L’importanza delle Pause: Come Imparare a Prendersi Momenti per Sé

L'importanza delle pause Imparare a prendersi momenti per sè

Articolo scritto dalla Dr.ssa Melania Vinciarelli

Viviamo in un mondo ormai ipertecnologico, dove sembra che la parola d’ordine sia andare di fretta. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci troviamo a vivere sotto una elevata pressione. Si tratta in effetti di uno stile di vita: si mangia di fretta, si dorme poco, si corre da un posto all’altro pur di rispettare i mille impegni presenti, il telefono squilla continuamente, chiamate, messaggi, i ritmi sono sempre più serrati… siamo talmente presi da mille impegni, da mille richieste da faticare talvolta a trovare un momento ed uno spazio per noi. 

Talvolta ci sentiamo quasi come se, per non essere emarginati, dobbiamo essere per forza all’avanguardia e competitivi, con la conseguente paura, se non terrore di perdere tempo. Se la paura di perdere tempo diventa così forte da pervadere ogni momento della vita quotidiana, compreso il relax, o il tempo libero, come possiamo pensare di riuscire a godersi l’attesa o anche semplicemente il rallentare il ritmo?

Talvolta siamo così presi dalla smania di “fare” da mettere in agenda anche il nostro tempo libero e perfino la vacanza diventa un calendario intenso, con il dovere inconsapevole di divertirsi o di conoscere, e vedere, il più possibile. 

1. La stanchezza mentale

Definita come “mental burnout” o “mental fog” è quella sensazione di fatica combinata con un peggioramento delle performance a causa di un eccessivo tempo speso in sforzi di natura cognitiva. Quando si è sopraffatti da un insieme di compiti cognitivi da svolgere, spesso in un tempo limitato, allora la stanchezza mentale inizia ad esplicare i suoi effetti.

Sin dalla fine dell’800, molti ricercatori hanno analizzato gli effetti di un prolungato lavoro cognitivo che coinvolge memoria, giudizio, capacità di ragionamento e altre abilità mentali. Molti studi dimostrano come la stanchezza mentale comporti un calo della memoria di lavoro (quella parte della memoria che si occupa della gestione ed organizzazione delle informazioni) e un peggioramento generalizzato delle abilità mentali dell’individuo. La vita frenetica è un fattore di stress per la mente così come l’eccesso di stimoli e il cosiddetto “multitasking”.

La necessità di essere sempre connessi con il mondo e sempre reattivi, disponibili a rispondere a tutti in qualsiasi momento, svolgendo magari più compiti anche allo stesso tempo… 

Dobbiamo fare attenzione ad alcuni segnali che il nostro corpo ci dà.

2. Quali sono i sintomi della stanchezza mentale?

  1. Insonnia e modifiche del sonno:  a tutti è capitato almeno una volta, di essere talmente stanchi da non riuscire a dormire. Le modifiche del nostro sonno quotidiano sono importanti e dobbiamo porre attenzione a queste, che sia dormire poco o troppo rispetto al nostro solito, visto soprattutto l’impatto che il sonno ha per il nostro equilibrio psicofisico. 
  2. Problemi di memoria: è interessante fare a tal proposito un parallelo con il computer: immaginiamo il cervello come un browser: tante più schede o sessioni di navigazione apri, tanto più evidente sarà il rallentamento per questo…fatichiamo infatti a processare e a trattenere le informazioni quando siamo sovraccarichi.
  3. Difficoltà di concentrazione: Possiamo sperimentare allo stesso modo una difficoltà più o meno forte, più o meno variabile a mantenere costante il nostro livello di attenzione.
  4. Ansia:  Quando poi sentiamo che la situazione ci sta sfuggendo di mano, ecco che l’ansia e l’agitazione iniziano a salire, portandoci, talvolta, a repentini cambi d’umore e rendendo la situazione irrisolvibile ai nostri occhi.
  5. Disturbi psicosomatici: La stanchezza mentale può causare inoltre i problemi fisici dei più disparati: mal di testa, dolori gastrici, nausea, diarrea sono i più comuni ma nei casi più gravi viene riscontrato anche un aumento della pressione sanguigna, respiro affannoso e stato confusionale in genere.

A lungo andare, però, questo comporta inevitabilmente degli effetti controproducenti sulla nostra salute, mal di testa, mal di stomaco, abbassamento del sistema immunitario, sono solo alcuni dei segnali che ci invia il nostro corpo mentre ci sta gridando: fermati! Risulta infatti fondamentale sapersi fermare un attimo e imparare a rilassarsi, a prendersi un po’ di tempo per se stessi. Come è facile immaginarsi, più lo stress aumenta e più è importante riuscire a staccare e a rilassarsi. Infatti, proprio durante i momenti difficili, il rilassamento ci aiuta a ritrovare la tranquillità interiore. 

3. Le tecniche di rilassamento: il training autogeno e la Mindfulness

Ci si può rilassare in tanti modi: facendo una camminata o un bagno caldo, ascoltando musica, oppure, praticando il proprio hobby. Utilizzate inoltre speciali tecniche di rilassamento che donano un senso di rilassamento duraturo come meditazione, yoga, training autogeno o rilassamento muscolare progressivo

Training Autogeno significa “allenamento” che si “genera” (dal greco, genos) “da sé” (greco: autos). Consiste nell’apprendimento e nell’allenamento costante di una serie di esercizi di rilassamento di tipo autoindotto. Metodo sperimentato dal medico J.H. Schultz nel 1932, è una tecnica di rilassamento che permette di allentare le tensioni psichiche e fisiche quotidiane e recuperare l’energia vitale. Si tratta di un metodo di auto-distensione che permette, attraverso il completo controllo del proprio corpo, di raggiungere un elevato livello di rilassamento psichico e di realizzare spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell’attività respiratoria, cardiaca e degli organi interni. Il cardine su cui ruota il training autogeno è la calma, stato che si raggiunge progressivamente in sei esercizi che agiscono appunto sui muscoli, vasi sanguigni, cuore, respirazione, organi addominali e testa. La pratica favorisce il recupero delle energie permettendo una migliore gestione delle proprie risorse, incrementa la concentrazione e risulta molto utile nel trattamento di ansia, insonnia, mal di testa, asma, ipertensione, attacchi di panico e disturbi psicosomatici in generale.

Una tecnica ulteriore che ci aiuta a vivere nel momento presente evitando di essere trasportati nel proprio passato o nel proprio futuro è la pratica Mindfulness, che consiste nel dirigere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, ascoltando più accuratamente la propria esperienza, e osservandola per quello che è, senza valutarla o criticarla. Essere mindful implica essere consapevoli dell’attività della propria mente risvegliandosi da quanto viene vissuto in modo automatico e riappropriandosi delle proprie esperienze quotidiane. La pratica Mindfulness promuove un effetto energizzante aumentando considerevolmente la sensazione di vivere con pienezza il presente e ciò contribuisce spesso a produrre degli effetti rilassanti. 

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