Il Trattamento Dei Disturbi di Personalità Con lo Schema Therapy: Come Funziona

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Camilla Serena

Circa il 10% della popolazione e la metà circa dei pazienti  psichiatrici ambulatoriali o ricoverati in ospedali hanno un disturbo di personalità. Essi diventano maggiormente evidenti in adolescenza o nella prima età adulta anche se a volte possono apparire prima, durante l’infanzia. Alcuni di essi possono risolversi nel tempo, altri perdurare. Possono avere cause sia genetiche e sia ambientali.   

I disturbi di personalità hanno un modello abituale di esperienza e comportamento che diventa rigido e non adattivo rispetto all’ambiente,  tale da poter essere invalidante per la persona e andare a compromettere il suo funzionamento lavorativo e/o interpersonale. Le persone con un disturbo di personalità sono spinte a chiedere un aiuto esterno a causa dei loro comportamenti socialmente disadattivi

Tra i trattamenti utilizzati per lavorare sui disturbi di personalità, lo Schema Therapy (SC) risulta molto efficace. Viene anche utilizzato nei disturbi di ansia, nei disturbi alimentari e, nella depressione. La SC è stata sviluppata da Jeffrey Young  e, prende gli interventi della Terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Young ha ideato la Schema Therapy per i pazienti che non rispondevano bene alla CBT “classica”.  Essa comprende tecniche e concetti teorici della CBT e tecniche di altri approcci quali la Psicoanalisi, la Psicologia della Gestalt e la Teoria dell’Attaccamento. 

1. La Schema Therapy

La ST offre un approccio complesso e molto strutturato per concettualizzare e trattare una varietà di problemi.  Essa si focalizza maggiormente su tre aspetti:

  1. le emozioni problematiche, che vengono prese in considerazione utilizzando tecniche esperienziali per lavorare su di esse. Le principali tecniche di intervento sono i dialoghi con le sedie o esercizi immaginativi . Il focus sulle emozioni è importante visto che i pattern problematici nei pazienti con disturbi di personalità sono di solito mantenuti da esperienze emotive problematiche;
  2. le problematiche infantili, attraverso la validazione delle informazioni biografiche, si cerca di far comprendere al paziente le origini infantili dei pattern comportamentali problematici;
  3. la relazione terapeutica,  da una parte il terapeuta prende il ruolo  di un genitore e si comporta in modo caloroso e amorevole verso il paziente, in modo naturale, ma entro dei limiti della relazione terapeutica. In questo spazio il paziente può aprirsi e mostrare le proprie emozioni dolorose, creare nuovi comportamenti sociali.     

Uno dei concetti fondamentali dello Schema Therapy è lo schema disfunzionale precoce. Quest’ultimo comprende emozioni, pensieri, memorie, sensazioni somatiche riguardante sé e gli altri. Lo schema si sviluppa in seguito ad esperienze nocive vissute nell’infanzia e/o nell’adolescenza e nell’età adulta e si attiva in situazioni simili a quelle da cui origina.

L’essere umano nasce con una serie di bisogni emotivi fondamentali . Questi sono universali e comprendono la sicurezza, l’autonomia, l’autostima , l’espressione di sé,  avere buoni rapporti con gli altri e limiti realistici. Ognuno di noi ha un temperamento genetico che interagisce con l’ambiente circostante fin da piccoli. L’interazione tra ambiente e temperamento influirà sul soddisfacimento o meno dei bisogni emotivi di base. La frustrazione legata a questi bisogni nell’infanzia porta allo sviluppo di schemi disfunzionali.

Le figure di riferimento con cui entriamo in contatto fin dalla nostra nascita sono coloro che soddisfano o meno quei bisogni primari. Rispetto a questo sviluppiamo delle aspettative verso le nostre figure di riferimento e successivamente verso le altre persone che incontriamo nel corso della nostra vita e, verso l’ambiente dove ci troviamo.  

Nella Schema Therapy si introduce il concetto mode, che riguarda gli stati emotivi di un certo schema e quindi definiti schema mode. Questi ultimi possono cambiare o essere persistenti nella persona o possono essercene più di uno. Gli schemi mode si suddividono in :

  1. mode del bambino, le emozioni sono associate a quelle legate a esperienze passate  come la rabbia, la tristezza o l’abbandono;
  2. mode del genitore interiorizzato,risposte che la persona si da in base al tipo di genitore che ha interiorizzato. Ad es. odio verso sé stessi. 
  3. mode di coping, modalità di risposta come evitamento, resa o ipercompensazione (un comportamento opposto a quello che sono le emozioni provate). È importante tenere in considerazione lo stile di coping, ovvero le risposte comportamentali a quel tipo di schema.   Queste risposte spesso sono disfunzionali a schemi maladattivi. 

Conclusioni

L’obiettivo della schema therapy è quello di aiutare i pazienti a soddisfare i loro bisogni emotivi di base, insegnando al paziente come migliorare quegli schemi maladattivi diminuendo l’intensità delle memorie emozionali che comprendono lo schema e l’intensità delle sensazioni corporee, cambiando i modelli di pensiero connessi allo schema. Inoltre, è importante modificare gli stili di coping disadattivi con modelli di comportamento più adattivi.

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