Articolo scritto dalla Dr.ssa Claudia Mazzei
Frequentemente si parla di crisi della coppia e spesso l’immagine che associamo a tale scenario è quello di distruzione, conflitto, disagio. Una guerra che può essere fredda, fatta di silenzi e sguardi, o surriscaldata da rabbia e scontro verbale.
Il conflitto è qualcosa di inevitabile, è una parte intrinseca di ogni essere umano, perciò l’obiettivo non è evitarlo, bensì imparare a gestirlo in modo costruttivo, vedendo potenzialità e margini di miglioramento anche nelle situazioni più complesse di una crisi.
L’etimologia del termine crisi, dal greco “krisis”, riporta a concetti come separazione, ma anche scelta, valutazione. Questo spettro linguistico ci permette di rileggere il concetto di crisi come “valutazione”, di una situazione o un evento. All’interno di una coppia questa valutazione ha un potenziale enorme: ci si ritrova a dover riflettere su quanto è stato e a comprendere quali prospettive si hanno. Nel contempo, però, subentra lo spettro della separazione, ci si sente disorientati e spesso con la percezione di non sapere come agire.
1. Quali sono i fattori scatenanti di una crisi di coppia?
I fattori sono molteplici e diversi, variano da coppia a coppia, anche sulla base dello stile di relazione che si è instaurato.
Tuttavia, spesso si tratta di una somma di elementi diversi, che come in un effetto valanga rendono la relazione sempre più complessa da gestire.
Questi fattori diventano più evidenti e il loro peso si fa sentire in modo più prepotente in alcuni passaggi della vita di una relazione
- il passaggio dalla fase di innamoramento idilliaco alla fase dell’amore “quotidiano”, quando l’idealizzazione del partner (le “fette di salame sugli occhi”) tende a lasciare il posto ad uno sguardo più realistico, in grado di percepire anche i difetti e le incongruenze di ciascuno;
- problematiche legate alla sfera sessuale, a livello fisico o mentale, a livello individuale o relazionale;
- il passaggio alla convivenza o al matrimonio, quando la condivisione degli spazi e dei tempi, degli stili di vita e delle amicizie rischia di generare una sensazione di perdita di controllo della propria individualità e della propria autonomia;
- l’inconciliabilità dei progetti di coppia: uno desidera avventurarsi nella maternità/paternità, mentre l’altro non presenta tale desiderio.
- quando il progetto comune è quello di avere un figlio, ma uno dei partner ha problemi di fertilità. In tal caso subentrano vissuti di inadeguatezza, di colpa che possono sfociare in conflitti estenuanti;
- la nascita di un figlio, poiché viene a modificarsi l’assetto familiare e non sempre si riescono a trovare nuovi equilibri soddisfacenti per entrambi i partner;
- la malattia di uno dei partner, in quanto destabilizza il senso di sicurezza e stabilità creatosi.
2. Come far evolvere il conflitto?
Affinché il conflitto diventi costruttivo e si trasformi in una possibile risorsa e momento di crescita, risulta fondamentale introdurre il concetto di negoziazione. La coppia, quindi, necessità di costruire un nuovo “patto di coppia”, che consenta ad entrambi i partner di negoziare le divergenze e costruire nuove basi da cui ripartire.
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