Incuria: sintomi, cause e cura

Incuria_ Sintomi, Cause e cura

Articolo scritto dalla Dr.ssa Di Dio Martina 

1. Significato dell’incuria

L’Organizzazione Mondiale della Sanità quando parla di incuria si riferisce alla trascuratezza di un genitore nell’occuparsi (quando sarebbe in grado di farlo) dello sviluppo del bambino in una o più delle seguenti aree: salute, educazione, sviluppo affettivo, nutrizione, protezione e condizioni di vita sicure. Essa può coesistere con altre forme di violenza familiare come abusi e forme di maltrattamento. Ne esistono diverse manifestazioni e fanno tutte riferimento alle necessità e ai diritti fondamentali del bambino.  

Quando il minore presenta carenze alimentari, vestiti sporchi e non adatti così come insufficienza di materiale scolastico si parla di incuria fisica, così come quella medico-sanitaria descrive un rifiuto da parte del caregiver di sottoporre il minore a cure mediche, terapie e controlli. Là dove il genitore è fortemente disattento, assente e incapace di rassicurare e sostenere il bambino si parla di una forma di trascuratezza emotiva. Quella educativa è presente quando i figli non sono seguiti, sostenuti e affiancati e presentano generali carenze scolastiche, intese anche in termini di insufficienza di materiale scolastico.

2. Segnali dell’incuria

2.1. Indicatori fisici nel minore

Tra gli indicatori che possiamo trovare in situazioni di grave trascuratezza vi sono per esempio disturbi organici e patologie croniche nel minore non adeguatamente curate così come una mancanza di notizie anamnestiche e di monitoraggio dello stato di crescita. Tra i segnali fisici possiamo trovare condizioni di denutrizione o ipernutrizione e/o generali abitudini alimentari non consone all’età del minore oltre che un rallentamento della crescita.

2.2. Indicatori comportamentali  

Osservando il bambino è possibile trovare un ritardo del linguaggio e/o un ritardo psicomotorio dal momento che mancanza di cure fisiche e affettive hanno gravi conseguenze nel processo di sviluppo sia fisico che emotivo del bambino; possono essere presenti difficoltà nell’apprendimento e scarso rendimento scolastico così come frequenti assenze dalla scuola; il minore può presentare un’iperattività motoria e in generale presentare sintomi di disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (attention-deficit/hyperactivity disorder, ADHD) che rischia di essere loro diagnosticato erroneamente. Si possono inoltre presentare difficoltà relazionali e possono apparire disinteressati all’ambiente circostante. 

2.3.  Disregolazione dello stato di attivazione

Questa condizione traumatica ripetuta ha sul minore delle conseguenze anche sulla regolazione emotiva e sullo stato di attivazione corporea, presentando alterazioni croniche di differente natura. 

Quando lo stato di arousal segue una risposta di attacco/fuga cronicizzato si può osservare una reattività emotiva, stati di ansia, ipervigilanza, iperattività, ricerca di stimoli sensoriali forti e un movimento disorganizzato non “in sintonia” con l’ambiente. 

Nel caso in cui lo stato di arousal è cronicamente basso e segue una risposta di “finta morte” si può osservare un umore spento, bassa energia e affettività appiattita, un rallentamento nel movimento e in generale una scarsa reattività fisica ed emotiva a stimoli esterni.

3. Le cause dell’incuria

I fattori di rischio che risultano influenzare maggiormente le condotte genitoriali portando a una condizione di incuria del minore sono eterogenei e derivano da una complessa associazione di fattori individuali, familiari e sociali legati alla situazione della coppia genitoriale. Tra questi fattori vi sono condizioni economiche, lavorative e abitative precarie della famiglia, così come difficoltà socio-relazionali, malattie psichiatriche non trattate dei genitori che spesso hanno vissuti a loro volta di violenza e trascuratezza. Ulteriori elementi risultano essere la giovane età dei genitori, un basso livello di istruzione, problemi legati all’uso e abuso di alcol e stupefacenti e una scarsa capacità di fare fronte allo stress.

4. La cura dell’incuria

4.1. Attivazione dei servizi sociali

Un minore oggetto di incuria può essere identificato da operatori sanitari durante una visita per problematiche non necessariamente correlate come una malattia o una problematica comportamentale. Solitamente sono gli insegnanti e assistenti sociali ad accorgersi per primi di queste condizioni di grave malessere: questi, infatti, possono notare frequenti assenze da scuola, condizioni di trascuratezza nella cura del bambino e del suo vestiario e problematiche comportamentali. Tutti i soggetti che sono a contatto con minori in ambito professionale o in attività di volontariato sono soggetti all’obbligo di segnalazione. Nello specifico, là dove i Servizi ritengono opportuno si appellano all’articolo 403 c.c., pensato per proteggere il minore abbandonato o cresciuto in condizioni di negligenza e trascuratezza. I Servizi sulla base di una valutazione effettuano una segnalazione all’autorità pubblica che successivamente interviene al fine di collocare il minore presso un luogo sicuro.

4.2. La psicoterapia per l’incuria

Gli interventi psicoterapeutici per minori che hanno vissuto uno stato di incuria sono fondamentali affinché essi possano elaborare le emozioni negative connesse al vissuto di abbandono e di trascuratezza dei caregiver di riferimento. È essenziale che i bambini abbiano accesso a questi trattamenti il prima possibile, perciò, vengono attivati i servizi pubblici di competenza territoriale, centri convenzionati o professionisti privati. Tra i differenti tipi di interventi psicoterapeutici vi è la Gestalt Play Therapy che mira a sostenere e supportare il bambino attraverso l’utilizzo di tecniche creative come il disegno, l’espressione corporea che mirano a far esprimere le proprie emozioni, riformulare l’idea di sé e le credenze che il bambino può aver sviluppato (ad es. vissuti di colpa o bassa autostima).  La relazione terapeutica diventa uno spazio protetto dove il minore può fare esperienza di cura e di attenzione, uno spazio dove poter stabilire modelli di relazioni sane e positive. Il professionista può diventare anche una figura di supporto per i caregiver di riferimento: sono previsti percorsi paralleli di supporto alla genitorialità là dove c’è disponibilità e motivazione al cambiamento.

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