Mancanza di obiettivi: come stabilirli secondo la psicologia

Mancanza di obiettivi. Come stabilirli secondo la psicologia

Articolo scritto dal Dr. Luca Belotti

La mancanza di obiettivi è una delle principali fonti di stress e insoddisfazione nella vita di un individuo, in quanto comporta un senso di disorientamento, vuoto, mancanza di motivazione. Le persone che sentono di non avere dei traguardi da raggiungere, infatti, riferiscono un progressivo diminuire dell’interesse anche per le cose che un tempo davano loro un senso di “pienezza”, come le relazioni sociali, i rapporti intimi e famigliari, il lavoro e gli hobby. In senso più ampio, questa situazione può anche comportare la sensazione di “perdere tempo”, di non stare vivendo appieno la propria vita, di sprecarla.

In questo articolo, cercherò di entrare nello specifico di questa problematica, fornendoti anche delle possibili strategie per farvi fronte.

1. Obiettivi a breve-medio termine: il metodo S.M.A.R.T.

Una prima utile distinzione riguarda la tipologia di obiettivi che si percepisce come mancanti. In questa sezione, mi occuperò degli obiettivi a breve e medio termine, ovvero quegli obiettivi che riguardano contesti specifici come, ad esempio, il lavoro, il percorso formativo, la socialità, le relazioni intime. Esempi di questa categoria possono essere il raggiungimento di una promozione lavorativa, il miglioramento del proprio apprendimento scolastico o universitario, l’aumento di relazioni sociali o di occasioni di socialità. Si tratta di obiettivi definiti e che nascono da specifici bisogni o mancanze.

Un primo passo, quindi, è quello di chiedersi che cosa si sente come un bisogno insoddisfatto, cosa sentiamo come mancante e come fonte di sofferenza. È importante cercare di andare oltre la possibile sensazione di non potercela fare “a priori”, che spesso ostacola questa fase portandoci lentamente a smettere di chiederci cosa ci manca e come potremmo migliorare la nostra situazione.

In un secondo momento, è utile vagliare possibili alternative, scegliendo quella che appare più realistica e, al tempo stesso, più in linea con la propria personalità. Nel fare ciò, può essere utile il metodo S.M.A.R.T, secondo il quale un obiettivo, per essere raggiungibile, deve:

  1. Essere Specifico, ovvero ben definito, così da permettere la pianificazione delle azioni o comportamenti che possono aiutare nel suo raggiungimento. Un obiettivo troppo generico come “Voglio avere successo” non è abbastanza specifico, e rischia di non dare una vera e propria direzione da seguire mentre, invece, “voglio ottenere una promozione” può essere più utile nel definire i passi da intraprendere;
  2. Essere Misurabile, il che implica che i passaggi per arrivare al traguardo prefissato, così come il suo raggiungimento, devono poter essere monitorati e devono avere un criterio per capire quando un passo è stato compiuto;
  3. Essere Realistico, cioè può effettivamente essere raggiunto, tenendo in considerazione anche le caratteristiche della propria situazione generale, i propri valori, la propria personalità;
  4. Essere misurabile nel Tempo. Questo step è importante in quanto darsi una scadenza troppo stretta può divenire fonte di maggiore stress, così come non darsi una prospettiva temporale può inficiare la progressione verso la meta. È inoltre importante rimanere elastici, ovvero darsi modo di rivedere tale scadenza nel tempo a seconda delle situazioni.

Si tratta comunque di un processo che non per tutti può risultare semplice, soprattutto nella comprensione di ciò che si desidera e dei propri bisogni. Pertanto, può essere utile un supporto di tipo psicologico che si focalizzi sulla comprensione dei propri desideri e che accompagni nella pianificazione degli obiettivi da raggiungere.

2. Obiettivi a lungo termine o “di vita”: l’auto-direzionalità

La seconda tipologia di obiettivi che si possono percepire come mancanti riguarda quelli più ampi e generali rispetto alla propria traiettoria di vita: il desiderio di avere o meno una famiglia, quale percorso di studi o carriera intraprendere, il tipo di relazioni di cui ci si vuole circondare… Sono tutti esempi di obiettivi “in prospettiva”, fondamentali in quanto ci direzionano.

L’importanza di questi obiettivi deriva da diversi aspetti:

  1. In primo luogo, sono la principale causa di sofferenza derivante dalla sensazione di non essere, in qualche modo, padroni della propria esistenza, come se si stesse vivendo “col pilota automatico”;
  2. Secondariamente, sono fondamentali nel poter poi definire gli obiettivi a breve e medio termine di cui ho già parlato;
  3. Infine, il non domandarsi come si vuole direzionare la propria vita può portare, in alcuni casi, ad una vera e propria “crisi” che arriva a far mettere in discussione tutto ciò che fino a quel momento si è fatto, portando spesso alla sensazione di avere sprecato la propria vita, che nulla abbia più un valore.

Il concetto di auto-direzionalità indica proprio la capacità di un individuo di dare una direzione alla propria vita utilizzando i propri bisogni, desideri e valori come punto di riferimento. Sono molti gli ostacoli che possono opporsi a tale processo.

Innanzitutto, è bene sottolineare le influenze del contesto storico, sociale ed economico: negli ultimi anni, lo scoppio della pandemia da Covid-19, la crisi economica, la guerra hanno avuto un impatto enorme sulla percezione di controllo che si ha sulla propria vita e sul proprio futuro, che si sente come incerto, diminuendo il senso di possibilità.

C’è poi l’influenza della storia personale di ognuno, in quanto specifiche esperienze di vita o vissuti emotivi possono portare a convincersi inconsapevolmente di non essere abbastanza, di non essere capaci, di non avere valore. Questi scenari allontanano dalla possibilità di direzionare la propria vita, perché fanno perdere la “bussola” rappresentata da sé stessi a favore, ad esempio, delle aspettative degli altri o della società.

Un percorso di psicoterapia, in questi casi, può risultare estremamente utile nel comprendere sé stessi e i propri desideri, ridando valore a chi si è, aprendo così la strada alla presa in mano della propria vita.

Conclusione

Ritengo fondamentale sottolineare che l’eventuale senso di vuoto e di timore che senti è comprensibile e molto più condiviso di quanto pensi. Il disorientamento porta paura, la quale tende a bloccare qualsiasi scelta per proteggersi, sia che si tratti di obiettivi a breve-medio termine, sia che si tratti invece di obiettivi di vita. È come ritrovarsi in un deserto senza sapere in che direzione andare per sopravvivere ma, in realtà, la mappa l’hai sempre avuta.

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