La vita è Nell’Attimo: Vivere Nel Momento Presente

La vita è nell'attimo vivere nel momento presente

Articolo scritto dalla Dr.ssa Rossella Cirrone

1. La frenesia della quotidianità

L’incubo della pandemia piano piano si allontana e ci ritroviamo a vivere il trambusto della vita quotidiana con l’agenda che torna piena di incombenze e di frenetici spostamenti a cui non eravamo più abituati. La mente stenta a stare concentrata su cosa stiamo facendo e vola al prossimo evento in programma, alle cose che vorremmo fare e abbiamo trascurato, o ai momenti di incertezza e paura vissuti rinchiusi nelle nostre case. La nostra mente inizia così a pensare “Sarò in grado di gestire tutto questo”, “Sarò in grado di esporre alla prossima riunione?” e a prefigurare un eventuale insuccesso. Oppure ancora “Potrò godermi le giornate solo quando inizieranno le vacanze”. Questo succede perché la nostra mente è come una macchina che l’evoluzione ha perfezionato per risolvere i problemi e che ci riporta al passato per capire cos’è andato storto e al futuro per pianificare una strategia che ci consenta di agire al meglio. Ne segue la difficoltà e prestare attenzione all’istante che stiamo vivendo senza giudicarlo perché esistono momenti migliori. 

2. La vita è nell’attimo

Viste da questa prospettiva la nostra vita sembra condannata all’attesa di momenti migliori. Cosa possiamo fare dunque per godere di quello che abbiamo adesso? 

A questo proposito i monaci Shaolin si tramandano da secoli la storia del Saggio e la tigre. In questa storia si narra di un saggio che nota all’improvviso alle sue spalle una tigre minacciosa che si dirige verso di lui. A quel punto il saggio inizia a correre sino ad arrivare sull’orlo di uno strapiombo. In questa situazione che lo vede tra lo strapiombo e la tigre che si avvicina, si siede e inizia a calarsi agganciato ad una radice. Non ha nessuna via d’uscita: da una parte il vuoto e dall’altra la tigre affamata. In quel momento nota una davanti a sé una fragolina selvatica. A quel punto la coglie, la mette in bocca ed esclama: “Che delizia questa fragolina!”. Com’è stato leggere di questa situazione paradossale? Magari ti sarai trovato a pensare: “Ma che sciocchezza! In queste situazioni nessuno avrebbe pensato alla fragolina!”. Tutto questo è assolutamente possibile ma se riportiamo questa situazione paradossale alla vita di tutti i giorni in cui spesso ci troviamo incastrati tra una situazione difficile appena vissuta e qualcosa che percepiamo con molta incertezza nel futuro, allora possiamo fermarci a pensare: “Perché no?”. Dunque perché, in una situazione in cui entrambe le alternative sono struggevoli, non godere di ciò che l’attimo ci propone, gustandone a pieno la gradevolezza?

Mi capita spesso di pensare come l’ancora più forte al momento presente siano i bambini perché se per caso vieni portato via dal macchinoso ruminare dei pensieri loro subito lo scoprono e con le loro manine prendono il tuo viso e ti riportano dolcemente lì, con loro. Ed è questo quello che dovremmo imparare realmente a fare: riportare la nostra mente al qui ed ora utilizzando i nostri sensi come ancora con consapevolezza.

3. Cosa fare per aumentare la consapevolezza del momento presente?

È sicuramente possibile allenare questa abilità nelle attività quotidiane routinarie come bere, mangiare, dormire e camminare. Si dice come l’esempio più grande di vita secondo la consapevolezza dell’attimo siano gli uccelli perché quando cantano cantano non danno da mangiare ai loro pulcini, non dormono. Cantano perché arriva la nuova stagione, cantano perché sono vivi. 

Anche noi possiamo imparare a vivere il momento senza giudicarlo. Una pratica classica è quella del mangiare in maniera consapevole un chicco di uvetta o una caramella. Questa è una pratica introdotta da Jon Kabat-Zinn e conosciuta come Esercizio dell’uvetta. Questa pratica consente di fare attenzione, in maniera curiosa a tutte le caratteristiche che presenta il chicco di uvetta prima di mangiarlo a partire da forma, colore, consistenza, odore e poi successivamente mangiarlo lentamente con consapevolezza facendo caso alla sensazione del sapore e delle sensazioni in bocca oltre alla percezione avvertita nel masticare e nell’inghiottire, notando e accogliendo i pensieri che arrivano per poi tornare alla percezione dei sensi. La stessa cosa può essere fatta con il caffè e latte al mattino, quando ci laviamo i denti, quando ci passiamo le crema corpo. 

4. Definire il momento

Ma come possiamo definire il momento? Sicuramente possiamo iniziare con il definire un segmento temporale come quello di un secondo. A questo punto possiamo definire un punto di riferimento per notare cosa ci accade momento per momento. Il punto di riferimento più utilizzato è il respiro e numerose sono le pratiche di consapevolezza sul respiro che è possibile ritrovare in una moltitudine di versioni. Fermiamoci allora brevemente per portare la nostra attenzione sul respiro. All’inizio non è semplice e per questo possiamo aiutarci con una mano sulla pancia. Respiriamo dunque in maniera consapevole sentendo l’aria che entra dalle nostre narici e riempie i nostri polmoni, notando come il petto si inondi di ossigeno e l’addome si gonfi. Tratteniamo il respiro per un istante per poi espirare dolcemente. Avete sentito la vostra mano che si alzava e abbassava? Avete sentito il ritmo della vostra vita? E i momenti arrivare e andare via?

La cosa spettacolare di queste pratiche è che le materie prime per effettuarle sono sempre disponibili: siamo noi e il nostro respiro. Sarà quindi sempre possibile prendersi un attimo e sperimentare con consapevolezza il ritmo della nostra vita e poterne godere “qui ed ora”.

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