Articolo scritto dalla Dr.ssa Loredana Cimmino
1. Cosa si intende per “stimoli emotivi”?
Nell’ambito della psicologia dello sviluppo, per “stimoli emotivi” si intende il materiale che aiuta il bambino a esprimere le sue emozioni. Possono essere i disegni, i video, le schede personalizzate sulle emozioni, i giochi fisici, le carte emotive, i giochi da tavolo, il role playing (giochi di ruoli) che permette al bambino di mettersi nei panni dell’altro e/o di rivivere un’esperienza passata guardandola da un’altra prospettiva e con una maggiore distanza emotiva.
Gli psicologi dell’età evolutiva hanno nelle loro librerie testi con schede già create e poi nella loro testa tanta creatività per personalizzarle in base al bambino e alla necessità della situazione specifica.
Dopo aver effettuato una valutazione emotiva e aver compreso le risorse e gli ostacoli principali che vive il bambino, e che hanno portato la famiglia a rivolgersi ad un esperto, si lavora sugli obiettivi concordati con il bambino e i genitori. Si lavora ad esempio per superare delle paure o gestire meglio la rabbia e, in molti casi, non è sufficiente la parola ma, occorrono “stimoli emotivi” che fanno da ponte e aiutano il bambino ad esprimersi e a verbalizzare il suo vissuto interno.
In base all’età dei bambini, variano le proposte emotive offerte dallo psicologo, che deve quindi basarsi sullo sviluppo cognitivo ed emotivo di chi ha di fronte. È importante che il bambino si diverta nella stanza di terapia ma che possa dedicare un momento anche a guardarsi dentro per trovare strategie più funzionali per la gestione delle sue emozioni più difficili.
2. Cosa si trova nel libro “Io e te”?
“Io e te” è un libro ricco di schede e disegni scritto da Anna Rita Verardo, psicologa e psicoterapeuta esperta nel trauma infantile. Attraverso racconti e disegni, il testo rappresenta un viaggio nel mondo delle emozioni e accompagna il bambino nell’esplorazione di nuove strategie per gestirle al meglio. Il bambino viene catturato dalle immagini e dalle situazioni descritte e questo rappresenta un modo semplice ed efficace per accedere nel suo mondo emotivo.
Non si parla solo di emozioni ma si vivono direttamente, immedesimandosi in esse. Si affronta anche il tema del lutto e della separazione genitoriale, si va dalla dipendenza dai videogiochi all’isolamento, dal bullismo all’accettazione delle parti di sé. Il testo rappresenta un contenitore che aiuta il bambino a definirsi e ad accogliere i propri limiti che diventano anche ricchezze se si iscrivono all’interno di una cornice che è la propria personalità.
“Io e te” è il primo passo per accedere al vissuto emotivo, poi è necessario proseguire l’esplorazione attraverso idee personali e costruite ad hoc sul bambino, la sua famiglia e il contesto nel quale vive. Non sostituisce la formazione del terapeuta ma facilita l’accesso al mondo interno soprattutto in quei bambini che sono inibiti, riservati e timidi e che fanno fatica a esprimere ciò che sentono.
3. Incontrare il corpo: oltre gli stimoli emotivi
Proprio perché il testo rappresenta solo il primo passo per accedere alle emozioni dei bambini, tutto il resto deriva dalla formazione del terapeuta e dalla sua capacità di andare oltre le schede emotive. Guardare gli occhi del bambino durante un racconto o un disegno oppure osservare come si muove durante un gioco diventa necessario per creare un legame tra il piano verbale e quello corporeo.
Attraverso il viaggio nel mondo delle emozioni, i bambini diventano consapevoli che le emozioni vengono espresse anche dal corpo quindi notare e riconoscere i segnali non verbali permette al bambino di osservarsi e conoscersi ancora meglio, favorendo così l’autocontrollo nelle occasioni caotiche e l’adattamento in situazioni nuove.
L’obiettivo finale di un percorso di psicoterapia per bambini è acquisire la consapevolezza di come ci si relaziona alle emozioni, riconoscendo quelle più faticose e utilizzando strategie funzionali al contesto.
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