Articolo scritto dalla Dott.ssa Francesca Da Ronch
1. È opportuno dare delle spiegazioni sui fatti della vita sessuale ai bambini? A quale età cominciare a rispondere a queste domande? E in che modo?
Come poter rispondere a queste difficili domande? Quali risposte dare? Non esistono delle linee guida, dei manuali o delle regole di comportamento su cosa dire o non dire, su come dirlo o quando. La curiosità dei bambini prima o dopo li porta a porre domande sul sesso, su come funziona la sessualità e sul loro corpo. Ciò che un genitore può fare è cercare di non trovarsi spiazzato di fronte alle prime manifestazioni di interesse del piccolo o a tentativi maldestri e rudimentali di scoperta del proprio corpo.
Freud, nel 1907, ha fatto scalpore in tutta la comunità medico-scientifica, non di meno che nei circoli sociali e religiosi, scrivendo i “Tre Saggi sulla Teoria Sessuale”.
La sua posizione è molto chiara. Per Freud è importante poter trovare il modo per parlare di sesso e sessualità anche con i più piccoli.
I problemi potrebbero nascere, invece, proprio dal tentativo degli adulti di nascondere, sminuire, o negare la sessualità infantile.
Sicuramente il tentativo di occultare i temi attorno alla sessualità infantile, aspettando e sentendosi legittimati nel parlarne solo alla soglia dell’adolescenza, non può che portare a risvolti negativi e alla creazione di tabù, pregiudizi e censure, instillando una concezione negativa, vergognosa, bassa e disdicevole di tutto ciò che è collegato al sesso.
Questa posizione potrebbe creare pregiudizi nei bambini così come negli adulti stessi.
Il più grande tra questi, forse, è proprio l’idea che i bambini non nutrano interesse verso tali argomenti.
È molto diffusa tutt’oggi la falsa credenza che la pulsione sessuale si instauri durante la pubertà, con l’inizio della fase ormonale e lo sviluppo degli organi sessuali riproduttivi.
In realtà, fin dalla sua nascita, il neonato è immerso nella sessualità, viene a contatto con sensazioni sessuali già nei primi mesi, con l’allattamento e attraverso le altre prime esperienze di accudimento, essendo stimolato nelle zone specifiche degli organi sessuali.
Durante la crescita e il suo sviluppo, il bambino piano piano sarà in grado di collegare queste esperienze di piacere, stimolate dall’accudimento fisico, ad esperienze affettive connesse e concomitanti, arrivando così a distinguere sentimenti quali tenerezza, dedizione, gelosia.
Viste tali premesse, quindi, è indubbio pensare che il bambino sia un “essere amoroso completo” ben prima della pubertà, prima degli aspetti puramente riproduttivi e, di conseguenza, anche la sua curiosità sessuale si esprima molto più precocemente di quanto si vorrebbe pensare. Quindi Freud ci aiuta nell’orientarci sul come fare sostenendo che “con quel fare misterioso gli si impedisce soltanto di dominare intellettualmente attività per le quali è psichicamente preparato e somaticamente disposto” (p. 357, 1907).
2. La creazione delle teorie sessuali infantili
Possiamo provare a riassumere in due grandi problematiche, le aree che impegnano i bambini durante l’infanzia e sulla base delle quali si andranno a formare le teorie sessuali infantili.
- Il primo è il problema riguardo la differenza di sessi: ossia se anche la mamma e la sorellina, come il bimbo e il papà, hanno il “fa pipì”, termine freudiano; o l’interrogarsi disperato della bambina sul perché lei, a differenza del fratellino e del papà, ne sia stata privata.
- Il secondo problema riguarda la provenienza dei bambini ed emerge spesso in concomitanza con l’arrivo indesiderato di un nuovo fratellino. Proprio il desiderio di capire da dove sia arrivato questo piccolo invasore sarà cruciale per lo sviluppo successivo delle teorie sessuali,, in quanto le risposte date dai genitori chiariranno al bambino se poter avere un’accezione positiva della sessualità, o inibita, vergognosa e negativa.
Solitamente le risposte fornite non soddisfano appieno la curiosità del bambino, la cicogna o il cavolo sono storie che da subito sembrano poco convincerli e potrebbero portarli, per la prima volta, a mettere in dubbio la fiducia provata verso i genitori e a cominciare a tenere per sé i propri segreti e interessi più intimi, soprattutto se riguardanti il sesso.
Freud, già nel 1907, chiarisce: “io non credo che vi sia alcuna ragione per negare ai bambini quella spiegazione che la loro brama esige” (p. 359, 1907), altrimenti si arriverebbe ad inibire lo sviluppo delle capacità di pensiero autonomo dei bambini attraverso le non-verità raccontate nel campo sessuale, le quali si vanno a sommare agli aspetti intimidatori e socialmente inaccettabili imposti dai tabù e dai pregiudizi.
Di fronte alla non-risposte dei genitori, i bambini spinti dalla loro curiosità continuano a pensarci in autonomia, ad esplorare, ad informarsi e svolgere un vero e proprio lavoro di ricerca scientifica, fatto di prove ed errori, confronti, dibattiti accesi con altri bambini. Arrivano alle più svariate e fantasiose teorie che portano alla formazione e al consolidamento delle teorie sessuali, le quali possono permanere anche ben oltre l’infanzia. Teorie spesso errate, ingigantite, crudeli e cruente, non naturali e non spontanee, che nei casi più rari possono porsi da base per un rapporto non equilibrato e sano con la propria sessualità. Al giorno d’oggi i bambini hanno maggior libertà di accesso a contenuti online e ricercare in questo mondo virtuale e disumanizzato risposte ai loro quesiti potrebbe diventare una strada davvero pericolosa. È necessario fare in modo che non vedano questa come unica possibilità per soddisfare la loro curiosità.
3. Quale risposta allora ai grandi quesiti iniziali?
Focalizzarsi sull’importanza che i bambini non arrivino mai a formarsi l’idea che si voglia mantenere loro segrete le cose della vita sessuale, potrebbe essere il punto di partenza per costruire risposte in grado di aiutarli e sostenerli nel loro sviluppo e nella loro sessualità.
Per riuscire a trovare le parole, non essendoci in realtà parole giuste o sbagliate, per trovare il modo opportuno e spontaneo, per evitare di conferire alla sessualità infantile una chiave di lettura di vergogna o di senso di colpa, per sostenere e incentivare i bambini nella loro curiosità verso la vita, rivolgersi ad un professionista potrebbe aiutare.
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