Articolo scritto dalla Dr.ssa Silvia Montinaro
“La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata. Se saprai ricordarmi, sarò sempre con te.” Isabel Allende
Si parla di lutto facendo riferimento alla perdita di una parte affettiva cara: può essere la morte di una persona, ma anche la fine di una relazione o la perdita di alcune autonomie. Di fronte alla perdita chiunque reagisce con sentimenti di dolore, pertanto si tratta di sintomi naturali e non patologici.
Solo quando le reazioni negative si protraggono nel tempo per oltre un anno, senza possibilità di reinvestimento adeguato nella quotidianità, si può parlare di lutto complicato.
Vediamo ora quali sono le comuni reazioni al lutto.
- Risposte fisiologiche somatiche quali cambiamento nell’appetito, nel sonno e nel livello di energia fisica.
- Risposte comportamentali di ritiro sociale, astenia, pianto, possibile irritabilità oppure iperattività.
- Risposte cognitive con immagini e flashback dei ricordi, confusione, distraibilità, difficoltà di memoria, preoccupazioni costanti.
- Risposte emotive di rabbia, impotenza, ansia, sconforto, disperazione, paura, malinconia, senso di colpa.
1. Le fasi delle reazioni al lutto secondo Bowlby e la Kubler-Ross
1.1 Fase della protesta
In questi momenti la perdita sembra irreale e cerchiamo di negarla, perché il dolore è intenso e al presente sembra di non poterlo affrontare; inoltre si innesca il sistema di attaccamento con la paura della separazione e il bisogno di riattaccarsi con la vicinanza all’oggetto amato, con possibile reazione di rabbia per il distacco subito.
1.2 Fase della disperazione e/o rabbia
La perdita diventa consapevole come la sua irreversibilità, con conseguenti vissuti di tristezza estrema e/o di rabbia per la separazione subita impotentemente e la ricerca illusoria di poterlo ritrovare ancora.
1.3 Fase del distacco con possibile iniziale patteggiamento
Al grande dolore segue un momento di tregua, come una sorta di anestesia per recuperare le energie spese, lasciar scorrere le emozioni dolorose e iniziare a ricollegarsi con la quotidianità.
1.4 Fase della depressione
Qui la nostalgia diviene necessaria per lasciare andare gli investimenti sulla persona persa e poter così prepararsi alla fase successiva di reinvestimento.
2. Quali fattori influenzano i sintomi nel tempo?
Le reazioni al lutto sono determinate dai seguenti fattori:
- caratteristiche di personalità;
- modalità in cui il contesto familiare reagisce al lutto e lo condivide, piuttosto che attivare isolamenti difensivi reciproci;
- natura della morte (improvvisa o attesa, violenta o accompagnata);
- aspetti socio-culturali di accettazione della morte in base all’età del defunto e credenze sulla salute;
- disponibilità di una rete sociale di riferimento e supporto.
3. Emozioni dolorose nemiche o amiche?
Come già accennato, è naturale reagire con dolore ad un’esperienza di perdita, pertanto è importante validare e accogliere le emozioni correlate, che manifestano il nostro cordoglio verso la persona amata: sopprimere e resistere a tali vissuti creerebbe solamente un’ulteriore angoscia, un compito di adattamento aggiuntivo a quello che si sta già affrontando, sovraccaricando il nostro sistema neurovegetativo, già sotto stress per la perdita.
4. Riti e rituali: tradizioni o esigenze emotive?
Potremmo considerare i riti legati alla morte (es. funerale) come delle semplici tradizioni che si tramandano. Questi gesti e comportamenti hanno invece la funzione specifica di consentirci il passaggio dal legame passato al presente e futuro, con l’assenza della persona cara: ci consentono di realizzare la sua non più esistenza fisica e di poter commemorare e comunicare i nostri sentimenti e apprezzamenti nei suoi confronti, anche davanti ad altre persone, in modo catartico. I rituali sono, inoltre, delle ottime opportunità di condivisione delle emozioni dolorose del lutto, permettendo di sostenersi a vicenda per affrontare la sofferenza della perdita.
5. I compiti del lutto: come affrontarlo
Il paradosso del lutto è che comporta sia la necessità di accettare il distacco sia il restare uniti alla persona morta nel legame interiorizzato, portandola dentro di sé nel proprio futuro.
Possiamo fare riferimento al modello di Worden (1994) per approfondire come iniziare ad affrontare i sintomi associati ad una perdita:
- Accettare: riconoscere gradualmente l’irreversibilità della condizione di perdita per poter prendere contatto con la propria nuova identità, in parte connessa alla persona perduta, in parte rivolta verso il futuro come nuova prospettiva individuale;
- Esprimere: accogliere e manifestare, potendole integrare, le emozioni positive e negative di dolore che si alternano, connettendosi ai vissuti emergenti e condividendoli con una rete sociale di supporto (amici, familiari, persone vicine che hanno vissuto e superato la stessa esperienza);
- Adattamento: prepararsi al cambiamento di dover affrontare il futuro senza la persona deceduta, trasformando le condizioni necessarie per mantenere il benessere personale; ricostruire la rappresentazione mentale della persona ora defunta; ripristinare una narrazione coerente del proprio rapporto con l’assente, recuperando i ricordi ad esso connessi;
- Reinvestimento: investire l’energia interiore in nuove progettualità e prospettive future, creando un ponte possibile nel presente tra passato e futuro, trasformando gli obiettivi di vita in funzione della mancanza e reinvestendo su nuovi progetti.
Elaborare il lutto è trovare un modo proprio per continuare il rapporto con la persona amata in modo diverso, mantenendo la sicurezza del legame di attaccamento.
Il film Caos calmo (2008) di Antonello Grimaldi, con Nanni Moretti come protagonista, riesce a rendere bene il processo del lutto di una persona cara, con il viaggio nel tempo tra tormenti emotivi, disperazione e desiderio di riunione verso la graduale riprogettazione del futuro nell’uomo e sua figlia che hanno perso la moglie e madre.
Vediamo ora alcune strategie creative che, oltre ad un percorso di supporto psicologico, possono favorire l’elaborazione del dolore del lutto.
5.1 La rivisitazione dei ricordi tramite album fotografici
Le fotografie sono immagini del nostro passato che scattiamo proprio perché vogliamo imprimere nella nostra memoria il ricordo di quell’istante, che riteniamo prezioso. Ritrovare le foto dei momenti trascorsi con la persona perduta, potrebbe aiutarci a riconnetterci con i ricordi di quei periodi vissuti insieme, associando le emozioni attuali a quelle passate di allora ed integrando gli aspetti affettivi del passato e del presente verso il mantenimento del suo ricordo nel nostro futuro. Scegliere con cura alcune fotografie per costruire un album dedicato ai ricordi preziosi è un modo per riscoprire noi stessi in relazione con quella persona, riconoscere la persona deceduta nei suoi vari momenti di identità e dare valore al suo esistere, affinché possa emergere un significato che si propaghi come messaggio di connessione affettiva per il nostro futuro.
5.2 L’approfondimento del legame attraverso la corrispondenza epistolare
“Dai parola al dolore. La pena che non parla mormora in fondo al cuore e lo invita a frantumarsi.” William Shakespeare
La scrittura racchiude in sé una forte potenza curativa e, anche nel lutto, può essere uno strumento valido per riesplorare ed approfondire il legame con la persona morta e rinsaldarlo di significati. Scrivere lettere al defunto, trasmettendo i nostri sentimenti, guidati dalle immagini e simboli che ci sovvengono alla mente, consente di aprire il proprio sistema emotivo all’altro e a noi stessi: la narrazione scritta chiarisce il nostro sentire e consente di dare ordine e significato, riconciliando le emozioni contrastanti. Le lettere sono, inoltre, l’occasione per riscrivere un diario dei ricordi con la persona amata e poterli rivedere con altri occhi, lasciando trapelare gli aspetti importanti e positivi che ci ha lasciato in eredità affettiva e poter ringraziare per quanto ricevuto.
Se stai metabolizzando un lutto e non riesci a sostenere tutto questo dolore, rivolgersi a un professionista è importante per affrontarlo nel modo migliore.