La Ruminazione: Che Tipo di Pensiero è? Quando è Presente Maggiormente?

La ruminazione nella depressione

Articolo scritto dalla Dr.ssa Francesca Bonina

1. Che cos’è la ruminazione?

La ruminazione rappresenta un pensiero ripetitivo che può riguardare vari aspetti, quali ad esempio: aspetti negativi che riguardano se stessi, sintomi e sensazioni fisiche, eventi di vita sfavorevoli ed infine, non per importanza, stati emotivi. 

Riguarda una tipologia di pensiero che può focalizzarsi su obiettivi che si desidererebbe raggiungere o viceversa, obiettivi che risultano bloccati. 

E’ caratterizzata da una serie di interrogativi sugli eventi e sui sintomi che concernono sé, il futuro ed infine gli altri. 

I soggetti che hanno la tendenza a ruminare si pongono una serie di interrogativi del tipo: perché proprio a me? cosa succederà dopo? cosa penseranno di me? senza cercare una soluzione attiva.

2. Che conseguenze ha la ruminazione?

La tendenza a ruminare presenta inoltre diverse conseguenze negative, quali ad esempio una visione pessimistica del passato, del presente e del futuro, una mancanza di motivazione che implica ridotta concentrazione e performance, carenti abilità di problem solving, difficoltà relazionali ed infine una esacerbazione della sintomatologia depressiva. 

Risulta inoltre associata a deficit delle funzioni esecutive come il controllo attenzionale, la flessibilità cognitiva e l’inibizione.

Rappresenta una risposta normale, comune a tutti, nonostante sia disfunzionale e controproducente. 

Ne esistono due tipologie: 

Automatica: ovvero involontaria ed intrusiva

Controllata: intenzionale e consapevole

3. Ruminazione e funzionamento depressivo

Relativamente alla ruminazione nella depressione, la tendenza a ruminare in presenza di umore triste o depresso, rappresenta una differenza individuale stabile, un tratto di personalità. 

Si evince infatti dalla letteratura che, mentre alcune persone possono attivare pensieri ruminativi frequenti quando sono tristi o depresse, altre nelle stesse circostanze, hanno la tendenza a ruminare molto poco o per nulla.

In merito a ciò sono state rilevate delle differenze di genere, da cui è emerso che la ruminazione delle donne aumenta e prolunga i sintomi depressivi, mentre negli uomini è presente uno stile di risposta più attivo, che diminuisce i sintomi depressivi.

Le donne presentano infatti la tendenza ad essere meno attive ed a ruminare sulle possibili cause e implicazioni del loro stato di umore.

La ruminazione nel funzionamento depressivo, contribuisce al mantenimento della sintomatologia e predice inoltre episodi depressivi di maggiore durata, visione di sé e del futuro marcatamente negative, ridotte capacità di problem solving e scarse abilità di coping. 

Risultano inoltre compromessi aspetti relativi all’attenzione ed alla concentrazione.

4. Come si origina?

Come si origina la ruminazione nella depressione? A tal proposito, vengono identificati vari fattori, che ne possono determinare l’insorgenza.

  • Esperienze infantili, che implicano genitori che siano ruminatori e che abbiano uno stile caratterizzato da iperprotezione che non permette al bambino di trovare autonomamente le strategie di coping più adeguate, o al contrario, uno stile genitoriale che non presentano una sintonizzazione emotiva con il figlio. 

Tali esperienze potrebbero condurre allo sviluppo della depressione. 

Inoltre i bambini potrebbero avvalersi della ruminazione, come strategia per regolare le loro reazioni emotive, in mancanza di strategie di problem solving maggiormente adeguate. 

Tra le esperienze infantili, la ruminazione potrebbe fungere da strategia adattiva, per focalizzarsi sui comportamenti dei genitori, al fine di evitare critiche e punizioni.

  • Critiche o abuso in bambini che potrebbero aver subito abusi di tipo sessuale, fisico o psicologico da parte di persone di riferimento

5. Conclusioni

In merito alla terapia, al fine di diminuire l’intensità o eliminare la tendenza alla ruminazione, si sono rivelate efficaci delle tecniche sia cognitive, che comportamentali. 

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