguenze psicopatologiche, comprese le più gravi sul piano del funzionamento psichico dell’individuo, sulla capacità di autoregolare gli stati affettivi ed emotivi, così come sulla capacità di mentalizzazione delle emozioni e di elaborazione ed integrazione degli eventi traumatici all’interno della propria storia di vita.
Le esperienze traumatiche possono portare a danni a lungo termine, ostacolando il normale sviluppo fisico, psicologico e sociale. Se abbandonati a loro stessi, non aiutati e non guardati, i bambini maltrattati potrebbero nella loro crescita non avere a disposizione strumenti psichici adatti a rispondere alle richieste della vita quotidiana.
2. Trauma: abuso e negligenza
Si tratta di parole difficili, forti, a maggior ragione se accostate all’infanzia o a dei bambini, parole che ai giorni d’oggi vorremmo ne fossero lontane e del tutto estranee, ma che purtroppo, ancora troppo spesso, si accostano e sovrappongono. Appare quindi importante chiarirle e definirle.
Con il termine abuso si vuole comprendere tutte quelle esperienze che implicano necessariamente la mancata risposta da parte del caregiver ai bisogni del bambino, su tutti la sicurezza, il senso di appartenenza e la valorizzazione dell’esperienza soggettiva di
vita. In questi termini allora si può comprendere come negligenza, aggressione fisica e psicologica vadano a minare il senso di sicurezza del bambino e l’umiliazione, lo sfruttamento, a minacciare il senso di sé in costruzione nei termini di valori e risorse personali e sociali.
Si può parlare di negligenza quando si assiste ad un’assenza di cure e di interesse. Quindi a definirla, più che la presenza, è proprio l’assenza, la mancanza di qualcosa di cui il bambino necessita. Si tratta di un tipo occulto e nascosto di abuso. L’assenza di cure appare silenziosa, sommersa, poco visibile, in quanto non si esprime nelle ben più chiassose manifestazioni abusanti, come segni fisici, violenze psicologiche, fisiche o sessuali.
I bambini che riescono a sopravvivere, portano con loro nell’età adulta fragilità psicologiche in aree fondamentali quali il senso di sé, del proprio valore personale e di sicurezza di sé.
Un resoconto dell’NSPCC definisce la negligenza come “non un problema percepito con la stessa gravità dell’abuso fisico o sessuale. Eppure, altre forme di abuso sono spesso accompagnate da negligenza… una negligenza grave può provocare la morte o gravi danni a lungo termine” (Report of the National Commission of Inquiry into the Prevention of Child Abuse (1996) Childhood Matters, vol 1, The Report, The Stationery Office, London).
Appare difficile rintracciare una definizione univoca e chiara di negligenza proprio perché deve essere necessariamente formulata in senso negativo. Ciò che la distingue dagli altri tipi di abusi è che non si può riscontrare in termini di frequenza, quante volte un bambino si è trovato a vivere una situazione traumatica, ma piuttosto si può pensare alla regolarità con cui un determinato tipo di cure non sono avvenute.
“Mentre l’abuso riguarda l’esperienza di un atto ostile o negativo, la negligenza implica la mancanza di un atto positivo o di cura. È un peccato di omissione piuttosto che di perpetrazione” (Bifulco, Moran, 1998, p. 38)
3. Effetti psicopatologici
In letteratura, molti studi hanno permesso di portare alla luce l’ampio spettro degli esiti conseguenti agli abusi, alla negligenza e alle esperienze traumatiche in infanzia. Si è potuto individuare molte aree compromesse con altrettanti sintomi connessi, che si manifestano sia a breve termine che nell’età adulta: enuresi, encopresi, disturbi di alimentazione, bassa stima di sé, instabilità emozionale, ridotta sensibilità emozionale,
mancanza di fiducia negli altri, dipendenze da droghe e alcol, difficoltà di apprendimento, depressione, ritardo nello sviluppo, prostituzione, delinquenza.
Le aree coinvolte sono quelle dello stile di attaccamento, adattamento e competenze sociali, problemi comportamentali, abilità cognitive, apprendimento e abbandono scolastico.
È stato comprovato come forme di abuso emotivo e psicologico possano creare spaccature e compromettere lo sviluppo e la maturazione psichica del bambino, in particolare del senso di Sé, andando a rafforzare una percezione interna di svalutazione, di non essere degni d’amore e di cure, arrivando ad una sovversione e distorsione delle proprie abilità e capacità. Il bambino maltrattato tenderà a sovrastimare i pericoli e le difficoltà incontrate durante il suo sviluppo, sottostimando invece le proprie competenze e il senso di efficacia, di riuscire a far fronte ad un mondo difficile.
4. Negligenza: una forma di abuso data dall’assenza
La negligenza diviene ciò che il bambino conosce e si aspetta e, vivendo questa mancanza di cure adeguate, il bambino sviluppa la propria personalità e la propria identità immerso in questo mondo. È proprio il tentativo di organizzare, dare senso e coerenza all’ambiente che lo circonda che porterà a costruire un’organizzazione psichica coerente con le forme di abusi subite. Il bambino cerca di dare senso ad un mondo che proprio non ce l’ha. In questi tentativi organizzativi allora si consoliderà man mano una percezione di sé negativa, di sfiducia, incertezza e vulnerabilità.
Gli esiti psicopatologici della negligenza hanno chiare e visibili manifestazioni nella salute corporea, nello sviluppo emotivo e fisico, nella formazione dell’identità, nelle relazioni interiorizzate e nei modelli interni di relazioni che poi verranno riprodotti nella vita adulta. Un bambino non o mal curato difficilmente impara e pensa di meritarsi di potersi prendere cura di sé.
Nelle forme più gravi addirittura è stato possibile vedere come si possano presentare gravi forme di malnutrizione, ritardi nello sviluppo fisico e nell’acquisizione delle tappe evolutive.
Se i segni fisici di questi abusi si manifestano nelle forme più gravi, sicuramente la sfera emotiva, affettiva e psichica rimane quella maggiormente segnata e compromessa. Il bambino maltrattato porta con sé le cicatrici delle esperienze traumatiche: nei legami di attaccamento, nella capacità di autoregolazione emotiva, nel tollerare frustrazioni e imprevisti, nella iperattivazione costante dello stato di allerta. Questi bambini manifestano poca autostima, incapacità nel controllare gli impulsi, grave forme di passività, mancanza di creatività e difficoltà nell’apprendimento.
5. Da cosa dipendono gli esiti psicopatologici degli abusi?
- Compresenza di diversi tipi di abusi (sessuale, fisico, psicologico, negligenza);
- Cronicità. Quando gli abusi non sono più episodici ma si tratta di relazioni abusanti stabili e regolari nel tempo;
- Aggravamento degli abusi nel tempo. Quando le esperienze traumatiche peggiorano con la crescita del bambino;
- Ambiente abusante. Quando è il mondo in cui vive il bambino ad essere maltrattante, non un singolo genitore, ma l’intera società che dovrebbe proteggere e garantire un ambiente di crescita facilitante.
È stato chiarito come gli abusi e le forme di negligenza nelle cure subite in infanzia siano esperienze traumatiche distruttive che inibiscono la capacità di sviluppo fisico e psicologico del bambino. Si tratta di una rete complessa di fattori sociali e individuali responsabile di situazioni di maltrattamento infantile, non esclusivamente a carico dei singoli, ma che vede una società ed un ambiente di crescita non attento o incapace nel prendersi cura dei più piccoli durante la loro fase di sviluppo. È il contesto sociale che da origine e sostiene il maltrattamento, immerso in un intricata e viziosa rete di fattori come povertà, disoccupazione, condizioni abitative inadeguate e disagiate, conflittualità sociale. Lo studio degli effetti psicopatologici nei più piccoli porta alla luce queste problematiche e consente di cominciare a rifletterci e sviluppare tipologie di intervento preventive, volte a provare a spezzare la concatenazione psicopatologica che si trasmette di generazione in generazione all’interno della società in difficoltà.
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