Mangia Prega e Ama. Elogio alla Ricostruzione di Sé

articolo mangia prega ama(2)

Articolo scritto dalla Dr.ssa Valeria Bernardino 

“Mangia Prega Ama” è un film del 2010 diretto da Ryan Murphy, basato sul libro omonimo e autobiografico di Elisabeth Gilbert. Di recente è stato reinserito nella piattaforma streaming di Netflix, e scegliere di guardare (o di riguardare) questo film potrebbe essere una scelta azzeccata e un regalo che doniamo a noi stessi. Il film è incentrato sulla ricerca e riscoperta di sé, sulla speranza e sull’evoluzione personale, tutte tematiche fondamentali per questo periodo storico così particolare. 

1. Di cosa parla il film?

Il film inizia con la protagonista che si accorge di essere come incastrata in una vita apparentemente perfetta. Sente in realtà una profonda infelicità e sofferenza, bloccata tra i risultati dei suoi successi e il bisogno di riscoprirsi come persona e non più solo all’interno di un ruolo definito dalla società. Il film si sviluppa attraverso tre fasi principali. La prima fase è ambientata in Italia, che è lo scenario in cui la protagonista impara l’accettazione di sé e del proprio aspetto fisico e a godere del buon cibo, lasciando i sensi di colpa da parte. Elisabeth scopre che la solitudine non è poi così spaventosa, ma che anzi è una delle chiavi principali per poter stare con sé stessi e con gli altri. La seconda fase è ambientata in India, tappa che segna la scoperta della meditazione e del perdono per i propri errori e fallimenti. Uno dei passi più incisivi è racchiuso all’interno di uno scambio con un altro personaggio: “Devi imparare a scegliere i pensieri nello stesso modo in cui scegli i vestiti ogni giorno…Se non riesci a dominare i tuoi pensieri sarai nei guai per sempre… Smettila di provarci…arrenditi… va fuori in giardino e siediti li, e ferma la tua mente, e poi guardi che succede…perché non lasci che succeda e basta?”. Quante volte cerchiamo di controllare ogni singolo aspetto della nostra vita? L’ultima fase del film è ambientata a Bali, per Elisabeth è un ritorno, ma sotto una nuova veste. E’ riuscita a metter via l’infelicità e la tristezza… ora ha il suo ritrovato equilibrio, si sente piena e felice, ma si scopre anche spaventata dall’amore. Spaventata che una nuova relazione possa farla ricadere nella sua vecchia vita. La libertà di provare emozioni e sentimenti è lo stupendo finale del film.

2. Perché guardarlo

Come anticipato nell’incipit, dedicare una serata alla visione di questo film può essere davvero un dono. O un piccolo reminder per le persone che in questo momento si sentono un po’ perse. L’aria di speranza e la possibilità di lasciarsi ispirare sono i regali che questo film dona. Sia il libro che il film sono stati dei successi proprio perché moltissime persone si sono ritrovate in un passaggio, in una frase, in una situazione rappresentata. Le riflessioni che vengono rilasciate nel corso del film sono profonde e in alcuni casi si ha quasi bisogno di fermare il film per farle sedimentare dentro di noi. Accogliere il loro senso e lasciarci pervadere. Riporto qui i due passaggi che sono stati più toccanti e d’ispirazione. In questo primo passaggio Elisabeth sta parlando con il suo ultimo compagno, spiegandogli il motivo reale della fine della loro relazione a cui è giunta osservando delle rovine di Roma: “Tutti vogliamo che le cose restino uguali, David. Accettiamo di vivere nell’infelicità, perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi, ma io ho guardato questo posto, il caos che ha sopportato, il modo in cui è stato adoperato, bruciato, saccheggiato, tornando poi ad essere sé stesso. E mi sono sentita rassicurata. Forse la mia vita non è stata così caotica, è il mondo che lo è, e la sola vera trappola è restare attaccati ad ogni cosa. Le rovine sono un dono”. Chi non si è mai sentito spaventato all’idea di rovinare qualcosa? Un rapporto di amicizia, d’amore o una situazione lavorativa… E per evitare di inciampare in un cambiamento, che spaventa spesso, abbiamo continuato ad accettare situazioni che ci facevano stare male. Concludo con un altro passaggio che invita a provare, scoprire, esplorare, prendere il coraggio per mano e lasciarsi andare.

“Se sei abbastanza coraggioso da lasciarti dietro tutto ciò che è familiare e confortevole, e che può essere qualunque cosa, dalla tua casa ai vecchi rancori, e partire per un viaggio alla ricerca della verità, sia esteriore che interiore; se sei veramente intenzionato a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un indizio; se accetti tutti quelli che incontri, strada facendo, come insegnanti; e se sei preparato soprattutto ad accettare alcune realtà di te stesso veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa…”

Stai attraversando un momento difficile? Prenota una sessione e inizia ora a risolvere i tuoi problemi, attraverso l’aiuto della  Dr.ssa Valeria Bernardino.

I nostri link preferiti