Il Mito Della Donna Lupa e il Coraggio di Rinascere

Il mito della Donna Lupa e il coraggio di rinascere

Articolo scritto dalla Dr.ssa Anna Maria Cutrupi 

Introduzione 

 “Non esiste trasformazione senza fatica. Sappiamo di dover bruciare fino in fondo, e poi sederci sulle ceneri di colei che un tempo pensavamo di essere e ricominciare da lì.” 

Il ruolo della donna diventa sempre più importante per sopravvivere a una società in continuo cambiamento; Pinkola Estes con il suo celebre romanzo “Donne che corrono coi lupi” vuole portare una ventata di realtà, descrivendo una donna che, dalle proprie ceneri, emerge e ottiene il cambiamento che ha sempre voluto. 

In questo romanzo, la donna viene paragonata ad un lupo. In una visione prettamente analitica, l’autrice pone di fronte l’umanità, un disegno che appare nitido e completo della donna selvaggia, che, al pari del lupo affronta il suo “branco”. 

1.  Il ruolo della donna selvaggia 

Pinkola Estes mostra al lettore una chiave di lettura diversa dal solito, racconta di una Donna Selvaggia attraverso diverse storie, tra cui miti e fiabe per determinare il ruolo di un personaggio presente e potente all’interno della società. 

La donna selvaggia è una donna dal forte intuito, una lupa ma, allo stesso tempo, una donna materna, soffocata dalle continue pressioni che deve affrontare quotidianamente. 

Quante volte ci siamo sentite dire di non valere abbastanza perché appartenenti ad un sesso che per la società, è troppo distante dall’essere vincente? 

Quante volte abbiamo dovuto combattere contro leggi e burocrazie che ci allontanavano dal mondo del lavoro perché “mamme”, perché “troppo” intelligenti? 

Perché troppo spesso abbiamo dovuto rinunciare all’essere semplicemente donna per rincorrere standard “troppo” elevati?

La donna lupa ci insegna che tutto è possibile se, dalle nostre ceneri, combattiamo per rinascere nuovamente e con radici più solide. 

Ricominciare a vivere senza mai dimenticare che dietro una donna c’è un lupa felina pronta a rincorrere i propri sogni e i propri diritti aiuta a tornare alle proprie radici e a valorizzare un’energia femminile rimasta repressa da una società che fino a ora ha dato maggiore valore a quella maschile.

Perché l’autrice paragona la donna ad un lupa? Perché cerca di cogliere alcuni elementi simili tra di loro:

  1. il dare la vita
  2. l’essere piena di energia
  3. l’avere inventiva
  4. l’essere entrambe disposte a difendere il proprio territorio e i propri cuccioli/figli 
  5. l’essere leale. 

2.  La piccola fiammiferaia vs donna congelata 

Le fiabe e i miti sono le parti più importanti che l’autrice utilizza per raccontare e spiegare meglio il mito della Donna Selvaggia, tra queste, la piccola fiammiferaia diventa simbolo della donna congelata. 

Pinkola utilizza questa fiaba per evidenziare il ruolo di una donna intrappolata dal bisogno costante di dare e ricevere affetto. La storia narra che la bambina (la piccola fiammiferaia) necessita di calore e di affetto che la società in cui vive non dà ed è per questo che vive costretta e congelata tra i suoi pensieri e la speranza che un giorno possa ricevere affetto. Tutto ciò accade quando la donna spreca energia, indossando relazioni affettive poco produttive e che necessitano di una svolta. Come la piccola fiammiferaia al freddo si riscalda di fantasia, la donna si congela e, priva di nutrimento, cerca di sognare ad occhi aperti su come potrebbe essere la propria vita. Priva della sua linfa vitale, si spegne pian piano senza aver combattuto per i propri sogni, i propri valori. 

Questa è solo una delle fiabe che l’autrice ci narra, invito perciò al caro lettore a provare ad immergersi in una lettura intraprendente e allo stesso tempo consapevole di ciò che siamo e non vorremmo essere, di ciò che abbiamo e non vorremmo avere, di ciò che vorremmo essere ma non abbiamo il coraggio di affrontare nella realtà. 

Conclusioni 

«È peggio restare nel luogo cui non si appartiene che vagare sperduti, alla ricerca dell’affinità di cui si ha bisogno». (pag 187). 

La donna selvaggia ci insegna di affrontare la vita, senza alcuna remora, senza alcun timore, ad affrontare la vita  con la forza di una guerriera che per anni si è trovata in un corpo di una silente creatura e che, dopo essersi “bruciata”, rinasce dalle proprie ceneri, come Pinkola Estes ci narra. 

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