Articolo scritto dalla Dr.ssa Valeria Bernardino
Cosa succede nel nostro corpo quando viviamo un evento particolarmente intenso? Spesso siamo portati a pensare che mente e corpo siano posti in antitesi, come se fossero due entità separate. In alcuni casi li immaginiamo inseriti in una “lotta di potere” dove spesso emerge un vincitore e un vinto. E generalmente “tifiamo” per la supremazia della mente. Ma se non fosse così così semplice? Se riuscissimo a pensare a noi stessi come a un’unica entità, potremmo cambiare il nostro modo di rapportarci verso noi stessi e verso il mondo stesso.
1. Il libro di Bessel Van der Kolk
È un bellissimo viaggio verso l’esplorazione dei vissuti traumatici dell’essere umano attraverso i numerosi casi riportati, in cui si rende dignità alla persona e si mettono in luce le innumerevoli risorse che ogni individuo può scoprire di possedere.
“Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione del trauma” è un libro del 2015 adatto a tutti oltre che per i professionisti nell’ambito della salute mentale. La lettura è scorrevole ma soprattutto emerge il calore e la passione dell’autore all’interno del suo percorso di crescita e conoscenza sulla traumatologia. Le paure e la vergogna di sentirsi “difettosi” crollano, attraverso l’accoglienza e l’esplorazione di vari percorsi alternativi per trattare il trauma. L’autore parte, infatti, dalle sue prime esperienze con i veterani di guerra degli anni ’70 periodo in cui la psicofarmacologia era la terapia più usata, fino all’esplorazione delle più recenti possibili modalità di trattare il trauma, come EMDR, l’arte-terapia, la mindfulness, lo yoga, le terapie sensomotorie e il neurofeedback.
In particolare, è interessante la seconda parte del testo, in cui si mette in risalto l’importanza del corpo, evidenziando quali effetti neurofisiologici sono implicati e soprattutto quali aree cerebrali sono maggiormente coinvolte. Il tutto accompagnato da un linguaggio accessibile e da metafore veramente chiare e semplici. Nella terza parte viene trattato l’effetto di eventi intensi e traumatici nei bambini e dell’importanza della qualità dell’attaccamento e della sintonizzazione con i genitori, rimarcando quanto le relazioni siano i mattoncini fondanti del benessere dell’individuo, e di quanto sarebbe impattante un supporto tempestivo nell’età dello sviluppo per prevenire il disagio e malessere negli adulti del futuro.
2. Come trattare il trauma
Probabilmente il punto non è trovare la terapia “giusta” per trattare il trauma. Ma focalizzarsi sull’individuo che lo ha subito, rispondendo in modo più coerente e specifico alla sua unicità e al suo personale bagaglio di risorse. Quello che Van der Kolk mette in risalto è l’importanza della riconnessione e della re-integrazione delle diverse aree coinvolte nell’individuo. Il percorso da seguire e da costruire passo passo, percorrendo una strada che sia fatta su misura della persona stessa. Infatti, non tutti vivono gli eventi traumatici allo stesso modo e non c’è sempre uno “schema” prestabilito uguale per tutti. I fattori coinvolti sono innumerevoli, come il momento storico della persona, il momento di sviluppo, il contesto dell’evento impattante, l’intensità, la tematica sottostante, ma soprattutto le modalità di reazione personali.
Conclusione
Come dice l’autore stesso “la sfida non è imparare ad accettare le cose terribili che sono accadute, ma imparare ad ottenere padronanza sulle proprie sensazioni interne e sulle emozioni. Percepire, nominare, identificare ciò che sta succedendo all’interno di noi è il primo passo verso la guarigione” (Van der Kolk, 2015, pp 77).
Uno dei modi per allargare i nodi del trauma è sicuramente quello di intraprendere un percorso di psicoterapia, proprio per poter andare verso la scoperta delle proprie risorse personali e imparare a riconoscere e identificare le particolarità del proprio sentire.
Sei pronto ad intraprendere questo viaggio?