Articolo scritto dalla Dr.ssa Anna Innocenzi
“E poi ci sono quei momenti.. Come se la vita la smettesse per un secondo per mostrarci che potrebbe essere sempre meravigliosa, se solo lo volesse.. Ci stiamo perdendo tantissime cose, tutte quelle piccole cose perfette, andate, perse per sempre. Ma non oggi! E se le trovassimo tutte? Tutte le cose perfette.
Parlo di cogliere l’attimo! ”
(Dal film “La mappa delle piccole cose perfette”)
Trama
La mappa delle piccole cose perfette parla dell’incontro tra due protagonisti bloccati in un loop temporale e costretti a vivere la stessa giornata all’infinito: Mark e Margaret. L’intesa tra loro è immediata, c’è subito complicità e nasce un rapporto profondo che prenderà varie forme, ma costellato di segreti e misteri. Il ripetersi delle loro giornate li porta a riflettere sul significato della vita e di come tornare alla normalità. I due protagonisti decidono quindi di elaborare un piano: cercare tutte le cose perfette, piene di bellezza e stupore, che accadono nella quotidianità vivendole nel qui e ora, ed imparando così a cogliere l’attimo. Contemporaneamente affronteranno il mondo delle loro turbolente emozioni, i dubbi, il bisogno di controllo, la paura del futuro o di vivere la perdita o affrontare il dolore. Tutto ciò che caratterizza l’adolescenza e quel delicato momento di trasformazione da bruco in meravigliosa farfalla.
Consapevolezza vs Pilota Automatico
La ricerca dei momenti perfetti che vivono i due protagonisti ci sottolinea come il valore delle piccole cose si può incontrare proprio nella quotidianità, che non siamo abituati né ad osservare né a percepire, ma che ci passa davanti agli occhi milioni di volte. Ciò vale per gli adolescenti, come per noi adulti. Ci muoviamo spesso con “il pilota automatico” inserito, in un mondo che va veloce, in balia dei nostri automatismi dimenticandoci del momento che stiamo vivendo. Questo è proprio il principio stesso anche della Mindfulness, ideata da Jhon Kabat Zinn, cioè uno stato mentale che porta la persona a prestare attenzione a ciò che percepisce, pensa, prova, senza giudicarlo, ma rimanendo in connessione con il presente.
Bisogno di controllo e perfezione
Rendere lo stesso giorno prevedibile e perfetto, come ci insegna all’inizio uno dei protagonisti, da sicurezza e diventa un gioco divertente, fino a quando non accade l’inaspettato, qualcosa che stravolge i piani e la routine, perché non tutto può essere controllato. Il bisogno di controllo su di sé, sugli altri e sul mondo, che sperimentiamo nella nostra vita è guidato quasi sempre dalla paura; spesso la paura che possa accadere qualcosa di brutto o, come nel caso degli adolescenti, la paura dell’incertezza, del futuro e delle responsabilità. Controllo e certezza ci danno un senso di sicurezza e cercare di controllare le cose spesso ci rende rigidi, esigenti e perfezionisti, perché solo così sentiamo di riuscire a gestire la paura e l’ansia. Il problema è che non possiamo controllare la maggior parte delle cose nella vita, ma possiamo imparare ad acquisire maggiore consapevolezza di ciò che pensiamo e proviamo, accettando ciò che è fuori dal nostro controllo e abbracciando le piccole imperfezioni di noi stessi e degli altri.
La paura di soffrire ed il coraggio di lasciare andare
Un altro spunto interessante che offre il film è affrontare ed elaborare un eventuale perdita, un lutto, qualcuno che amiamo e che ci sta lasciando. Ciò che ci blocca è proprio il dire addio, la paura di soffrire e provare un dolore indescrivibile; questo ci porta spesso ad evitare o rimandare. E’ impossibile non provare dolore per una persona con cui abbiamo un legame o decidere di dimenticare per non soffrire, è importante invece dire addio in qualunque modo o forma (lettera, funerale, cimitero, simbolo ecc) e ricordarci cosa ci ha insegnato o lasciato per portare sempre un pezzo di lei con noi. L’elaborazione del lutto è molto importante e attraversa diverse fasi:
- lo shock iniziale
- la negazione (non volerlo accettare)
- La rabbia
- la negoziazione (trovare soluzioni)
- la depressione (il forte dolore)
- l’accettazione (ripartire).
Non per forza seguono quest’ordine e non sempre c’è un tempo definito per ognuna, l’importante è conoscerle per normalizzarle, vivere ed imparare a gestirle.
Conclusione
Imparare a stare nel presente, a diminuire il bisogno di controllo, o a vivere il dolore sono vissuti ed emozioni che possiamo trovarci a sperimentare in alcune fasi della nostra vita. Attraverso un percorso psicologico è possibile conoscere come funzioniamo per imparare ad affrontare ciò che accade dentro e fuori di noi.
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