Articolo scritto dalla Dr.ssa Chiara Faustino
Il sociologo e psicologo James Pennebaker, tra gli anni ‘80 e gli anni ‘90, ha messo in atto numerosi studi sugli effetti della scrittura a mano (su carta) sulla salute mentale degli individui. In particolare, si è focalizzato nell’approfondire e valutare se la scrittura potesse avere un ruolo chiave nell’elaborazione delle emozioni e dei vissuti interiori personali. I primi risultati furono sorprendenti: venne confermato come la scrittura espressiva-emotiva fosse fondamentale per rielaborare vissuti traumatici. È importante chiarire cosa si intende per “vissuti traumatici”: i partecipanti agli studi erano persone con diagnosi di Disturbo Post-Traumatico da Stress. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (V edizione – APA, 2013) descrive così il disturbo: “la persona è stata esposta a un trauma, quale la morte reale o una minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale, facendo un’esperienza diretta o indiretta dell’evento traumatico oppure venendo a conoscenza di un evento traumatico violento o accidentale accaduto ad un membro della famiglia o ad un amico stretto”. Successivamente all’evento, per almeno un mese, la persona sperimenta sintomi intrusivi che fanno sentire la persona come se stesse rivivendo il trauma (sogni, flashback, ricordi legati all’evento) e che mettono in allarme la persona, portandola a evitare ambienti, persone, emozioni, pensieri, attività, oggetti, situazioni riguardanti l’evento. Tutto ciò è caratterizzato anche da pensieri distorti sulla realtà, emozioni persistenti come: senso di colpa, rabbia, tristezza e paura sopra la soglia. A volte, al contrario, può succedere che la persona si senta estraniata, distaccata, apatica. Tali fattori stressanti possono portare a difficoltà nel sonno, in reazioni aggressive di difesa, ipervigilanza.
1. Gli effetti della scrittura nella rielaborazione del trauma
Lavorare sulle emozioni è importante per rielaborare gli aspetti traumatici, molte espressioni del disturbo infatti riguardano la parte emotiva e profonda della persona. Pennebaker descrive come chi si fosse dedicato alla scrittura per circa 15 minuti al giorno, tutti i giorni, per circa due settimane. Ricerche successive, in particolare alcune di queste fatte al Centro di Terapia Strategica di Arezzo, hanno evidenziato 4 effetti principali della scrittura:
1) Potersi liberare da ricordi, immagini, sensazioni spiacevoli trasferendoli sulla carta, spostando tutto da dentro a fuori;
2) Le emozioni diventavano sempre meno intense e potenti;
3) Un graduale distacco emotivo, accanto a nuove consapevolezze;
4) Ricollocare il passato (evento) nel passato, lì dove è accaduto (per non influenzare il presente e il futuro).
Tutto ciò aiuta a fare un lavoro intimo con se stessi, in cui ci si libera scrivendo tutto ciò che si vuole. Scrivendo, inoltre, si attivano alcune aree del cervello che permettono di razionalizzare i vissuti, di renderli più tollerabili e gestibili.
Studi successivi hanno indicato come la scrittura sia utile anche in disturbi depressivi, lutti da rielaborare, stati di angoscia, tristezza, canalizzare la rabbia e pensieri ossessivi.
3. La scrittura in Terapia
La Terapia Breve Strategica (il modello del Professor Giorgio Nardone), utilizza la scrittura in diversi modi e per diversi scopi/obiettivi, come compito tra una seduta e l’altra. È parte integrante del trattamento e della terapia, in alcuni casi. Viene utilizzata soprattutto in questi casi:
- Per rielaborare vissuti emotivi;
- Per la gestione dei pensieri;
- Per cambiare percezione e reazione rispetto a specifici problemi;
- Per trovare soluzioni e nuovi scenari.
Tutto viene portato avanti dalla supervisione e dal supporto del terapeuta, che saprà indicare quale forma di scrittura sia più adatta alla persona. Inoltre il terapeuta potrà valutare e approfondire gli effetti di tale esperienza.
Nel primo caso, quando si tratta di vissuti emotivi, la scrittura è utilizzata in vari modi e per diverse difficoltà/problemi.
a) La Rabbia: per gestire la rabbia, va canalizzata e lasciata defluire nel giusto modo. La scrittura può essere un’arma vincente, in quanto né la persona né chi la circonda subisce gli effetti potenti di questa emozione. Scrivere nero su bianco tutto ciò che ci fa arrabbiare, senza censure, è utile anche per ridimensionare ciò che sentiamo e pensiamo di qualcuno o di una situazione. A seguito quindi ci si sente liberi e diversi, senza il peso di vissuti potenti e spesso distruttivi.
b) L’Angoscia: l’angoscia è uno stato emotivo differente dall’ansia: c’è un peso che ci schiaccia e ci opprime, ci fa sentire impotenti, inermi e, talvolta, vinti. Porta grandi sofferenze, sfiducia nel futuro. In questo caso, una delle modalità, prevede di anticipare al mattino, con la scrittura, tutto ciò che ci pesa e che sappiamo ci peserà nella giornata. Descrivendo nel dettaglio le sensazioni e, se necessario, i pensieri correlati. Questo ci permette di affrontare questo macigno, renderlo più leggero e ristrutturare certe credenze/convinzioni.
c) Il Lutto: Per lutto si può intendere sia il processo che si attraversa dopo la morte di qualcuno, sia il processo a seguito di una perdita di tipo sentimentale (abbandono, crisi, rotture). Anche in questo caso è utile canalizzare le emozioni come la tristezza, il senso di colpa o la rabbia, prendendosi volontariamente degli spazi quotidiani per scrivere, per attraversare la sofferenza. Come diceva Robert Frost: “Se vuoi uscirne, devi passarci nel mezzo. Toccare il fondo per poi riemergere”. Concedersi di soffrire è l’unico modo per cessare di soffrire.
d) Il senso di colpa e il senso di ingiustizia: questi due stati emotivi sembrano simili, sono due facce della stessa medaglia: in un caso ci sentiamo colpevoli noi, per errori commessi o cose non fatte. Nell’altro, i colpevoli sono gli altri. In entrambi i casi è utile scrivere narrando le vicende, scrivendo dei fallimenti, errori, rimpianti, rimorsi nel primo caso. Nel secondo caso si descriveranno le ingiustizie subite. Ciò porterà a rendere flessibile il nostro punto di vista, rielaborando anche situazioni che da tempo ci bloccano.
e) Il trauma: nel caso del trauma, è utile che la persona descriva nei dettagli l’evento o gli eventi traumatici. Ciò porterà agli effetti individuati e descritti in precedenza.
4. La scrittura come opportunità di miglioramento
Per concludere, la scrittura può essere utile nella quotidianità per entrare a contatto con noi stessi, con il nostro mondo interiore. Può aiutarci ad affrontare momenti difficili, senza alcun effetto collaterale. Porta solo benefici e arricchimento, se senti che vorresti approfondire queste modalità per migliorare la tua vita, potrai utilizzare la scrittura in un percorso con me.
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