L’Importanza Della Figura Paterna

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Valeria Cigliola 

È abbastanza comune che, quando si crea una famiglia, le figure a cui si dà maggiore attenzione sono il bambino e la sua mamma; il papà viene spesso identificato quasi come una figura esterna al nucleo familiare. I padri vengono molte volte esclusi dalle loro compagne dal rapporto con il figlio; in alcuni casi volutamente, in altri no, vista la naturale simbiosi che le lega ai loro piccoli. Ciò è legato a una visione ancora oggi tradizionalista dei ruoli che hanno i singoli membri della famiglia: nell’immaginario comune, infatti, gli uomini sono responsabili di procurare ricchezza alla famiglia, le donne invece, sono coloro che devono accudire i figli; senza tenere conto del fatto che anche il padre ha la sua notevole importanza nell’unione con il bambino. 

1. La concezione moderna della figura paterna

Nell’epoca moderna, che ha visto sempre più il farsi strada del ruolo della donna nella società e la sua affermazione nel mondo del lavoro, trova il declino della concezione patriarcale dell’impostazione della famiglia. Spesso ci si chiede che ruolo abbia il padre nello sviluppo psicologico del bambino, ma la risposta è ancora legata a un’immagine dell’impostazione antica della società, o addirittura lo si vede come inesistente. Il motivo principale di questo fenomeno, come evidenziato nello scritto di  Badinter-Elisabeth-De l’identitè masculine, si è diffusa la visione delle figure genitoriali come distinte e complementari: la madre, simbolo d’amore, accudisce il figlio, il padre invece gli insegna a essere forte. Questo ha creato un prototipo della figura maschile dal quale bisogna distanziarsi, poiché il padre ha ben altro ruolo nella crescita del proprio bambino.

2. Ruolo del padre nel legame di attaccamento

Lo psichiatra inglese John Bowlby e gli studi sull’attaccamento umano  formulò l’ipotesi che i bambini vengano al mondo con l’istinto di cercare dei legami con delle persone che si prendano cura di loro, garantendone così la sopravvivenza, in particolar modo con la figura materna: riteneva infatti che, se questa non avesse accudito il bambino nei primi due anni della sua vita, ci sarebbero state delle conseguenze irreversibili sulla psiche del piccolo. Recenti studi svolti da Audry-Ann Deneault e collaboratori hanno esaminato le associazioni tra l’attaccamento padre-figlio nella prima infanzia e i problemi comportamentali e psicologici dei bambini. Sulla base di 15 campioni, l’associazione tra insicurezza di attaccamento bambino-padre e comportamenti problematici era di entità moderata. Sulla base di 12 campioni, anche l’associazione tra insicurezza di attaccamento bambino-padre e disagio psichico era significativa. Se confrontata con le dimensioni degli effetti degli studi precedenti sull’attaccamento madre-bambino e sui problemi comportamentali, la qualità della relazione di attaccamento con i padri produce una simile entità di malessere comportamentale e psichico dei bambini. I risultati supportano la necessità di considerare il ruolo della rete di attaccamento, che include in particolare le relazioni di attaccamento sia con i padri che con le madri, per capire come le relazioni di attaccamento contribuiscono allo sviluppo del bambino.

3. Verso una maggiore valorizzazione del padre nella famiglia

È essenziale concordare una presenza costante del padre in famiglia, importantissimo per lo sviluppo del bambino e soprattutto per la formazione della sua personalità. Il primo ruolo fondamentale del padre è quello di scindere l’unione simbiotica madre-figlio e permettere a quest’ultimo di aprirsi al mondo. Le madri dovrebbero lasciare più spazio ai padri per l’esercizio del loro ruolo e far sì che diventino una spalla su cui poggiarsi per la crescita dei figli, invece di estrometterli o non valorizzarli.

Secondo Maurizio Andolfi nel suo scritto il padre ritrovato, al padre spetta più che altro un ruolo ludico-ricreativo, quello nutritivo e di accudimento risulta ancora molto legato alla madre, per cui, il padre, in questo, deve crearsi un modo suo, che non sia in competizione con quello della madre. Certo è che, nelle famiglie moderne, in cui i coniugi lavorano, non ci si può aspettare che ci siano più le divisioni dei ruoli tradizionali, ma che questi vadano “reinventati”; sempre con il dialogo ed il reciproco coinvolgimento delle figure genitoriali. 

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