Articolo scritto dalla Dr.ssa Alessandra Di Toro
Nonostante siano stati fatti tanti passi in avanti negli ultimi anni, a livello culturale e sociale, la sessualità femminile è ancora in parte considerata meno importante di quella maschile.
Per tantissimi anni la sessualità femminile è stata negata e controllata dall’uomo, e associata al negativo, all’oscuro. Probabilmente anche per questo la ricerca scientifica sulla sfera sessuale femminile è iniziata molto dopo quella maschile. Ad incidere sul ritardo nella ricerca, è stato sicuramente anche il fatto che le donne per prime si conoscono poco e male a livello degli organi genitali, essendo interni e non visibili, difficile quindi prenderci confidenza.
Ma negli ultimi decenni, tantissime donne riescono a vivere la propria sessualità in modo consapevole e libero da tabù e pregiudizi, affermando il naturale bisogno di veder riconosciuto anche il proprio desiderio e il proprio piacere.
Oggi le donne parlano liberamente di sesso, riconoscendo e permettendosi un piacere, non per forza legato soltanto alla sfera riproduttiva, conoscono meglio il loro corpo, anche grazie ad una maggiore quantità di informazioni reperibili in rete, in tanti libri e anche in film.
Il piacere sessuale non è un dato certo, ma va scoperto, per provare piacere è necessario essere consapevoli di meritarlo e quindi concederselo.
In tutte le fasi della sessualità lo stato psicologico della donna è fondamentale, questo può facilitare o inibire il piacere. Per far sì che il desiderio si accenda, che l’eccitazione resti viva, c’è bisogno che la donna sia in una situazione di intimità e tenerezza.
Le donne hanno da sempre vissuto anche l’autoerotismo come un tabù, molto più degli uomini. Per loro la sessualità in coppia, e in misura ancora maggiore la masturbazione, è connotata molto spesso da vergogna e pudore. Un’ulteriore grande differenza tra la sessualità femminile e quella maschile, è la complessità del significato che riveste la sessualità per la donna. Molta importanza riveste la qualità della relazione, l’eccitazione è emotiva e mentale oltre che fisica. E la soddisfazione sessuale deriva principalmente dalle due componenti.
1. Il desiderio femminile
Il desiderio ci porta ad avvicinarsi agli altri ed è guidato da un insieme di ormoni, sensazioni acquisite dai cinque sensi e fattori psicologici. Il suo obiettivo è garantire la sopravvivenza della specie, portandoci ad avere rapporti sessuali. Fare figli non può più essere considerato l’unico fine dell’atto sessuale, fortunatamente c’è una maggior disinvoltura nell’avere rapporti sessuali per piacere, per amore, con un partner stabile o occasionale.
Però, a livello biologico, lo scopo del desiderio ha comunque origine dalla necessità di procreare e i fattori che entrano in gioco sono chimici e fisici. Grande importanza nel desiderio sessuale hanno gli ormoni, con la capacità di attivare particolari aree del cervello, che a loro volta stimolano i nostri genitali.
Il desiderio sessuale durante il periodo del corteggiamento e dei primi incontri, viene regolato dagli androgeni, principalmente gli estrogeni, ormoni secreti dalle ovaie femminili. Man mano che aumentano i rapporti sessuali, le ovaie producono più estrogeni, e aumentano sempre più l’attrazione e l’eccitazione. Ma anche il testosterone, un androgeno, ha la sua importanza nel desiderio femminile, ed ha un’oscillazione dettata dal ciclo mestruale. Un altro ormone che partecipa al coinvolgimento sessuale è l’ossitocina, sostanza importante anche per il parto e chiamata “ormone dell’amore”: aumenta il desiderio, ed è responsabile dell’orgasmo.
Il desiderio verso l’altra persona, produce un’eccitazione mediata da diversi neurotrasmettitori, cioè sostanze chimiche, e questi sono l’epinefrina, la norepinefrina, la feniletilamina, e la dopamina. L’epinefrina e la norepinefrina sono prodotte in situazioni di allarme e stress, dalle ghiandole surrenali, mentre la feniletilamina viene rilasciata in situazioni piacevoli ed è responsabile della dilatazione delle pupille quando guardiamo qualcosa o qualcuno che ci piace. La feniletilamina è anche il neurotrasmettitore che ci fa sentire su di giri, come dopo l’assunzione di alcune droghe. Il battito cardiaco aumenta, la pressione è più alta, siamo più eccitati, l’appetito si riduce e siamo iperattivi. Anche la cioccolata è ricca di feniletilamina, ed è per questo che la sua assunzione ci rende più felici e anche un po’ dipendenti.
Il desiderio si attiva in seguito a degli stimoli, che possono essere fantasie, suoni (come la voce), odori, ma anche carezze o stimolazioni genitali. I nostri sensi, sono protagonisti del desiderio sessuale, nella donna in particolare sono più rilevanti l’olfatto, il gusto e il tatto, mentre nell’uomo la vista e l’udito.
Il desiderio sessuale femminile dipende molto dalle oscillazioni ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale, perché la donna è fertile solamente in certi giorni del mese. Il desiderio della donna è più intenso a ridosso dell’ovulazione, in particolare tra l’ottavo e il 14esimo giorno di ciclo.
In questa fase del ciclo la donna ha un maggior desiderio sessuale e il corpo è più pronto ad avere rapporti sessuali. Anche l’aspetto fisico cambia nel periodo fertile, la donna si sente più bella e attraente, le sue forme si fanno più marcate, il viso è più dolce, il seno è più grande. E l’uomo percepisce inconsciamente questi cambiamenti.
2. Le fasi del desiderio sessuale
Il desiderio sessuale femminile è ciclico, contrariamente a quello dell’uomo. Può succedere però che altri fattori facciano diminuire o sparire del tutto l’attrazione e l’eccitazione: le cause possono essere diverse e vanno da squilibri ormonali a problematiche psicologiche. Esistono cali di desiderio sessuale temporanei, come quelli dati da un periodo di stress, ma anche cali che derivano da problemi di salute.
La fase successiva al desiderio è quella dell’eccitazione: dove il canale vaginale si dilata, l’afflusso di sangue verso il clitoride e i muscoli pelvici aumenta e compare la lubrificazione. A questa fase segue l’orgasmo, un insieme di esperienze soggettive e modificazioni fisiologiche nella vagina e nella zona pelvica.
L’orgasmo è influenzato da tutte le fasi precedenti, e questo significa che per raggiungerlo sono fondamentali il desiderio e l’eccitazione.
L’esperienza soggettiva dell’orgasmo, è descritta come uno spasmo dei muscoli che circondano il terzo esterno della vagina. Queste contrazioni, sono di solito da 5 a 8, al ritmo di una ogni secondo. Il muscolo che consente queste contrazioni è il pubococcigeo, ben innervato dalle terminazioni nervose propriocettive, e per questo è stato ipotizzato che la sua tonicità sia direttamente correlata alla capacità orgasmica.
Durante la fase dell’eccitazione e dell’orgasmo, vengono prodotti gli ormoni ossitocina e DHEA, che hanno un effetto protettivo contro l’endometriosi, i dolori mestruali e lo stress. Durante l’orgasmo vengono liberate le endorfine, che favoriscono la produzione di immunoglobulina A, un tipo di anticorpo che attiva il sistema immunitario. L’orgasmo ha un effetto benefico anche nel mantenimento dell’equilibrio ormonale, agendo sull’ipotalamo che regola il rilascio e la circolazione degli ormoni. Le contrazioni orgasmiche rinforzano anche il pavimento pelvico, proteggendo la donna dall’ incontinenza e dal prolasso. Mentre l’aumento del ritmo respiratorio e il battito cardiaco più veloce favoriscono l’ossigenazione del cervello.
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