La Spirale della Violenza: Perché Restiamo Intrappolate All’Interno di Relazioni Violente

La Spirale della Violenza

Articolo scritto da Dr.ssa Giorgia Bruschi

Contrariamente a quanto si pensa, la violenza contro le donne più diffusa è quella che avviene all’interno delle mura domestiche, in ambito familiare. La violenza domestica può essere agita in diverse forme: dagli insulti alle minacce, dalla gelosia morbosa al controllo  su ogni aspetto della vita della donna, dal danneggiamento di oggetti all’aggressione fisica vera e propria, fino all’imposizione di pratiche sessuali e lo stupro.

Qualunque sia la forma che essa assume, l’obiettivo resta sempre lo stesso: il dominio e il controllo sulla donna, concepita come una proprietà, un mero oggetto privo di qualunque capacità di autodeterminazione. 

Spesso, la donna vittima di violenza si trova a subire anche il giudizio delle persone a lei vicine, che le attribuiscono in parte la “colpa” di non riuscire a difendersi e ad allontanarsi dal proprio partner abusante ( “te lo sei scelto te, non lo sapevi che era violento“, “va beh ma fa così perchè è troppo geloso…“, “se ti fa del male perchè ci torni insieme? Allora è pure colpa tua!“) e proprio per questo molte donne decidono di tacere e di continuare a subire, in atroce , all’interno delle mura domestiche.

Questo articolo vuole descrivere la “Spirale della violenza“, un modello utile per spiegare le fasi che portano la donna a restare intrappolata all’interno di relazioni affettive abusanti.

1. Definizione del fenomeno: la violenza domestica

Secondo la Convenzione del consiglio d’ Europa sulla prevenzione e la lotta della violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, per violenza nei confronti delle donne si intende “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenza di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, compresa la minaccia di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata“. Sempre all’interno della convenzione, si designano come violenza domesticatutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.

2. La Spirale della violenza

Il meccanismo che meglio definisce le fasi di una condizione di violenza domestica subita da una donna viene chiamato “spirale della violenza” ad indicare un ciclo di dinamiche messe in atto in maniera sistematica e graduale da un uomo violento nei confronti della partner, allo scopo di sottometterla facendola sentire incapace, debole, impotente, totalmente dipendente da lui. 

Le fasi della spirale della violenza possono presentarsi in un crescendo e poi “mescolarsi”: tale oscillazione, che si perpetua nel tempo, può confondere la donna, la quale può sottovalutare il rischio perchè magari non si è ancora arrivati ad una vera e propria aggressione fisica, oppure essere portata a credere che la situazione sia “sotto controllo”, visto l’alternarsi di fasi di maggior tensione ad altre di “pace apparente”.

Ma vediamo nel dettaglio, quali sono le fasi che compongono la Spirale della violenza.

2.1 Intimidazione

Spesso la violenza non viene agita in maniera esplicita o diretta, piuttosto il ciclo tende ad iniziare con forme di violenza meno visibili e/o riconoscibili, come quella emotiva e psicologica. Le intimidazioni si traducono in coercizione, minacce più o meno esplicite, danneggiamento di oggetti e controllo di tipo economico (come ad esempio pretendere che la donna versi il suo stipendio nel conto del partner o che non possa disporre liberamente dei suoi soldi).

2.2. Isolamento

La donna viene progressivamente allontanata da tutti i suoi punti di riferimento – familiari, amici, colleghi di lavoro- limitandola nella sua indipendenza e facendo sì che l’uomo abusante diventi il centro della vita della donna.

2.3 Svalorizzazione

Insulti quotidiani, svalorizzazioni, critiche distruttive che l’abusante rivolge alla partner allo scopo di minare la sua autostima e che portano la donna ad assumere come vero il punto di vista del suo aggressore, non avendo più la possibilità di confrontarsi con pareri alternativi a quelli del suo aguzzino, visto il tentativo di isolamento già posto in essere.

2.4 Segregazione

Il tempo e lo spazio della donna viene gestito e stabilito dall’uomo, che ormai ha il pieno controllo sulla vita della donna, limitandone così la sua capacità di autodeterminazione.

2.5 Violenza fisica

A questo punto, il terreno è pronto per l’escalation vera e propria, che può tradursi in vere e proprie aggressioni fisiche,come spintoni, tirate di capelli, schiaffi, pugni, ferite con arma (e come purtroppo accade può arrivare sino all’uccisione) volte a ribadire il potere e il controllo dell’uomo sulla donna. 

2.6 Violenza sessuale

L’escalation può inoltre sfociare in violenza di tipo sessuale, nella quale la donna si trova costretta ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà o ad accettare pratiche sessuali indesiderate. Talvolta la donna si “concede” al suo aggressore, proprio per timore che un suo diniego possa esporla nuovamente ad una violenza fisica. Inoltre, spesso queste violenze non vengono riconosciute come tali dalle stesse vittime, per via della convinzione di dover assolvere a degli obblighi coniugali di natura sessuale. Occorre ribadire invece, come l’imposizione di un rapporto sessuale o di un’intimità non desiderata, anche da parte del proprio partner, sia un atto di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite psichiche oltre che fisiche. 

2.7 False riappacificazioni

L’uomo mette in atto la sua strategia per confondere la donna, per trattenerla all’interno di questa spirale, facendole credere di essere pentito per quanto accaduto, che gli episodi di violenza sono stati solo il frutto di “un raptus”, di una giornata stressante, o della gelosia e che non riaccadranno in futuro. In questa fase, definita anche “della luna di miele”, l’uomo cerca di riparare con momenti di dolcezza, affetto, lodi e regali facendo credere alla vittima di avere una ferma volontà di cambiare. In realtà, questa fase è strumentale al fine di ottenere maggiore controllo sulla donna, la quale cerca di convincersi nel proposito di cambiamento del partner per proteggeresi dal dolore che comporta la presa di coscienza della situazione che sta vivendo.

2.8 Ricatto sui figli

Quando sono presenti dei figli all’interno della coppia, spesso vengono usati in maniera strumentale per esercitare ulteriore controllo sulla donna, con minacce di poterla allontanare da loro qualora lei decidesse di lasciarlo. Questo talvolta è il motivo principale per cui le donne non denunciano il proprio abusante: spesso si trovano in una situazione di svantaggio economico, che le fa temere di non poter sostenere un processo, o temono, erroneamente, lo “spauracchio” dei servizi sociali, che potrebbero portare via i figli nel caso denunciassero la loro condizione di violenza.

3. Cosa puoi fare se ti trovi in una relazione violenta

Non sentirti sola, non pensare che “è colpa mia”, “non c’è via d’uscita” oppure “forse me lo merito”; nessuna donna ha il dovere di subire e tollerare alcun tipo di umiliazione, vessazione o violenza

Chiedi aiuto: il 1522 è il numero verde per il sostegno alle vittime di violenza e stalking ed è disponibile 24 su 24; lì potrai trovare tutte le informazioni di cui hai bisogno e potrai essere indirizzata ai centri anti violenza disponibili sul territorio che si occupano di supporto e sostegno alle donne e alle case rifugio, dove poter ricevere accoglienza per te e i tuoi figli. 

Ricorda inoltre, che per le donne vittime di violenza è sempre garantito il gratuito patrocinio, quindi non dovrai sostenere né le tasse, né la parcella dell’avvocato che ti difenderà nel corso del procedimento penale e/o civile contro il tuo aggressore.

Stai attraversando un momento difficile? Prenota una sessione gratuita e inizia ora a risolvere i tuoi problemi, attraverso l’aiuto della Dr.ssa Giorgia Bruschi.

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