Articolo scritto dalla Dr.ssa Chiara Faustino
Sempre più spesso le persone riferiscono di vivere esperienze sentimentali che sembrano avere le stesse caratteristiche e che si ripetono nel tempo, in un circolo vizioso che si tramanda all’infinito: stesse sensazioni, stessi fallimenti, stessa tipologia di persona o stessa modalità relazionale.
Questi vissuti fanno sentire le persone impotenti e bloccate, come se il proprio ruolo fosse sempre lo stesso e come se il “destino” della nuova relazione fosse già scritto dalle precedenti. Ciò non fa altro che generare altri insuccessi e sofferenze, apparentemente senza una via di uscita. Ecco che si può instaurare un copione relazionale fallimentare, ossia un modo di vivere, sentire, rapportarsi e costruire una relazione in maniera rigida e sempre con le stesse dinamiche, senza adattarsi flessibilmente alle circostanze del momento.
1. Che cosa sono i copioni relazionali
Ma cosa significa copione relazionale? Il termine prende origine dal modello teorico di Terapia Breve Strategica (si fa riferimento al Centro di Terapia Strategica diretto dal Professor Giorgio Nardone), in particolare viene descritto nel libro “Gli errori delle donne (in amore)” del Professor Giorgio Nardone. Il copione è definito come un modello spontaneo e che si attiva in automatico, frutto di esperienze passate e che ci hanno portato a risolvere con successo situazioni problematiche. Un copione relazionale non è infatti di per sé negativo, diventa dannoso nel momento in cui non si adatta ai cambiamenti interni ed esterni alla persona. Come se volessimo infilare per forza una chiave in una serratura che ci sembra simile alla vecchia, ma che non potrà mai entrare perché diversa, anche se di poco. Il copione diventa così rigido e non cambia mai, portando a sofferenze continue.
Se, ad esempio, abbiamo vissuto esperienze emotivamente dolorose o che ci hanno fatti sentire in pericolo in passato, tenderemo a volerle evitare o a mettere in atto meccanismi che hanno funzionato in una situazione simile. La nostra mente non si accorge di questo “blocco”, perciò continua a insistere nel tentativo di voler migliorare ancora di più la strategia, finendo in realtà per peggiorare tutto.
2. Alcuni copioni e le soluzioni
Grazie alla terapia è possibile rompere questo circolo vizioso e, per sbloccare i copioni irrigiditi, occorre conoscerli e riconoscerli. Esistono molteplici categorie di copioni, tuttavia è utile descrivere quelli maggiormente frequenti attualmente nel nostro contesto sociale. Anche se i copioni sono descritti al femminile, molti di questi possono essere trasposti anche alla parte maschile della coppia. E’ utile ricordare che i copioni, se si adattano alle circostanze, non sono negativi. Per ogni copione sarà proposta anche la relativa soluzione, lo sblocco necessario per rompere il circolo vizioso.
2.1 La Fata
Generalmente chi appartiene a questo copione cerca in tutti i modi di evitare conflitti, mostrandosi disponibile, accondiscendente, calmo e gentile. I propri bisogni e punti di vista vengono raramente espressi, temendo di farsi vedere vulnerabili dai propri partner o per senso di colpa. Il “sì” è la parola d’ordine, accompagnato da continui tentativi di far andare tutto bene, con l’idea che la relazione debba sempre essere “perfetta” e felice. Purtroppo spesso la realtà funziona in maniera paradossale e più cerchiamo di rendere tutto perfetto e meno ci riusciamo, con risultati disastrosi. In questi casi può avvenire una rottura traumatica del rapporto, per eccesso di “cose” non dette o non fatte, dalla totale assenza di conflitti alla rottura definitiva e portando a sensi di colpa più forti di prima. Nella peggiore delle ipotesi, invece, la fata incontra un partner complementare, all’opposto, che sarà aggressivo, poco disponibile, impulsivo.
Per “sbloccare” i copioni, non bisogna stravolgerli: la soluzione è flessibilizzare le dinamiche, senza cadere in modalità opposte. Nel caso della fata, sarà utile far sentire in terapia quanto sia pericoloso mantenere questo ruolo: gradualmente, si porterà la persona a prendere una posizione nella coppia, ad esempio con dei piccoli “no” quotidiani. Con la supervisione del terapeuta la persona si sentirà “sicura” anche nello sbagliare, nell’esprimere sentimenti ed emozioni negative (prima intollerabili). Naturalmente ogni soluzione viene calzata e personalizzata, con attenta professionalità e precisione del terapeuta.
2.2 L’Amazzone
La tradizione greca descrive le amazzoni come guerriere, pronte a schierarsi nelle guerre accanto a famosi condottieri come Alessandro Magno. L’amazzone moderna è una donna in carriera, ambiziosa e con una forte propensione al controllo nella coppia. Prende spesso la posizione di leader, ma allo stesso tempo cerca un partner che le sappia tener testa. Questa contraddizione la porta ad avere relazioni insoddisfacenti, mettendo alla prova i partner e la relazione. Le aspettative vengono deluse, in quanto il bisogno della persona è sia di sentirsi “potente” che “vinta” dal partner e le due cose spesso non coincidono.
Con questo copione si lavora maggiormente sulle aspettative della persona: occorre far sentire che la “forza” e il “potere” risiedono anche nel lasciarsi andare in una relazione sentimentale, che il loro ruolo sarà ancora più solido se introdurranno momenti di vulnerabilità e dolcezza. Questo farà sentire la persona soddisfatta e stabile, trovando nel partner complicità.
2.3 Penelope
Il nome richiama il personaggio femminile dell’Odissea, Penelope, fedele moglie di Ulisse. Tutti conosciamo il ruolo positivo di donna fedele che aspetta coraggiosamente il ritorno del proprio amato. Purtroppo però la Penelope di oggi aspetta continuamente e chiunque, non solo quando ne vale la pena (spesso non incontra il moderno Ulisse). Può dunque succedere che non arrivi mai il momento di ricongiungimento definitivo: la persona aspetta, ad esempio, che il partner cambi comportamento oppure che lasci l’attuale compagna/moglie. La speranza diventa illusione, in quanto per mesi o per anni la nostra Penelope rimane ferma ad aspettare, mentre il partner è sempre più lontano da lei (emotivamente). Di frequente si ritrova a ricoprire il ruolo di eterna amante, patendo sofferenze continue.
L’obiettivo qui è di creare piccoli dubbi sull’illusione che blocca la persona, che è certa che prima o poi le cose cambieranno in positivo. Ciò richiede molta delicatezza, senza mai mettere pressioni, ma cercando di introdurre piccoli cambiamenti nelle sensazioni e nei comportamenti. Gradualmente, sentirà sempre più come dannosa l’attesa, cambiando modalità con l’altra persona o chiudendo la relazione.
3. L’amore felice
E’ possibile dunque vivere un amore equilibrato e sereno, anche per chi si sia trascinato dietro sofferenze e ferite. Il segreto è adattarsi continuamente, rispettando se stessi e l’altro. Tutto parte dal cambiamento, anche dal più piccolo: il ruolo dello psicologo facilita e incoraggia cambiamenti nelle sensazioni, nei pensieri e nei comportamenti, ecco perché è importante sapere che c’è una via di uscita. Realtà che sembrano impossibili diventano così possibili.
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